Borgo Sud

BORGO SUD

Titolo: Borgo Sud

Autore: Donatella Di Pietrantonio

Editore: Einaudi

Borgo Sud riprende la storia dell’Arminuta, precedente romanzo di Donatella Di Pierantonio, raccontando le travagliate vicende umane della protagonista, che anche in questo romanzo rimane senza nome, e di sua sorella minore Adriana. Le sorelle sono legate tra loro anche se molto diverse, si attraggono e si respingono, senza avere la capacità di stabilire un rapporto continuo e duraturo. Sia la protagonista che Adriana si sposano presto, ma i matrimoni naufragano lasciando pesanti ferite in entrambe. Il loro rapporto con i genitori è praticamente inesistente, fatto solo di conflitti e di incomprensioni, totalmente anaffettivo. Le due sorelle vorrebbero fuggire da Borgo Sud, periferia di Pescara, ma i legami con la terra natia sono difficili da sciogliere e da dimenticare. Un libro che racconta con molta efficacia la mentalità degli abruzzesi di qualche decennio fa, persone che hanno conosciuto la durezza della vita e che sono rimasti di mentalità chiusa e poco propensi ad esternare i propri sentimenti e le proprie emozioni. Le nuove generazioni sentono l’urgenza di lasciare le case dei genitori, di trovare la propria realizzazione in luoghi diversi, ma la fretta non sempre aiuta a trovare le giuste soluzioni. Un libro di storie di provincia che raccontano la durezza della vita in questi luoghi pur affascinanti e pieni di bellezza. La scrittura contiene inserti di modi di dire e di parole dialettali abruzzesi, facili da comprendere, ma ben inseriti nel racconto, lo fortificano e lo caratterizzano. Continui salti temporali movimentano la storia. Lo stile di scrittura è molto piacevole, fluido ed elegante, quasi musicale. Una storia piena di tristezza, di vite vissute rudemente, senza gioia.

Lacci

LACCI

Titolo: Lacci

Autore: Domenico Starnone

Editore: Einaudi

Un libro che racconta del matrimonio di Vanda e Aldo, dei due figli Sandro ed Anna e di Lidia, l’amante giovanissima di Aldo che era stata la causa di una lunga separazione tra i due coniugi dopo circa 12 anni di matrimonio. Vanda ed Aldo erano riusciti a tornare insieme, per la voglia di Vanda di mantenere unita la famiglia. Il libro è costruito in modo intrigante, con la prima parte raccontata in prima persona da Vanda al tempo della separazione causata dall’innamoramento di Aldo per Lidia, la seconda parte raccontata da Aldo, con i due coniugi ormai anziani, che vivono insieme senza amarsi, ma sono legati tra loro da tanti ricordi e vicende della vita. La terza parte è invece raccontata dai due figli, che scoprono di non amare e di non stimare per niente i due genitori.

I personaggi del libro abbastanza irritanti per la loro inettitudine e non ho provato alcuna empatia per nessuno di loro. Il libro pone al lettore grandi quesiti relativi al matrimonio. E’ meglio seguire i propri istinti quindi non subire i vincoli imposti dal matrimonio oppure è meglio stare insieme a tutti i costi anche quando non c’è più amore? Che conseguenze ci sono per i figli? Tali discussioni sono sempre più comuni ai giorni d’oggi, con l’istituzione del matrimonio sempre meno popolare e con le persone che sempre più spesso inseguono la propria felicità senza tenere conto delle esigenze del partner e gli obblighi verso i figli. Non c’è una riposta unica, dipende dalle persone, ci si può amare per tutta la vita ed essere pessimi genitori, oppure separarsi ed essere ottimi genitori. Di certo se non si è come Vanda ed Aldo il matrimonio ha molte più possibilità di avere buoni risultati in caso di figli.

