Omicidio sul ghiacciaio

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Titolo: Omicidio sul ghiacciaio

Autore: Lenz Koppelstatter

Editore: Corbaccio

Il ghiacciaio della Val Senales è teatro di un omicidio. In una notte di tempesta viene ritrovato il corpo di un uomo con una freccia infilata nel collo. La zona è la stessa in cui 25 anni prima era stato ritrovato Otzi, la mummia dell’uomo di Similaum, custodito nel museo Archeologico dell’Alto Adige nel centro storico di Bolzano. La freccia che ha ucciso l’uomo è un reperto dell’epoca di Otzi e questo particolare rende l’omicidio ancora più misterioso.

L’azione si svolge nei giorni immediatamente precedenti il Natale, dal 21 al 24 dicembre, le montagne sono piene di turisti, le piste invase da sciatori e le autorità devono indagare senza compromettere le attività turistiche che sono la principale fonte di guadagno della zona. L’indagine è affidata al commissario Grauner, che rischia di mandare in fumo le imminenti vacanze con la famiglia, ed all’ispettore Saltapepe, napoletano verace, che si ritrova trasferito a Bolzano contro la sua volontà. L’Ispettore, unico meridionale tra i protagonisti della storia, ha una ovvia repulsione verso la montagna e verso alcune abitudini dei locali quali bere il cappuccino a pranzo o mangiare gli spaghetti con l’aiuto del cucchiaio, cose inammissibili per un italiano del meridione. I due poliziotti costituiscono una coppia di personaggi ben assortiti nelle loro diversità. Il commissario è sposato con Alba, una donna comprensiva e paziente, deve far fronte agli atteggiamenti ribelli di Sara, una figlia adolescente poco propensa alla disciplina. Saltapepe è scapolo e con la sua filosofia di vita tipicamente napoletana, tenta di aiutare il commissario Grauner ad affrontare con meno stress gli imprevisti lavorativi.

Il libro ha molti elementi inediti ed originali, come le ambientazioni e le attività criminali che saranno scoperte durante le indagini. I protagonisti sono ben definiti con caratteri credibili e ben inseriti nel contesto della storia. L’autore è riuscito a mantenere alta la tensione per tutto il libro, introducendo una lunga serie di personaggi tutti possibili colpevoli o comunque complici dell’assassino. La trama del libro è ben costruita, il racconto procede con ottimo ritmo, le azioni della storia e le indagini con le inevitabili incursioni nella vita privata dei personaggi, rendono la lettura sempre piacevole e interessante, con molti riferimenti alla vita reale. La storia narra di aziende in crisi, dei conflitti ancora in corso con gli ex dipendenti, uomini politici interessati ai propri interessi più di quanto non siano interessati a quelli della comunità, tentate speculazioni edilizie, una certa tensione tra polizia e carabinieri del luogo, qualche piccolo problema familiare, un morto che viveva inspiegabilmente come un eremita, una arma di 5000 anni fa, amore e avidità, la passione per la musica classica del commissario Grauner, che è un piacevole contorno ad una storia intrigante ed  appassionante. Gli abitanti del luogo sono mostrati come persone chiuse, poco collaborative, quasi omertose nei confronti delle autorità. Non bisogna essere amanti della montagna per apprezzare questo libro, anche se i riferimenti alla vita alpina sono molti e ben distribuiti nel contesto della narrazione.

Bella la copertina che si ispira ai fumetti con una scena notturna che anticipa in parte gli avvenimenti del libro.

 

Fiori per un vagabondo


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Titolo: Fiori per un vagabondo

Autore: Gianni Simoni

Editore: TEA

Un barbone viene ucciso colpito da due colpi di pistola. Il commissario Miceli si occupa delle indagini in assenza del commissario titolare, Grazia Bruni, che si trova a casa in maternità.

Per aiutare le indagini, Miceli chiama il suo vecchio amico ex giudice Petri. I due risolvono il caso con indagini metodiche alla vecchia maniera, sul campo, ascoltando i testimoni, interrogando i sospettati, senza far ricorso a mezzi tecnologici ed infomatici, senza i quali, i poliziotti moderni, non sono quasi in grado si fare il loro mestiere.

Il libro è scritto da un ex magistrato, Gianni Simoni, che dimostra grande rispetto per le istituzioni, per le divise e per le persone che lavorano per mantenere l’ordine pubblico.

Questo libro va in controtendenza verso quello che nella nostra società è considerato ormai in fatto irrinunciabile, ossia le persone arrivate ad una certa età non sono più utili, indipendentente da quello che sono capaci di far e di realizzare. Ma se è vero che in una società pragmatica come la nostra, devono valere solo i risultati. allora l’età non dovrebbe contare, come nel caso di Petri e Miceli, uno in pensione e l’altro in attesa della pensione. Senza i due, che per alcuni sarebbero solo da rottamare, il caso non sarebbe stato risolto, dato che in fondo a chi interessa la morte di un barbone ?

