Titolo: Gli ansiosi si addormentano contando le apocalissi zombie
Autore: Alec Bogdanovic
Editore: Rogas
Tutta colpa dell’insonnia. Aveva sedici anni e non dormiva. Carattere arrendevole, poca voglia di studiare anche se il profitto non era male. Scopre che le sbarre alle finestre della scuola erano state messe dopo che un ragazzo di era buttato di sotto. Questa scoperta gli fece capire che la vita era dura anche per gli altri. Sfigato cronico, fisico non proprio scultoreo, negato per lo sport, sempre in preda all’ansia, inseparabile compagna di vita. Cosa meglio di una pillolina per farla passare? Cominciò con gli ansiolitici per poi passare agli antidepressivi. Una escalation di sfighe, scelte scellerate e miserie varie, il protagonista percorre gli anni dall’adolescenza all’età adulta sempre in preda all’ansia.
Un libro che affronta il problema dell’ansia e della dipendenza dai medicinali che la dovrebbero curare. Un libro che sembra autobiografico, spero per l’autore che non lo sia completamente, che racconta le tragedie della sua vita in forma ironica. Lo stile è brillante, l’umorismo copre le tragedie vissute dal protagonista. Un racconto irriverente, una presa di coscienza della propria condizione, l’umorismo come trattamento alternativo alle medicine. Una presa in giro della nostra società, che ci vuole tutti bravi, quasi perfetti, sempre pronti a salire, la sconfitta non è da prendere in considerazione. Non tutti possono essere vincitori e qui nascono le difficoltà, la depressione che diventa malattia del secolo. Ancora oggi c’è chi non considera la depressione come una malattia, ma in realtà le persone colpite sono molte e il loro numero è in continua crescita. Lo stile di Alec è sarcastico, secco e dissacrante, mette in ridicolo la malattia, i malati e la nostra società, che pensa di far guarire la depressione con le medicine mentre l’unica cura è dentro le persone che devono trovare da sole il modo per lasciarsi alle spalle la depressione.
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