Come una guerra

COME UNA GUERRA

Titolo: Come una guerra

Autore: Nicolas Mathieu

Editore: Marsilio

Traduzione: Margherita Botto

Siamo in Francia, nella zona dei monti Vosgi, vicino Strasburgo, al confine con la Germania. La Velocia, uno stabilimento che produce componentistica per l’industria dell’auto, è una delle più antiche fabbriche della zona. E’ in crisi da tempo ed ora il rischio di chiudere è concreto come non mai. Tra gli operai ci sono Martel, un sindacalista di grande carisma, e Bruce, tanti steroidi che gli hanno gonfiato i muscoli ma scarso di cervello. Sanno che rimarranno senza stipendio a breve e l’unica cosa che riescono a mettere in pratica è il rapimento di una ragazza che si prostituisce nelle strade di Strasburgo. Il progetto è di rivendere la ragazza alla malavita locale. I due sono criminali dilettanti ed il loro piano non è stato studiato in tutti i particolari. Soprattutto i due non avevano previsto la determinazione di Rita, una ispettrice del lavoro sempre attiva e generosa verso gli altri.

Un libro che è un thriller con tinte noir, dove la parte relativa al crimine ha lo stesso peso della parte relativa alla descrizione della situazione sociale della zona, della vita senza speranza e senza futuro dei lavoratori della fabbrica e delle loro famiglie. Senza soldi e fiducia nel futuro non c’è possibilità di riscatto, gli ascensori sociali sono destinati ad altre categorie. La vita nelle provincie industrializzate ed abbandonate a sé stesse è fatta solo di disperazione e poco altro. Dedicare la propria vita ad un lavoro che non ti lascia tempo per fare altro, per uno stipendio che ti consente solo di sopravvivere, per essere licenziato quando le cose vanno male, è spesso una scelta che un destino avverso pone come unica possibilità. Nicolas Mathieu è nato nelle zone in cui ha ambientato il suo romanzo di esordio, conosce bene la zona, la natura e l’atmosfera che si respira. La trama mantiene per tutta la durata del libro una tensione costante, tante storie si intrecciano attorno alle vicende della fabbrica ed a quelle di Martel, Bruce e Rita. Il libro descrive con grande efficacia le condizioni delle persone, le paure, le tensioni sociali, la mancanza di speranza. Un libro che denuncia il rischio che corrono le zone industrializzate dell’Europa se non sapranno adeguarsi ai cambiamenti sociali ed industriali. Si prospetta uno scadimento della qualità della vita che potrebbe riguardare milioni di persone se la politica non riuscirà a cambiare qualcosa. Quale futuro potranno avere molte zone dell’Europa senza le grandi produzioni industriali, ormai localizzate sempre più nell’Estremo Oriente? Un libro che pone tanti interrogativi che restano senza risposta. Ma proprio per questo non bisogna smettere di cercarle queste risposte per provare a cambiare qualcosa.

Gli ultimi giorni di quiete

GLI ULTIMI GIORNI DI QUIETE

Titolo: Gli ultimi giorni di quiete

Autore: Antonio Manzini

Editore: Sellerio

Nora e Pasquale, marito e moglie, genitori di Corrado, l’amato figlio ucciso nel corso di una rapina nella tabaccheria di famiglia. Un dolore che nessun genitore dovrebbe mai provare. Dopo neanche sei anni dal terribile giorno della rapina, Nora sta viaggiando in treno e riconosce l’assassino di suo figlio, Paolo Dainese. Da poco uscito di prigione, grazie alla buona condotta e qualche aiutino, è libero dopo così poco tempo e sta cercando di rifarsi una vita, ha pagato il suo debito con la giustizia. Nora avvisa Pasquale dell’incontro. I due genitori ritengono sia inaccettabile che l’assassino di loro figlio sia in libertà dopo così poco tempo, mentre il loro amato figlio è per sempre in un cimitero. I due non si parlano quasi più da quando il figlio è morto. La loro vita è stata distrutta in modo irreparabile. Nora decide da sola cosa fare, sparisce di casa senza condividere la sua decisione con Pasquale. Anche Pasquale prende una decisione, ma poi cambia idea, torna indietro e decide cosa fare davvero.

