Bassa marea – Enrico Franceschini

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Titolo: Bassa marea

Autore: Enrico Franceschini

Editore: Rizzoli

Un giornalista in pensione anticipata, un medico primario, un bibliotecario ed un ingegnere. 4 amici inseparabili che vivono a Borgomarina, Romagna. Mare, sole, piadina, gente simpatica e molti vitelloni. Siamo in bassa stagione, un periodo in cui le spiagge non hanno ancora l’aspetto curato e ammaliante della stagione estiva. Si respira aria buona, ideale per una vita tranquilla. Il giornalista, soprannominato Mura, ha solo 60 anni e gli pesa il fatto di essere stato pensionato anticipatamente. Si sente messo da parte troppo presto, la cosa non gli va giù, anche se non tornerebbe indietro. Ma il suo lavoro di inviato speciale, sempre in giro per il mondo, gli manca. Dorme poco e la mattina presto, tutti i giorni, si concede una corsetta lungo la spiaggia, tanto per tenersi in forma. Una mattina sulla riva vede un corpo di donna. Sembra morta ma respira ancora. La prende in braccio e con uno sforzo sovrumano la porta a casa, cercando di non essere visto. La donna è in cattive condizioni, sembra svenuta e non dà segno di riprendersi. Appena si riprende, Mura scopre che la donna è russa, non si ricorda come mai è caduta in acqua e per quanto tempo ha nuotato prima di arrivare a terra. Mura si rende conto che la faccenda potrebbe essere pericolosa. Ma non ha ancora idea di quanto è grande il guaio in cui si è cacciato. Inizia l’avventura di “Bassa marea”, un thriller romagnolo, in cui Enrico Franceschini scrive una storia piena di humor, ma con pesanti critiche al mondo del giornalismo, con una analisi storica dell’evoluzione della Romagna dal dopoguerra ad oggi e di come sia diventata la principale area per il divertimento estivo in Italia. Un quadro della situazione economica e delle infiltrazioni malavitose, attratte dai facili guadagni e dal giro enorme di prostituzione, piuttosto evidenti e preoccupanti. Tutto questo in un racconto divertente, in una atmosfera goliardica alla “Amici miei”, con i 4 amici che pur nelle differenze economiche, sociali e sentimentali, antepongono la loro amicizia a tutto il resto. Una specie di 4 moschettieri, non al servizio del re, ma della regina del divertimento, la Romagna.

 

 

 

 

L’assassinio del commendatore – Murakami Hanuri

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Titolo: L’assassinio del Commendatore parte prima e parte seconda

Autore. Murakami Hanuri

Editore: Einaudi

Traduzione: Antonietta Pastore

Un libro uscito inizialmente in due volumi e solo successivamente in un unico volume. Una storia moderna e attuale nella prima parte, mentre la seconda parte presenta diverse escursioni nel mondo fantastico e visionario di Murakami.

Il protagonista è un artista, un pittore specializzato in ritratti, che narra la vicenda in prima persona. Improvvisamente la moglie gli comunica che non lo ama più e che vuole divorziare. I due sono sposati da 6 anni e non hanno figli. Il pittore preso dallo sconforto parte per un viaggio in auto senza meta, riconoscendo alla moglie il diritto a divorziare se questo è quello che vuole. Dopo qualche settimana di vagabondaggio, riceve l’offerta di un suo amico per andare ad abitare nella casa del padre che è stato ricoverato in una clinica per malati di demenza senile. Il pittore accetta l’offerta che è molto conveniente. Il padrone di casa è uno dei più importanti pittori giapponesi contemporanei e per il protagonista, anche lui aspirante pittore, è una occasione allettante per vivere nella casa che fu di un grande artista. Il trasferimento nella casa del grande artista coincide con una serie di eventi che cambieranno per sempre la vita del protagonista. Accadranno fatti misteriosi e inspiegabili con la razionalità. La casa pur essendo isolata, consente al protagonista, di conoscere un vicino di casa molto ricco che gli commissiona un suo ritrattato, una ragazzina di 13 anni, Marie, la zia di Marie, una donna affascinante e misteriosa oltre ad una serie di protagonisti misteriosi e fantastici che fanno parte di un universo parallelo a quello della vita reale del protagonista.

Il romanzo è scritto in modo straordinario, con protagonisti sorprendenti, ciascuno con un fascino diverso. La trama è lineare e ben costruita, le descrizioni dei paesaggi, dei luoghi e dei personaggi sono armoniose e delicate. I continui riferimenti musicali aumentano l’atmosfera incantata che caratterizza il romanzo. La seconda parte del romanzo presenta molte intrusioni nel mondo fantastico, con personaggi frutto delle visioni dei protagonisti, le idee e le metafore richiamate nei titoli, secondo lo stile tipico e caro a Murakami, abile come pochi a creare storie piene di enigmi e personaggi tra il sogno e la visione. Il protagonista compie un viaggio tra il reale ed il visionario sulle colpe e le responsabilità, della storia e delle singole persone, per approdare alla fine ad una nuova consapevolezza di come possa essere possibile sconfiggere le nostre paure, costruendo un futuro dopo di noi, prendendo a cuore il futuro della nostra discendenza. Murakami con “L’assassinio del commendatore” ha scritto un bel libro, da leggere con calma, immergendosi completamente nel mondo creato dall’autore, lasciandosi trasportare dalla magia.