Una indagine sui sentimenti che sono all’origine dell’omicidio. Un thriller “gentile”, raccontato con misura e bello stile.

 

Lo stupore della notte

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Titolo: Lo stupore della notte

Autore: Piergiorgio Pulixi

Editore: Rizzoli

Milano diventa teatro di una serie di cruenti attentati di matrice jihadista organizzati da un terrorista imprendibile che si fà chiamare “Il Maestro”. Il commissario Rosa Lopez ha dedicato tutta la sua vita alla lotta al crimine e si trova a dover proteggere la città dai terroristi insieme alla sua squadra, ma deve anche proteggere se stessa dal suo passato che le riserva minacce ben più gravi di quelle che i terroristi stanno preparando anche per lei.

Rosa Lopez è un personaggio contraddittorio. Dura e integerrima sul lavoro, nasconde un dolore inconsolabile: il suo compagno giace in coma irreversible in una clinica, vittima di un attentato di cui lei si sente responsabile. Alcuni errori del passato la rendono vulnerabile e oggetto delle attenzioni di alcuni uomini dei servizi segreti americani che non sono affatto indulgenti con lei e con le indagini in cui è coinvolta.

Il libro è scritto in modo incalzante, capitoli brevi, continui cambi di scenario, una moltitudine di protagonisti che operano in contesti diversi, tante storie che si intrecciano e che avvengono sullo sfondo di una Milano che si dimostra essere non solo la capitale economica d’Italia, ma anche il centro di una serie di attività illegali e clandestine di grande importanza per polizia, servizi segreti, terroristi e malavitosi. Il libro traccia un quadro inedito della grande città italiana che viene descritta in tutti i suoi aspetti, da quello elegante ed esclusivo del quartieri alla moda, a quello dei quartieri periferici del degrado, della povertà e della escusione sociale. Il libro racconta una storia crudele e violenta in cui i protagonisti sono abituati alla crudeltà ed alla violenza. Il libro risulta convincente fin dal primo sguardo, infatti la copertina è bellissima, sia per l’immagine che per il colore. Il primo e il secondo capitolo, quattro pagine ciascuno, danno subito al lettore la senzazione di trovarsi di fronte ad una storia di cui sarà difficile staccarsi prima di aver raggiunto l’ultima pagina.

Solo la verità

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Titolo: Solo la verità

Autore: Karen Cleveland

Editore: DeA Planeta

La protagonista del libro si chiama Viviam Miller ed è una analista della CIA. Il suo lavoro consiste nell’individuare spie russe infiltrate nella società americana. Viviam è sposata, ha un marito che adora, ha 4 figli di cui uno con un serio problema di salute. Ogni giornata per lei è un susseguirsi di impegni lavorativi e familiari che rendono la sua vita piacevolmente complicata. Fino al giorno in cui scopre che una delle spie a cui sta dando la caccia con tutto l’impegno di cui è capace, è proprio suo marito. Rifiuta di credere che ciò possa essere vero, crede che si tratti di uno scambio di persona, ma deve ricredersi, suo marito è una spia russa.

La donna si trova improvvisamente di fronte ad enormi difficoltà. Dovrebbe denunciare il marito, come gli imporrebbe il senso del dovere e di fedeltà alla sua nazione, ma deve anche proteggere i propri figli. Deve cercare di non perdere il lavoro per non compromettere la situazione finanziaria della famiglia. Deve decidere se credere a suo marito oppure no. Tutta la sua vita rischia di andare a rotoli, il suo passato, il presente ed il futuro. Il libro è scritto con molto senso della misura, la tensione è sempre alta anche se la trama non prevede situazioni inverosimili o particolarmente cruente.

Questa spy story è il romanzo di esordio di Karen Cleveland che ha scelto di avere come voce narrante la stessa protagonista, Viviam.

La storia dipinge una CIA molto meno efficiente di quanto si possa pensare con un livello di infiltrazione da parte delle spie di servizi nemici quasi imbarazzante.

Questo tema è stato più volte trattato da vari libri, film e fiction, ma questo libro, scritto da una persona che ha veramente lavorato otto anni alla CIA, traccia un quadro non proprio rassicurante. Il libro termina in modo inaspettato e direi geniale. Nulla è come sembra. L’avventura di Viviam sembra proprio destinata ad avere un seguito.

Commedia nera n.1

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Titolo: Commedia nera n.1

Autore: Francesco Recami

Editore: Sellerio

Francesco Recami è uno scrittore abilissimo nel raccontare vicende umane tristi e crudeli con cinica ironia, cogliendo gli aspetti ridicoli della nostra società in modo acuto e originale. Riesce a far ridere anche quando, come nella Commedia Nera n.1, tratta argomenti seri e delicati come la violenza domestica tra coniugi, raccontando situazioni violente ed umilianti con un umorismo originale e dissacrante.