Un libro che racconta una vicenda drammatica, che colpisce profondamente i sentimenti, che mette alla prova le persone colpite al di la di ogni immaginabile limite. Per i due genitori inizia un viaggio senza ritorno, dove il dolore cancella la razionalità ed il perdono non può essere una possibilità. Un romanzo che pone il lettore di fronte a dubbi enormi su ciò che è lecito e illecito fare quando la sorte è così violenta ed avversa come nel caso di Nora e Pasquale. Quante vite per sempre rovinate per un gesto insensato, quando dolore e quante sofferenze. Un libro duro, durissimo, che lascia il segno, tanto dolore che non può essere alleviato. Manzini abbandona lo stile irriverente delle storie di Rocco Schiavone per scrivere una storia crudele, durissima, con uno stile diretto, senza giri di parole, senza ammorbidire nulla di un racconto purtroppo ispirato da una storia vera. Questo libro non è evasione o finzione, ma una lettura sofferta, dolorosa, piena di domande a cui tutti noi non vorremmo mai dover dare una risposta.

I delitti della salina

I DELITTI DELLA SALINA

Titolo: I delitti della salina

Autore: Francesco Abate

Editore: Einaudi

Un giallo ambientato a Cagliari nel 1905. A quel tempo la manifattura dei sigari era una delle principali attività economiche della città insieme alla produzione di sale. Clara Simon è una ragazza di 24 anni, madre cinese e padre italiano. La madre è morta durante il parto di Clara mentre il padre è tra i dispersi di guerra. Clara vive con il nonno, un uomo ricco e potente, tra i più in vista di Cagliari. Clara lavora al giornale “Unione”, è stata retrocessa a correggere le bozze per via di una storia che le aveva provocato qualche problema con la giustizia. Una donna che lavora alla fabbrica dei sigari la avvicina per dirle che a Cagliari stanno sparendo molti bambini del mercato, ossia quei piccoli poveri e disperati che vivono aiutando a muovere le merci. Uno di loro è stato trovato cadavere alla salina. Clara comincia subito ad indagare insieme al suo amico giornalista Ugo Fassberger e trova un inaspettato alleato nel tenente dei carabinieri Rodolfo Saporito, un giovane militare da poco arrivato a Cagliari, da Napoli. Clara dimostrerà tutto il suo coraggio mettendo a repentaglio la sua incolumità e la sua carriera di giornalista per difendere i più deboli.

In quegli anni la Sardegna è piena di tensioni sociali, i lavoratori cominciano a rivendicare i loro diritti, il potere è in mano a persone poco avvedute ed impreparate ad affrontare i cambiamenti, per niente disposti a fare concessioni alle classi meno agiate. Clara Simon è l’unica donna giornalista della Sardegna e si ritrova a dover combattere contro un ambiente a lei ostile in quanto donna, per giunta mezza asiatica e oltretutto schierata dalla parte degli ultimi, quelli che nessuno vuole difendere. Clara combatte contro tutti e non accetta compromessi, nella sua professione come nel resto delle vicende della sua vita. Lei si schiera con i deboli contro i forti e la sua battaglia darà voce e coraggio a coloro che in genere subiscono solo, quelli di cui nessuno si ricorda neanche quando vengono uccisi. Un libro che emoziona e che mostra il costo delle ingiustizie e delle esasperate differenze sociali. Quante analogie ci sono tra quello che accadeva nel 1905 e quello che accade oggi dopo che sono trascorsi 115 anni?