La confraternita dei mancini – Hakar Nesser

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Titolo: La confraternita dei mancini

Autore: Håkan Nesser

Editore: Guanda

Traduzione: Carmen Giorgetti Cima

Un tempo essere mancino era considerato un difetto da correggere nelle prime classi di scuola. Non esistevano le penne biro, si scriveva con le stilografiche ed essere mancino voleva dire passare con la mano sull’inchiostro fresco, quindi macchiare il foglio. Alcuni compagni di scuola fondarono la Confraternita dei mancini, un club riservato a coloro che erano nati con tale “difetto”. Ne facevano parte 5 ragazzi, che divennero molto più che amici, che condivisero alcune esperienze che ebbero pesanti conseguenze nella loro vita. Dopo qualche anno si persero di vista ed ognuno proseguì per la sua strada. Nel 1991 fu organizzata una cena tra gli iscritti alla confraternita, una occasione per rivedersi, per riparlare delle esperienze del passato. L’appuntamento era stato fissato presso la “Pensione Molly”. Durante la cena avvenne un fatto tragico. Un incendio distrusse il locale in cui la confraternita si era riunita e tutti i presenti morirono. Le indagini mostrano subito che c’èra qualcosa di strano. Gli iscritti alla confraternita erano 5 ma furono ritrovati solo 4 cadaveri. Gli investigatori pensarono che fu il quinto confratello mancante a dare fuoco al locale del ritrovo e che fosse riuscito a fuggire.

Nel 2012 viene ritrovato un cadavere nei pressi della zona in cui sorgeva l’edificio che ospitava la “Pensione Molly”. Si tratta del corpo del quinto iscritto alla confraternita. Il caso viene riaperto e l’ex commissario Van Veeteren, in pensione da tempo, viene coinvolto nelle nuove indagini, costringendolo ad interrompere l’attività di libraio intrapresa con l’andata in pensione. Le indagini di Van Veeteren sono affiancate a quelle dell’ispettore Barbarotti, che sta indagando su un omicidio compiuto in Svezia che alcuni indizi sembrano collegarlo con il caso del 1991.

La struttura del romanzo è divisa in tre periodi storici diversi, ogni capitolo ha nel titolo l’anno a cui è dedicato e si passa dalla fine degli anni 50 ai primi anni 60 per poi passare ai fatti del 1991 e del 2012. Il romanzo è un continuo saltare da un periodo all’altro, in ogni capitolo ci sono piccole tracce del passato che spiegano a poco a poco gli eventi successivi, in un continuo va e vieni dal passato al presente. L’autore presta molta attenzione al carattere e personalità dei personaggi del romanzo e queste caratteristiche si evidenziano dai dialoghi dei personaggi stessi, senza lunghe analisi introspettive, a vantaggio della lettura che scorre piacevolmente. Il segreto della confraternita sarà svelato a poco a poco e solo alla fine tutto il quadro investigativo sarà chiaro.  Le ultime indagini, quelle del 2012, sono raccontate sotto forma di dialogo tra il commissario Van Veeteren e sua moglie e questa si dimostra essere una scelta indovinata. In una sua intervista recente, Håkan Nesser ha dichiarato di non essere un amante del sangue e che nei suoi romanzi preferisce non descrivere scene violente. “La confraternita dei mancini” conferma questa linea dell’autore che per scrivere questo romanzo si è affidato alla psicologia dei personaggi piuttosto che all’azione, realizzando un ottimo thriller psicologico dal ritmo costante ed appassionante. L’incontro tra l’anziano commissario Van Veeteren con il più giovane Barbarotti dà luogo ad una felice collaborazione tra due ottimi investigatori che con metodi diversi contribuiscono in modo determinante alla soluzione di un caso intricato e difficile.

Il manoscritto – Franck Thilliez

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Titolo: Il manoscritto

Autore: Franck Thilliez

Editore: Fazi

Traduzione: Federica Angelini

Un prologo misterioso che parla di un romanzo incompleto, opera di Caleb Traskman, morto suicida senza completare quello che sarebbe diventata la sua migliore opera. Il manoscritto viene ritrovato dal figlio dell’autore che d’accordo con l’editore del padre, si mette al lavoro per completare il romanzo. Il lettore non riuscirà a capire se quello che sta leggendo è l’opera di Caleb oppure una storia collegata al libro incompleto, catturato da un romanzo come “Il manoscritto”, con una trama costruita a regola d’arte che racconta una storia terribile e complicata, con una serie di delitti inspiegabili senza alcun collegamento apparente tra loro.

