Titolo: Riccardino
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Sellerio
Riccardino è l’ultimo libro di Camilleri e non poteva non dedicarlo al suo personaggio più amato ossia il Commissario Salvo Montalbano. Quale Montalbano? Il protagonista dei libri o il suo alter ego della televisione? Tutti e due. In questo libro Salvo Montalbano deve fare i conti con il suo antagonista televisivo. E l’autore si prende il suo spazio, cercando di dire la sua nelle indagini di Montalbano. E se Camilleri si mette a fare l’investigatore, allora il commissario Montalbano si mette a fare il lavoro di Camilleri e decide da sé come porre fine al personaggio. Un libro i cui contenuti del giallo ricalcano le tante precedenti avventure, le solite ambientazioni, i soliti Catarella e Fazio al fianco del loro adorato Commissario. I soliti screzi con i superiori, il suo modo di fare integerrimo che non fa sconti a nessuno, quel brutto carattere che gli ha impedito di fare carriera ma che gli è valso molte onorificenze umane. Si sente la mancanza di Mimì, in ferie, stupisce la scarsa presenza della fidanzata Livia, presente solo in qualche telefonata. Di questo libro tutti sanno che è stato scritto molto tempo fa, che è stato corretto negli ultimi mesi di attività di Camilleri. Un lavoro che è difficile giudicare. Vengono in mente i tanti momenti di lettura entusiasmanti, la serie televisiva che ha meritatamente conquistato un vasto consenso, grazie ad interpreti straordinari e ad ambientazioni altrettanto straordinarie. Era tutto scritto nei libri, quindi tutto il merito è di Andrea Camilleri, che ci ha regalato tutto questo spettacolo. Pensare che non ci sarà nessun nuovo romanzo con Montalbano è una cosa triste ma dobbiamo accettare il corso della vita. Quindi niente tristezza e pensiamo con la massima gratitudine a Camilleri ed a tutte le belle cose che ci ha regalato.
Lo sto leggendo ora. Mi sembra che lo scrittore giochi molto con il lettore, tipo lo sguardo ammiccante in camera di un protagonista durante un film quando si rompe la quarta parete.
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E’ proprio così. Camilleri si è divertito a giocare con il lettore.
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