Titolo: La ragazza del Kyushu
Autore: Matsumoto Seicho
Editore: Adelphi
Traduzione: Gaia Maria Follaco
“La ragazza del Kyushu” è Kirilo, una giovane impiegata cha abita a Kitakyushu (la città dove è nato l’autore Matsumoto Seicho). Kirilo arriva a Tokio dopo un lungo viaggio in treno per incontrare il famoso avvocato Kinzo Otsuka, un principe del foro, un penalista tra i più famosi del Giappone. Kirilo vuole chiedere a Otsuka di difendere il fratello che è stato accusato di aver ucciso una donna che gli aveva prestato ad usura dei soldi. Kirilo è una donna mite e gentile, durante l’incontro con l’avvocato spiega le ragioni della sua visita. Otsuka risponde negativamente alla richiesta della ragazza, sia perché è molto impegnato ma anche e soprattutto perché la donna ammette candidamente di non avere i soldi per pagarlo. Chiede una cospicua riduzione della parcella ed una dilazione del pagamento. Ma Otsuka non vuole saperne, deve raggiungere l’amante in un esclusivo club di golf e non vuole perdere tempo in chiacchiere inutili. Kirilo insiste, prova anche a tornare il giorno successivo per un nuovo incontro con l’avvocato, ma riceve un secondo e definitivo rifiuto da parte della sua segretaria. Kirilo lascia Tokio, offesa ed umiliata, senza aver raggiunto il risultato che sparava, ma la sua vita cambierà in modo inaspettato e la cosa avrà conseguenze inimmaginabili per altri protagonisti del libro.
Questo libro è un giallo con una trama costruita con abilità e precisione dove ogni parte del racconto è funzionale allo sviluppo degli eventi futuri e nulla è lasciato al caso, è il caso di dirlo, con nipponica precisione. Un racconto con una serie di eventi che creano una tensione sempre crescente, con uno stile narrativo essenziale, senza lungaggini o digressioni. I dialoghi e le ambientazioni sono tipiche giapponesi ed abbastanza diverse da quelle che siamo abituati a vivere quotidianamente noi occidentali. I modi ed i comportamenti dei giapponesi sono molto diversi rispetto alle nostre abitudini, la cortesia e l’apparenza sono molto più importanti che da noi e tutto deve avvenire con sequenze e modalità ben precise, per non apparire scortesi o troppo sfrontati.
Il romanzo racconta come le ferite della vita possono cambiare le persone, di come il dolore possa portare a produrre azioni vendicative incredibili, di come la superficialità e l’egoismo possano portare persone importanti a commettere errori fatali. Il libro ci racconta qualcosa sul sistema giudiziario giapponese, lo mostra come una macchina non proprio efficiente, dove si prendono per buone soluzioni di comodo tanto per arrivare ad una conclusione, senza nessuna pietà o considerazione per un innocente condannato addirittura alla pena di morte. Ma certe ferite trovano conforto solo con la vendetta, se la giustizia non fa il suo dovere.
Mi intriga moltissimo. Me lo sono segnata
Grazie mille.
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Grazie e te per aver letto il post.
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Non è poi semplicissimo trovare sempre nuovi libri interessanti cercando di smarcarsi dai propri gusti e abitudini.
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E’ vero anche se Adelphi è un editore che offre molte possibilità di leggere autori nuovi per l’Italia.
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Vero.
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[…] via La ragazza del Kyushu — Il Blog di Roberto Iovacchini […]
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Ho letto qualche libro di autori giapponesi, hanno indubbiamente uno stile diverso.
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Questo è un giallista molto noto in Giappone, meno in Italia. Comunque piacevole da leggere.
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Ora me lo segno. Adoro Adelphi questo mi manca, grazie 🌷
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Grazie a te. Saluti.
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