Una ragazza francese di 18 anni, di nome Sarah, viene rapita e dopo 4 anni la sua sorte è ancora avvolta nel mistero. Il rapimento è stato attribuito ad un serial killer anche se il suo corpo non è stato mai trovato. La scomparsa di Sarah ha distrutto la vita ed il matrimonio dei suoi genitori. La madre è Leane Morgan, una scrittrice di thriller che firma i suoi libri con uno pseudonimo per proteggere la sua privacy. Suo marito Jullian ha scelto di condurre una vita solitaria nella villa di famiglia vicino al mare, nel Nord della Francia. Leane ha scelto invece di vivere nell’appartamento di Parigi, al riparo dai ricordi che collegano la villa del mare con la figlia Sarah. Jullien conduce una vita solitaria, ossessionato dalla ricerca della verità riguardo la scomparsa della figlia. Si è lasciato andare, beve in modo esagerato, sconvolto e distrutto dalle vicende familiari. Una sera Jullian viene aggredito nei pressi della villa e colpito violentemente alla testa. L’uomo viene ricoverato in ospedale e Leane è costretta a correre in aiuto del marito per scoprire che Jullian ha perso completamente la memoria. Leane cerca di aiutare il recupero della memoria del marito ed inizia una indagine personale per capire cosa avesse scoperto il marito riguardo il rapimento della figlia che possa aver provocato l’aggressione al marito. La vicenda scorre su due racconti paralleli, da una parte la storia di Leane e Jullian, dall’altra il racconto delle indagini della polizia che hanno inizio con un inseguimento alla dogana di Grenoble dove un’auto rubata fugge ai controlli e nella fuga finisce in un burrone. All’interno del bagagliaio c’è un cadavere di una giovane donna a cui è stato asportato il volto. Alle indagini partecipa un poliziotto, Vic Altran, che ha il dono di una memoria prodigiosa che darà gli impulsi all’indagine, che avrà una risoluzione inaspettata e imprevedibile.

Il manoscritto di Franck Thillez è un thriller con contorni noir e qualche sconfinamento nell’horror, la scrittura è molto fluida e scorrevole, la trama complessa e intricata, bella e originale, piena di falsi indizi, enigmi e segnali contrastanti, per non dare al lettore alcuna possibilità di prevedere gli eventi che si stanno per scatenare. Molto definiti i personaggi che mostrano lati diversi della loro personalità, inaspettati e imprevedibili. Franck Thillez indaga nel fondo dell’animo umano e nelle profondità degli abissi della crudeltà che alcune persone riescono a raggiungere, scoprendo comportamenti e realtà terrificanti. Il manoscritto è un gran libro scritto da uno scrittore che va ad allungare l’elenco di scrittori ingegneri (Thillez è un informatico), categoria a cui sono molto affezionato.

Il sospetto – Fiona Barton

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Titolo: Il sospetto

Autore: Fiona Barton

Editore: Einaudi

Traduzione: Carla Palmieri

Alex e Rosie sono due ragazze inglesi di 18 anni, hanno appena finito le scuole superiori e sono partite, zaino in spalla, per il viaggio dei loro sogni, destinazione Bangkok e Taliandia, in testa solo voglia di libertà e di divertirsi. Le due ragazze sono regolarmente in contatto con le famiglie, messaggi quotidiani per rassicurare, trasmettere affetto e gratitudine per aver permesso la realizzazione di un desiderio. Poi una settimana di silenzio provoca nelle famiglie angoscia e disperazione. Giunge la notizia che proprio a Bangkok, in un ostello per giovani, c’è stato un incendio che ha provocato la morte di due ragazze non ancora identificate. Le famiglie partono per la Tailandia per il riconoscimento dei cadaveri.

Kate Waters è una giornalista e si sta occupando del caso delle due ragazze scomparse in Tailandia. Lei sa cosa stanno provando i genitori delle giovani, anche suo figlio è da diversi mesi che non dà più sue notizie alla famiglia ed anche lui si trova in Tailandia. Quando Kate riceve la notizia dell’incendio dell’ostello parte subito per la Bangkok, sia per continuare a seguire il caso che per il desiderio di provare a rintracciare suo figlio.

Le storie delle due ragazze, di Kate e delle rispettive famiglie si uniranno dando vita agli eventi della trama del libro, molto ben concepita e costruita. La narrazione si svolge su due piani temporali, la cronaca delle indagini e gli eventi di Bangkok con le due ragazze protagoniste. Il titolo di ogni capitolo introduce il protagonista con Kate che interviene di volta in volta come madre o come giornalista. La narrazione prevede continui cambi di punti di vista sui fatti narrati e continui cambi di ambientazione, con un ritmo impetuoso e accattivante.

“Il sospetto” è un ottimo thriller, scritto in modo lineare e brillante, che indaga sui rapporti tra figli e genitori, sui modi sbagliati che hanno i giovani d’oggi di concepire la libertà ed il divertimento, di come i genitori prestino poca attenzione a conoscere veramente i propri figli, di come una madre integerrima può fare di tutto per aiutare il proprio figlio che si trova coinvolto in una storia enorme e dolorosa. Ma sono ben descritti anche i sensi di colpa dei genitori che per ambizione mettono troppa pressione sui loro figli, oppure la loro incapacità di assecondare la vera natura dei ragazzi, oppure i danni che divorzi e separazioni provocano sulla stabilità emotiva dei figli. Le descrizioni degli ambienti in cui si svolgono i fatti sono molto realiste ed efficaci. L’immagine della Tailandia, in particolare di Bangkok, come di un posto dove un certo tipo di turismo possa trovare soddisfazione a molti vizi e perversioni è molto veritiera ed è mostrata senza alcun tipo di indulgenza o giustificazione, anzi accentuando la disperazione e lo squallore di tali comportamenti che poco o nulla hanno a che fare con il divertimento. Una lettura coinvolgente ed interessante, per una storia che in fondo è l’incubo che ogni genitore spera di non dover vivere, tutte le volte che i figli partono per una vacanza lontano da casa.