I protagonisti di questo romanzo sono due coniugi, Antonio Maria e Maria Antonietta. Già dai nomi si capisce che i due sono uno il contrario dell’altro. Lei è un commissario di polizia dal carattere dominante e dalla personalità esuberante, lui è un uomo mite e taciturno che finisce per essere completamente annullato dalla moglie che lo costringe ad abbandonare il proprio lavoro di sarto e diventare un casalingo, a subire angherie ed umiliazioni di ogni tipo, persino il dover trascorrere giorni in una specie di cella di rigore ricavata in una stanzetta della casa in cui vivono, quando il suo comportamento, a detta della moglie, necessita di una punizione. Il romanzo gioca molto sulla inversione dei ruoli, dove la moglie è la cattiva oltre che poliziotta, il marito fa il casalingo ed è quello che subisce i comportamenti estremi della moglie.

La storia racconta i vari tentativi di Antonio Maria di evadere dalla vita di inferno in cui è costretto, ridotto quasi ad un vegetale da cospicue dosi di medicinali che la moglie gli propina allo scopo di curarlo ma che in realtà lo rendono sempre più incapace di reagire. Tutti i tentativi di fuga verso la libertà finiscono sempre male e lui si ritrova a trascorrere malinconiche mattinate davanti alla televisione a guardare cartoni animati, proprio quelli che raccontano le avventure di Willi E. Coyote alla caccia di Beep Beep nella Monument Valley. Antonio Maria, proprio come il Coyote dei celebri cartoni animati, si ritrova sconfitto dopo ogni maldestro tentativo di fuga, ma da ogni sconfitta trova la forza di inventare un nuovo tentativo, di progettare un piano di azione sempre più ambizioso, sempre più ardito, fino al tentativo estremo che conclude il romanzo. Così come il Coyote, Antonio Maria è sicuramente sfortunato e maldestro, ma cattura inevitabilmente le simpatie del lettore, proprio perché finisce sempre vittima della sua dabbenaggine.

Il libro ha il solito comodo formato “Sellerio”, ideale da portare in viaggio e da leggere in situazioni di scarsa comodità. La carta dei libri di questa collana è la più piacevole al tatto tra i libri in commercio. Una vera delizia.

Il cielo sopra l’Everest

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Titolo: Il cielo sopra l’Everest

Autore: David Lagercrantz

Editore: Marsilio

David Lagercrantz per me era un perfetto sconosciuto fino a quando non è stato scelto per continuare la saga Millennium iniziata da Stieg Larsson, che aveva scritto i primi tre volumi prima della sua prematura morte. Lagercrantz ha scritto fino ad ora altri due volumi della saga, “Quello che non uccide” e “L’uomo che inseguiva la sua ombra”, libri che gli hanno dato successo e fama internazionali. Tutte le sue opere hanno beneficiato di questo successo. Il romanzo “Il cielo sopra l’Everest” era stato scritto nel 2005 e solo nell’aprile del 2018 è stato pubblicato in Italia. Racconta di una tragica spedizione sul monte Everest di un gruppo di scalatori dilettanti, finanziata da un grande imprenditore della moda Paolo Villari, con a capo una guida di grande esperienza, l’italiano Giuseppe Cagliari. La spedizione doveva essere una felice avventura da vivere in totale sicurezza, sia pure nella sua estrema pericolosità, ed invece si è via via trasformata in tragedia. Tra i tanti protagonisti, spicca la personalità di Jacob Engler, uno scalatore solitario che si ritrova coinvolto nella storia e che sarà determinante per salvare i sopravvissuti e che userà tale avventura per trovare una svolta per la propria vita.

La storia è una opera di fantasia ma è stata ispirata da un fatto realmente accaduto, ossia una spedizione del 1996 che si era conclusa drammaticamente con otto morti. L’autore per riuscire a scrivere questo libro ha dedicato molto tempo a documentarsi e studiare le spedizioni in montagna, sia dal punto di vista della tecnica di arrampicata che dal punto di vista del funzionamento del corpo umano e delle sue reazioni alle condizioni avverse che si trovano ad ottomila metri.

Il romanzo tocca molti argomenti quali i rancori che covavano da tempo tra amici che erano tali solo in apparenza, le differenze culturali e religiose tra le popolazioni locali e gli ospiti stranieri, la deturpazione dell’ambiente provocata dalle troppo numerose spedizioni sull’Everest.

Il libro racconta in modo molto efficace le fatiche e le sofferenze fisiche degli scalatori, oltre ai dolori e le sofferenze psicologiche dei vari protagonisti, delle loro difficoltà personali e familiari. A mio giudizio le parti migliori del libro sono proprio quelle che descrivono i dolori fisici degli scalatori, per la mancanza di ossigeno, per gli effetti del congelamento, per le allucinazioni, per la pazzia che è sempre in agguato alle alte quote.

Il libro è scritto come se fosse un thriller, senza pause, con una tensione continua e crescente. Un libro sulle varie sofferenze degli umani, un racconto duro, che non fà sconti a nessuno.