Un matrimonio perfetto

UN MATRIMONIO PERFETTO

Titolo: Un matrimonio perfetto

Autore: Sarah Pinborough

Editore: Piemme

Traduzione: Rachele Salerno

Marcie è la seconda moglie di Jason Maddox, un uomo ricco e importante. Ha voluto questo matrimonio con tutta la sua forza ed ora che è entrata nel mondo esclusivo dei ricchi, non vuole perdere il suo nuovo status. Il socio di Jason, William, torna da Londra dopo un viaggio di lavoro con una nuova e giovane moglie, Keisha, che attira su di se tutte le attenzioni della cerchia di amici di William. Jason sembra molto attratto da Keisha, al punto che Marcie arriva a temere per la tenuta del suo matrimonio. Ma lei non vuole perdere nulla di tutto quello che ha ottenuto, la bella casa, le feste, i ristoranti di lusso, le gite in barca, gioielli e shopping. Inizia una sfida tra Keisha e Marcie, i cui esiti saranno del tutto imprevedibili. Un thriller nell’ambiente snob degli americani che contano, dove ricchezza e potere attraggono molte attenzioni soprattutto da parte di chi non ha mai posseduto nulla.

Un thriller che vede protagoniste donne la cui immagine pubblica impeccabile nasconde storie che non possono essere rese pubbliche. Donne capaci di far perdere la testa a tutti gli uomini ma che dietro la bellezza nascondono un freddo cinismo che guida ogni loro mossa verso la conquista della ricchezza, capaci di ogni bugia e raggiro per raggiungere gli obiettivi.

Sarah Pinborough ha uno stile diretto e lineare mentre le sue trame sono contorte e piene di direzioni sbagliate e di inganni in cui viene trascinato il lettore. In una società maschilista come è quella degli americani benestanti, con i club esclusivi dove i soci sono solo maschi e le mogli sono solo ospiti, in realtà sono le donne che tirano le fila delle famiglie e pilotano i loro mariti a loro piacimento, tra falsità e ipocrisie, tra finte amicizie e felicità simulata. Un mondo crudele che perdona tutto a chi ne è parte fin dalla nascita, mentre è molto crudele con chi ci arriva con il matrimonio. Un thriller originale, con un finale sorprendente.

Fiori

FIORI

Titolo: Fiori

Autore: Maurizio De Giovanni

Editore: Einaudi

“Fiori” è l’undicesimo romanzo che vede protagonisti i “bastardi”, ossia i poliziotti del commissariato di Pizzofalcone, un quartiere nel centro di Napoli. Il Commissariato di Pizzofalcone è sempre a rischio di essere chiuso, i poliziotti devono scoprire i colpevoli in fretta, non si possono permettere passi falsi. Devono affrontare la diffidenza delle persone del quartiere che non vogliono testimoniare, che non vogliono essere coinvolte nelle indagini, che non si fidano dei poliziotti. Ma i “Bastardi” sono tenaci, affrontano il loro lavoro come una missione, indagano in tutte le direzioni, contro tutto e contro tutti.

Un fioraio viene ucciso nel suo negozio. Era una persona amata e rispettata da tutto il quartiere, una persona gentile e premurosa, che conosceva tutto dei fiori, che li sapeva consigliare ai suoi clienti in base alla tipo di persona a cui andavano regalati ed alla circostanza. In una città come Napoli l’assassinio di un commerciante fa subito pensare alla malavita organizzata, allo strozzinaggio. Ma questa volta c’è qualcosa di diverso dai soliti omicidi, troppa violenza, troppo accanimento contro una persona a cui tutti volevano bene.

De Giovanni ci continua a raccontare Napoli, sia la città che i suoi cittadini, con i suoi racconti a metà tra il giallo ed il noir, con personaggi di grande spessore umano, che a loro volta sono perfettamente inseriti nella trama, che risulta sempre credibile e ben costruita. De Giovanni esprime tutta la sua sensibilità quando tratta i sentimenti ed i pensieri dei suoi personaggi, descrive i luoghi usando uno stile efficace riuscendo a far vedere al lettore quello che vuole come se avesse una telecamera. La sua scrittura cresce e si adatta allo scopo che si prefigge ed in questo libro descrive i profumi dei fiori, grandi protagonisti del racconto, cogliendo sfumature uniche ed originali. Questa indagine riserva un finale inaspettato e imprevedibile. Nei suoi romanzi De Giovanni esibisce la normalità della vita quotidiana delle persone comuni per raccontare storie piene di cose straordinarie. E questa normalità è una delle chiavi del successo.