L’istituto – Stephen King

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Titolo: L’Istituto

Aurore: Stephen King

Editore: Sperling & Kupfer

Traduzione: Luca Briasco

Luke Ellis è un ragazzino molto intelligente con capacità cognitive del tutto anormali. Sta per andare al college a soli 12 anni, i suoi genitori sono pronti a cambiare la propria vita per sostenere gli studi del loro figlio.

Tim Jamieson è comodamente seduto su un volo che da Tampa per New York. L’aereo è pieno e un agente federale deve salire a bordo. Il personale di volo annuncia ai passeggeri che chi lascerà il suo posto all’agente federale, riceverà un buono per dormire in hotel ed una congrua cifra in contanti. Dopo qualche rilancio economico, Tim si accorda per 2.000 dollari, lascia il posto all’agente ed abbandona l’aereo. Decide di rinunciare al volo del giorno successivo e di avviarsi verso New York facendo l’autostop. Il suo viaggio si fermerà a DuPray in Sud Carolina, in modo del tutto casuale, dove inizierà a lavorare come guardia notturna.

Una sera un gruppo di persone entra in casa di Luke Ellis e lo rapiscono dopo aver ucciso i suoi genitori. Luke viene narcotizzato e caricato a bordo di un SUV. Si risveglierà in una stanza simile alla stanza di casa sua, con i suoi vestiti, ma senza finestre. Luke troverà nel posto in cui si trova, altri ragazzi come lui, ciascuno con poteri e caratteristiche speciali, rapiti e rinchiusi in quello che scoprirà chiamarsi l’Istituto. Qui i ragazzi vengono regolarmente sottoposti ad esami ed analisi per scoprire la provenienza dei loro poteri. Le vite di Luke a Tim sono destinate ad incontrarsi nei drammatici ed imprevedibili eventi di questo romanzo, l’Istituto, ultima opera in ordine di tempo di Stephen King.

La storia è originale e densa di mistero, lo stile di King è coinvolgente, la tensione alta, ma ho trovato la trama lenta ed a tratti il dilungarsi di alcune descrizioni rallenta ulteriormente il racconto e diluisce la tensione anche quando non sarebbe necessario. I temi della lotta tra il bene ed il male e quello dell’amicizia sono la base portante della storia. I bambini e le loro doti sono al centro del romanzo ed i loro comportamenti, emozioni e sentimenti rappresentano la parte migliore del libro. Il male è rappresentato dagli adulti e dai molti modi che possono escogitare per far soffrire prossimo. Il libro rappresenta anche una critica feroce alla politica mondiale ed americana che sempre più spesso tende a considerare le persone come numeri e quindi a ritenere i loro sacrifici come inevitabili e necessari per garantire la sopravvivenza del resto della popolazione. Un libro che tratta temi attuali e che riporta alla memoria gli orrori compiuti dal nazismo con la scusa del progresso scientifico. Un buon thriller che forse lascerà scontenti i fan di Stephen King vecchia maniera.

 

Tutto questo ti darò – Dolores Redondo

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Titolo: Tutto questo ti darò

Autore: Dolores Redondo

Editore: DeA

Traduzione: Ascanio Temonte

Manuel è uno scrittore di successo che sta completando un libro, è chiuso in casa, nessuno deve disturbarlo. Ma una coppia di agenti di polizia bussa alla porta in modo perentorio, quasi arrogante. Manuel capisce subito che è successo qualcosa di grave al suo compagno Alvaro, suo sposo da diversi anni. Le sue paure sono subito confermate, Alvaro è deceduto in un incidente stradale, apparentemente inspiegabile, avvenuto in Galizia. Alvaro è uscito fuori strada, nessuna altra macchina coinvolta nell’incidente, probabilmente per un colpo di sonno. Manuel non vuole credere che la notizia sia vera, Manuel doveva trovarsi a Barcellona per alcuni incontri di lavoro, non poteva essere in Galizia. Ma i poliziotti confermano tutto e mostrano prove inconfutabili che si tratta proprio di Alvaro. Manuel parte subito in auto per la Galizia per il riconoscimento del cadavere e si ritrova in una situazione incredibile. Scope che suo marito gli aveva nascosto di essere un nobile appartenente ad una importante e ricca famiglia, proprietaria di terreni, vigne, aziende e immobili. Il notaio che ha l’incarico di applicare la volontà del deceduto, rivela a Manuel che secondo le disposizioni testamentarie, lui sarà l’erede di tutti i beni della famiglia, per una serie di circostanze patrimoniali, del tutto legittime e dovute ai comportamenti virtuosi di Alvaro. Il dolore per la scomparsa del suo compagno è sopraffatto dalla scoperta della vita segreta di Alvaro, che gli era sempre stata nascosta e di cui nonaveva mai sospettato nulla. Inizia per Manuel un avventuroso e doloroso viaggio alla scoperta dei segreti della vita di Alvaro, la sua famiglia, la sua giovinezza e adolescenza, i suoi parenti e amici più stretti. Scopre un ambiente pieno di tensioni, segreti, misteri, a cui si aggiungono i dubbi sulle vere cause della morte di Alvaro, che sembra essere stato un incidente d’auto, ma in realtà potrebbe trattarsi di un omicidio, secondo i sospetti che un tenente della polizia rivela a Manuel.

Un romanzo con una trama appassionante, un gran numero di personaggi, ambientazioni naturali magnifiche e ben descritte, un contesto sociale differenziato e complesso, personaggi che rappresentano in modo vario e colorato tutte le sfumature dei comportamenti umani. Il romanzo evidenzia come i pregiudizi abbiamo ancora una importanza primaria nel determinare i comportamenti delle persone a difesa di segreti e storie compromettenti, contro ogni senso morale e di giustizia. Questo libro potrebbe essere definito un giallo o un noir ma in realtà è anche un romanzo d’amore, oltre che la storia di una famiglia nobile che un destino drammatico ed imprevedibile ha costretto a venire alla luce. Questo romanzo “Tutto questo ti darò” dimostra una grande capacità da parte di Dolores Redondo di catturare l’attenzione del lettore fin dalle prime pagine ed una grande abilità nel costruire trame complesse ed appassionanti in grado di soddisfare lettori con gusti diversi.

La pista di ghiaccio – Roberto Bolano

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Titolo: La pista di ghiaccio

Autore: Roberto Bolano

Editore: Adelphi

Traduzione: Ilide Carmignani

Il romando “La pista di ghiaccio” di Roberto Bolano, ripubblicato di recente da Adelphi, viene presentato come un giallo. Al centro della trama c’è l’omicidio di una donna, ex cantante lirica, che viveva per strada come una barbona nella città di Z., indicata solo con la lettera iniziale per l’intera durata del racconto.

La storia è narrata in prima persona da tre personaggi, che si alternano nei vari capitoli in cui ognuno di loro è il protagonista e racconta i fatti secondo il proprio punto di vista. Gaspar Heredia è un messicano che si trova in Spagna, poeta, probabilmente una specie di sosia dell’autore, che trova lavoro nella cittadina in cui è ambientata la storia grazie a Remo Moran, un commerciante. Il terzo protagonista è Eric Rosquelles, un uomo politico che si occupa di affari sociali nella città in cui avvengono i fatti.

La storia narra di una truffa, di un delitto, di amori proibiti e nascosti, delle storie di personaggi improbabili, che vivono le loro vite malinconiche, mai dalla parte dei vincenti. La storia include un giallo ma la ricerca dei colpevoli e della verità non è lo scopo del libro che invece è quello di raccontare le storie umane, gli amori nascosti e le personalità dei personaggi, usate per descrivere in modo critico quello che succede in Spagna, che Bolano considera come una sua seconda Patria. Questo libro trova le sue parti migliori non nelle descrizioni, nel mistero dell’omicidio e negli indizi, ma nel modo in cui l’autore smonta e ridefinisce le regole narrative secondo le sue personali strutture descrittive. Bolano scrive in modo impeccabile e le tecniche narrative che utilizza per portare avanti le sue idee sono sorprendenti ed originali e costituiscono il principale motivo del suo grande successo internazionale.

Il gioco del mai – Jeffery Deaver

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Titolo: Il gioco del mai

Autore: Jeffery Deaver

Editor: Rizzoli

Traduzione. Sandro Ristori

Colter Shaw si guadagna da vivere incassando le ricompense offerte dai familiari delle persone scomparse. Non è un ex poliziotto o un ex militare, anche sa ha ricevuto dal padre una educazione dura che gli ha insegnato come sparare, sopravvivere in ambienti ostili, scalare montagne e superare difficoltà di ogni genere. La sua principale abilità è sempre stata quella di saper seguire le tracce. Degli animali da ragazzo e delle persone scomparse ora che lo fa per professione. Il suo ultimo incarico, ha portato Colter in California, alla ricerca di una studentessa universitaria scomparsa. Le indagini a poco a poco scoprono che il rapitore si sta comportando come se stesse giocando una partita di un popolare videogioco. Le ricerche della ragazza procedono ma il caso ha altre connessioni, altre vittime e Colter si ritrova al centro di una avventura sempre più complessa dall’esito imprevedibile.