Gli occhi di Aisha

GLI OCCHI DI AISHA

Titolo: Gli occhi di Aisha

Autore: Jesper Stein

Editore: Marsilio

Traduzione: Maria Valeria D’Avino

Axel Steen è un poliziotto che viene da un periodo difficile. Due anni prima era stato il protagonista di un caso in cui era sotto copertura che aveva avuto un notevole risalto in tutta la Danimarca. Aveva rischiato di morire e durante la convalescenza si era lasciato andare. Ora si era ripulito ed aveva ripreso il suo lavoro. Tante cose erano cambiate ma lui era rimasto fedele a sé stesso, insofferente alle regole e contrario ai compromessi ed alle ipocrisie. Il suo nuovo caso è di quelli scottanti. Un ex agente dei servizi segreti viene ucciso nel suo appartamento dopo aver subito sevizie e mutilazioni tremende. La vittima era stata coinvolta in alcuni casi legati al terrorismo internazionale. I capi di Steen non si fidano troppo di lui che viene affiancato nelle indagini da un collega, mentre anche i servizi segreti, con il pretesto di collaborare, in realtà cercano di ostacolare il suo lavoro. Le indagini coinvolgeranno anche la vita privata di Alex Steen ed i suoi affetti più cari. Steen è un uomo che non scende a compromessi, sempre, indipendentemente dal prezzo che tale scelta può comportare.

Un libro giallo che si trasforma in una spy story, una trama senza respiro che racconta del terrorismo straniero, delle difficoltà che gli investigatori hanno a conciliare il loro lavoro con la vita privata, i metodi di lavoro delle agenzie di intelligence, le operazioni internazionali che spesso eludono le regole del diritto in nome degli interessi superiori, le conseguenze inimmaginabili della violenza e delle persone che cercano vendetta. C’è spazio anche per alcuni spaccati della società danese, di come appare e di come è nella realtà, con una immagine esteriore che non rappresenta la sostanza delle cose. Axel Steel è un protagonista granitico, un duro che non tralascia i sentimenti, ma che cerca i colpevoli ad ogni costo. Un uomo coraggioso sia con i criminali che con i suoi superiori, di fronte ai quali si comporta sempre in modo coerente con i suoi principi senza accettare compromessi. Molti i riferimenti ad operazioni di intelligence che hanno coinvolto altre nazioni occidentali che hanno avuto un grande risalto anche in Italia, un modo in più per destare l’interesse del lettore. Copenaghen appare come una città in cui la convivenza multiculturale non è così facile ma che è causa di pericoli e di preoccupazioni. Il tema principale del libro è molto attuale e sentito, ossia fino a dove è lecito invocare la ragion di stato e l’interesse della maggioranza dei cittadini per giustificare comportamenti illeciti da parte delle istituzioni?

La pattuglia dei bambini

LA PATTUGLIA DEI BAMBINI

Titolo: La pattuglia dei bambini

Autore: Deepa Anappara

Editore: Einaudi

Traduzione: Monica Pareschi

Il romanzo è ambientato in un basti, ossia uno slum di una grande città indiana. Jai è un ragazzino di nove anni, Pari e Faiz sono i suoi migliori amici. Un loro compagno di scuola e vicino di casa scompare gettando nel panico il basti. La polizia non indaga, la scomparsa di un ragazzino è cosa da poco in India. I tre amici decidono di diventare investigatori per ritrovare il loro amico. Nel basti le persone sono nervose e diffidenti, per la scomparsa del ragazzo e per la presenza della polizia, vengono alla luce gli eterni contrasti tra indù e musulmani, tutti sospettano di tutti. I bambini scopriranno cose che nemmeno la loro enorme immaginazione avrebbe potuto pensare.