La principale novità del libro è che c’è un nuovo personaggio come protagonista. Jeffery Deaver è solito essere uno scrittore seriale ma questa volta Lincoln Rhyme non entra in azione e New York non è la città dove è ambientata la storia. Difficile dire se Colter Shaw saprà sostituire Lincoln, per ora sembra che l’esordio sia promettente. Con questo libro “Il gioco del mai” Jeffery Deaver si conferma essere uno dei migliori scrittori di thriller americani. Il romanzo ha una trama fitta di avvenimenti, continui cambi di scena, indizi fuorvianti sui colpevoli e sull’esito finale della storia. Deaver descrive tulle le scene con grande accuratezza e precisione, anche se non è la prima volta che affronta temi legati ai videogiochi ed alla sua industria. In questo “Il gioco del mai”, Deaver ci mostra una Silicon Valley inedita, evidenziando non solo lo splendore delle grandi aziende informatiche, ma anche il lato meno noto, famoso e maltrettanto redditizio degli affari delle aziende dei video game e di come utilizzano la tecnologia per creare prodotti apparentemente innocenti, per raccogliere dati sulle persone che li utilizzano e per influenzarne le decisioni. Ovviamente è tutta finzione, ma le cronache quotidiane ci raccontano di una quantità di crimini che avvengono a nostra insaputa e di cui siamo sempre noi le vittime inconsapevoli, Non solo thriller, ma anche un modo originale e critico di fare luce sui pericoli nascosti delle tecnologie  e sul modello industriale della enorme e potentissima industria informatica americana, capace di produrre utili difficili da quantizzare ma anche incapace di distribuire in modo omogeneo e corretto anche solo una piccola parte di tale enorme ricchezza, con molte categorie di lavoratori, che pur hanno ruoli determinanti nella produzione dei sistemi che tanta ricchezza generano, sottopagate e costrette a dormire in macchina perché non si possono permettere di vivere in un appartamento in affitto a causa dei costi troppo alti e degli stipendi troppo bassi. Un libro avvincente e pieno di azione, sorprese e colpi di scena, che mette alla luce aspetti inediti e poco conosciuti dell’America. Una lettura rilassante e divertente, con qualche spunto per fare qualche riflessione sui legami tra industria e politica, interessi privati e strategie nazionali.

La casa delle voci – Donato Carrisi

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Titolo: La casa delle voci

Autore: Donato Carrisi

Editore: Longanesi

“La casa delle voci” è l’ultimo romanzo di Donato Carrisi, molto atteso dai suoi lettori dopo i brillanti esiti delle sue prove come regista cinematografico.

Questa volta il protagonista del romanzo è uno psicologo specializzato nel trattamento dei bambini con l’ipnosi, Pietro Gerber, soprannominato “addormentatore di bambini. Pietro riceve una telefonata da una collega australiana che gli chiede di seguire una paziente adulta che si trova proprio a Firenze, la città dove lavora Pietro, Hanna Hall, una persona che rivive in continuazione un ricordo che se reale potrebbe essere la prova di un omicidio commesso molti anni fa. Pietro accetta l’incarico dopo molte perplessità, per il fatto che la paziente è adulta e non rientra nel suo campo solito di attività e teme di non essere in grado di dare un contributo positivo alla scoperta della verità. Ma dopo molti dubbi e date le insistenze della sua collega australiana, accetta l’incarico. Inizia per Pietro una avventura sconvolgente attraverso la storia di Hanna Hall che avrà grandi conseguenze, del tutto inaspettate, sulla sua vita.

Il libro cattura il lettore fin dalle prime righe, la scrittura magnetica di Carrisi si manifesta subito, si rimane subito invischiati nella rete senza possibilità di liberarsi, l’unica possibilità è finire il libro. Carrisi si dimostra ancora una volta un profondo conoscitore delle parti più oscure e nascoste dell’animo umano ed in particolare in questo libro, della psicologia dei bambini. La storia è ambientata a Firenze che si presta ad offrire un ottimo sfondo alla storia senza risultare troppo invadente. La trama del romanzo è meno complicata rispetto ad altri libri di Carrisi, per una lettura più veloce e rilassata, anche se piena di emozioni, paure ed ambiguità. L’autore riesce di continuo a sorprendere il lettore, portandolo fuori strada per poi ingannarlo di nuovo, in un continuo gioco di sorprese e di imprevisti. Donato Carrisi affronta nel libro la complessità delle relazioni familiari e la delicata situazione in cui si trovano i bambini che crescono senza saper distinguere il bene dal male, con gli affetti e le abitudini che spesso giocano brutti scherzi. Lo fa sfruttando i punti di forza della sua scrittura, un mix unico di psicologia, follia criminale e genialità.

La spia corre sul campo – John Le Carré

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Titolo: La spia corre sul campo

Autore: John Le Carré

Editore: Mondadori

Traduzione: Elena Cappellini

John Le Carré è riuscito alla veneranda età di 88 anni a sfornare un romanzo attuale e brillante come “La spia corre sul campo”, ultima delle sue opere dedicate al mondo misterioso e sempre affascinante dello spionaggio internazionale.

Il protagonista della storia è Nat, un agente di 47 anni che è in attesa di essere messo a riposo, dopo vent’anni trascorsi sul campo a cercare in tutto il mondo possibili collaboratori da reclutare per difendere gli interessi del suo paese. Inaspettatamente, invece del solito posto da dirigente di un ufficio poco operativo oppure di una proposta per mettersi in proprio in una attività di tutto riposo finanziata dai servizi, a Nat viene proposto il ruolo di responsabile di un piccolo ufficio che si occupa di agenti stranieri dormienti, in particolare legate al mondo russo. La Russia continua ad essere motivo di grande preoccupazione per la Gran Bretagna, per le attività spesso illecite e misteriose di molti suoi uomini di affari e personaggi appartenenti al mondo della politica.

La storia vede la vita professionale di Nat mescolarsi con i suoi problemi familiari, costituiti principalmente dai rapporti non proprio idilliaci con sua figlia, una giovane scapestrata e ribelle che poco di adatta alla vita dei suoi genitori. Un romanzo che illustra i metodi di lavoro dello spionaggio, il modo di reclutare le spie, come vengono controllate, come si svolgono i rapporti tra i vertici dello spionaggio e la politica. Le Carré, tramite i suoi personaggi, critica l’inadeguatezza dell’attuale classe politica, la povertà di idee ed il poco ortodosso modo di governare. La voce narrante è quella dello stesso Nat che in prima persona racconta con precisione e misura gli avvenimenti. Una storia di spionaggio scritta con grande stile e classe, priva di azioni mirabolanti e spettacolari, senza nessun ausilio di mezzi tecnologici strabilianti, con il solo racconto dei fatti e delle vicende dei vari personaggi. La trama è costruita con grande abilità, una rete fitta che cattura il lettore senza dargli la possibilità di liberarsi fino alla fine del libro. Un racconto dall’incedere costante, senza brusche accelerazioni e frenate, con personaggi veri e credibili, le cui storie professionali e personali si mescolano con i pregi ed i difetti che possono essere riscontrati nelle persone appartenenti a qualsiasi gruppo di lavoro, dove ciascuno non esita a mostrare i propri limiti e difetti pur di sfruttare ogni occasione per mettersi in mostra, per superare i propri colleghi, per puntare ad un avanzamento di carriera. Tutto come nel mondo reale e quindi la storia di questo “La spia corre sul campo” risulta credibile proprio perché lo sono i suoi protagonisti. Il romanzo ha come sfondo fatti di grande attualità della cronaca politica della Gran Bretagna di questi giorni, con i relativi collegamenti con le gesta dei capi di stato delle principali potenze mondiali. Tutto per aumentare l’attualità del romanzo a vantaggio dell’interesse dei lettori.

Forse ho sognato troppo – Michel Bussi

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Titolo: Forse ho sognato troppo

Autore: Michel Bussi

Editore: edizioni e/o

Traduzione: Alberto Bracci Testasecca

Nathalie ha una vita apparentemente perfetta. Una bella casa, un marito, due figlie, due nipoti, ha 53 anni ed è ancora una donna attraente. Ha un lavoro invidiato da molte donne, è una hostess dell’Air France, impiegata sui voli intercontinentali. Viaggia tre volte al mese sulle tratte intercontinentali, destinazioni lontane, in tutti i paesi del mondo, un sogno per la maggior parte delle persone. E’ innamorata del suo lavoro e della sua famiglia a cui dedica tutto il tempo libero. La vita impegnata e laboriosa di Nathalie viene turbata da una serie di strane circostanze che la costringeranno a rivivere una successione di viaggi e di avvenimenti che vent’anni prima avevano segnato profondamente la sua vita. Le analogie con il passato sono troppo strane, le coincidenze troppo improbabili per non pensare che ci sia un disegno preciso dietro quello che sta turbando la vita di Nathalie.

Presentato come un libro giallo, in realtà è la storia di un amore folle e irrazionale tra Nathalie e un giovane musicista di nome Ylian, con i protagonisti che decidono di troncare la loro relazione mettendo da parte il cuore a favore della ragione e del conformismo. Questo romanzo di Michel Bussi contiene tutti gli ingredienti per soddisfare i gusti di molti lettori, una specie di libro di genere universale, per metà giallo e per metà storia romantica. Una trama con un intreccio misterioso, con incidenti sospetti, rapimenti, tentati omicidi, cronache di voli intercontinentali e racconti della vita di bordo degli equipaggi, soggiorni in luoghi esotici, descrizioni dettagliate di città lontane, tanta musica, racconti di vita quotidiana mescolati con eventi straordinari ed imprevedibili, il racconto di una storia d’amore e di passione di rara intensità, un pizzico di erotismo. Un amore travolgente e totale anche se di breve durata tra la hostess e il musicista che segnerà per sempre la vita dei due.  La trama è ben confezionata e questo “Forse ho sognato troppo” si rivela un libro intrigante anche se l’autore ha spinto troppo sul tasto romantico, almeno per i miei gusti. Un romanzo raccontato su due piani temporali, nel 1999 e nel 2019, con continui salti avanti e indietro nel tempo, per raccontare gli eventi della storia che si ripetono a distanza di vent’anni con troppe analogie con il passato per essere solo il frutto del caso. La trama è strutturata in modo molto articolato, senza nessun indizio sull’epilogo della storia, con l’autore che conduce il lettore lungo un percorso a ritroso nel tempo che riuscirà a spiegare gli eventi imprevedibili del presente.

L’istante presente – Guillaume Musso

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Titolo: L’istante presente

Autore: Guillaume Russo

Editore: La nave di Teseo

Traduzione: Sergio Arecco

Arthur Costello è un giovane medico, figlio di un famoso chirurgo con cui non ha mai avuto buoni rapporti. Un giorno il padre organizza con lui una battuta di pesca ma è solo una scusa per portarlo al faro di cui la famiglia è proprietaria. Il padre gli offre in eredità la proprietà della torre ad una condizione tassativa, ossia di non aprire mai una porta metallica che si trova nella cantina e che lui stesso aveva murato proprio per evitare che fosse aperta e che fosse svelato il terribile segreto che nasconde. Arthur accetta la condizione imposta dal padre, firma tutti i documenti e diventa a tutti gli effetti il legittimo proprietario del faro. Appena rimane solo, Arthur trova degli attrezzi e per prima cosa abbatte il muro ed apre la porta che lo conduce nella stanza che il padre gli aveva chiesto di non violare per nessuna ragione. Inizia per Arthur una storia incredibile, una specie di viaggio attraverso il tempo, la sua famiglia ed i suoi affetti. Conoscerà Lisa, una ragazza che studia recitazione e che si mantiene agli studi facendo la barista, si innamorerà di lei e inizierà una storia d’amore molto particolare a causa della particolare condizione in cui si trova Arthur dopo essere entrato nella stanza segreta del faro. La storia si sviluppa in modo imprevedibile, con i tempi tipici di un thriller, con il segreto della stanza del faro che sembra doversi svelare da un momento all’altro e risolvere il mistero che sovrasta tutta la storia. Solo alla fine il lettore scoprirà che il libro non è un thriller ma una storia completamente diversa.

Il libro tratta il tema delle scelte che si fanno nella vita di cui non riusciamo a comprendere le conseguenze e le influenze che avranno negli eventi futuri della nostra vita. Un romanzo che racconta l’incredibile avventura di Arthur alla ricerca della sua felicità, in un viaggio apparentemente sconclusionato nel tempo, in cui subisce gli eventi che gli accadono. Solo quando riuscirà a mettere insieme idee e ricordi troverà il senso degli avvenimenti della sua vita.

Guillaume Musso in questo libro dichiara di essersi ispirato ad altre opere che hanno trattato il viaggio nel tempo, ma in “L’istante presente” è riuscito a scrivere un racconto originale e non scontato, trattando il senso della vita, l’importanza degli affetti e della famiglia e sulla capacità di superare drammi e disgrazie familiari. La storia ha una ambientazione vagamente oscura con apparenti continui passaggi di Arthur da sogno a realtà, con il lettore in balia di queste sensazioni alterne di cui non riesce a comprenderne la natura  se non alla fine del libro. La scrittura è lineare e piacevole, la lettura procede velocemente, per una conclusione assolutamente imprevedibile.

Il treno per Istanbul – Graham Greene

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Titolo: Il Treno per Istanbul

Autore: Graham Greene

Editore: Sellerio

Traduzione: Alessandro Carrera

Il treno per Istanbul è stato il primo grande successo di Graham Greene, la prima edizione fu pubblicata nel 1932, questa ultima edizione del 2019 è pubblicata da Sellerio. Sono molti gli elementi di interesse per questo libro, dall’ambientazione sul treno Orient Express, che ha mantenuto intatto il suo fascino con il passare del tempo, la carriera dell’autore, divenuto uno dei principali scrittori inglesi del dopoguerra e la sua reale appartenenza al MI6, il servizio segreto di spionaggio per l’estero della Gran Bretagna, ossia l’orgonizzazione a cui appartiene il mitico James Bond. L’edizione di Sellerio nella collana “La memoria” ha in copertina una immagine pubblicitaria del viaggio in treno più famoso della storia, un piccolo dettaglio che colpisce la fantasia del lettore, che appena prende in mano il libro si ritrova già in viaggio.

Il libro racconta le avventure sul treno Orient Express di un gruppo assortito di viaggiatori che l’autore ha scelto per rappresentare, tramite le loro storie,  la situazione politica dell’Europa dell’epoca. I viaggiatori coinvolti nel viaggio sono un comunista idealista, un ricco ebreo in viaggio d’affari, una giornalista a caccia di scoop, un ladro che sta rischiando la vita, una ballerina di fila in viaggio per Istanbul con la speranza di essere ingaggiata da una compagnia inglese. L’Europa sta vivendo un periodo difficile, in Germania sta per nascere il partito nazista, tutta Europa è pervasa dall’antisemitismo ed in generale da sentimenti contrari alla solidarietà. Il libro è nato come un thriller ma ha avuto maggior fama per aver anticipato quello che sarebbe accaduto da lì a poco in Europa. Nel 1933 Il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei lavoratori, guidato da Adolf Hitler, salì al potere dando origine al Terzo Reich. Il libro racconta le vite dei protagonisti ma in realtà prevede il pericolo costituito dalle ideologie del momento e delle loro enormi conseguenze sulle sorti europee. Il romanzo è scritto con grande ritmo, con molta attenzione verso gli aspetti caratteriali dei personaggi, con una costruzione dell’intreccio molto precisa, con diversi spunti umoristici che aumentano il piacere della lettura.