Il libro racconta le condizioni di estrema povertà degli slum indiani, in cui vivono persone che non hanno nulla e che guadagnano pochi soldi al giorno che non bastano nemmeno per sfamarsi. Per noi occidentali è difficile immaginare tanta povertà che invece in India è diffusa al punto da non destare alcuna meraviglia. In tale contesto di povertà, i bambini sono consapevoli della loro condizione ma si comportano da bambini, quindi sognano e immaginano un futuro fantastico e si comportano con grande generosità. Per questi bambini soffrire la fame e la sete, vivere nell’immondizia, non avere neanche le poche rupie per comprare una caramella è una condizione normale. Sono bambini ma hanno capito da subito che la loro vita è quella che è, non si fanno illusioni, ma sanno cosa fare. Jai con i suoi amici inizia ad indagare e lo fa iniziando a cercare in una discarica. Lui è appassionato di film polizieschi e sogna di diventare da grande un famoso detective. Altri bambini spariscono, gli abitanti del basti hanno paura di manifestare per timore che la polizia possa cacciare tutti gli abitanti e demolire le casupole di lamiera in cui vivono, ma il dolore per la perdita dei figli è troppo grande anche per chi come loro vive in condizioni così disperate. Gli adulti, la polizia e la politica si dimostrano inconcludenti. I bambini prendono l’iniziativa ma il destino farà il suo corso. Un libro che racconta una realtà cruda e dolorosa, difficile da credere e sopportare. Non c’è lieto fine, nella realtà come nel libro.

Intrigo in Costa Verde

INTRIGO IN COSTA VERDE

Titolo: Intrigo in Costa Verde

Autore: Gianluca Arrighi

Editore: CentoAutori

Tribunale di Milano. L’avvocato Castriota viene colpito da un proiettile proprio fuori il tribunale mentre stava per salire in auto per tornare a casa. Viene ricoverato in ospedale in condizioni gravissime. Castriota aveva ricevuto l’incarico di indagare sull’omicidio di Lorenzo Solinas, un uomo politico sardo, candidato come sindaco della cittadina di Coraddu, sul lato occidentale della Sardegna, verso sud. Il suo collega di studio e amico Alex Manfredda parte subito per l’isola per cercare di scoprire qualcosa di più sull’ultimo incarico di Castriota e trovare il colpevole del tentato omicidio. Appena arrivato in Sardegna, lo stesso Alex sarà oggetto di attenzioni molto ravvicinate e dovrà usare tutto il suo ingegno e la sua esperienza per trovare la verità in una intricata matassa di affari, politica, interessi personali e relazioni sentimentali. Un romanzo ad alta tensione dove gli eventi si susseguono con un ritmo veloce senza un attimo di respiro.

Gianluca Arrighi è uno scrittore appartenente alla categoria che preferisco, ossia persone che svolgono professioni diverse e che sono anche scrittori. Gianluca è un avvocato penalista oltre che scrittore al suo settimo libro, le sue qualità di giallista ormai sono ampiamente dimostrate. Alex Manfredda si ritrova a fare l’investigatore in una zona per lui sconosciuta ed ostile, dove i provenienti dal “continente” sono considerati sgraditi e tollerati solo se arrivano come turisti. La zona si trova a dover contrastare le pressioni di chi vorrebbe cedere alle richieste dell’industria estrattiva oppure appoggiare le richieste legate all’industria del turismo. I risultati delle elezioni locali saranno molto importanti per il futuro del paese e l’omicidio del candidato sindaco Solinas sembra proprio essere stato deciso da una delle fazioni in lotta. Non possono essere trascurati alcuni fatti legati alla sua vita privata che però sembrano avere una importanza marginale. Il libro tratta temi importanti come lo sviluppo economico e la salvaguardia dell’ambiente, i legami tra affari e politica, il difficile equilibrio tra società civile e malaffare, i rapporti coniugali e le conseguenze di alcune relazioni sentimentali. Un libro giallo che consente qualche ora di evasione e divertimento ma che porta il lettore a riflettere su temi importanti. Alex Manfredda è un paladino della verità che mette a repentaglio anche la sua incolumità per arrivare a scoprire i colpevoli. L’ambientazione della storia è uno dei punti di forza, grazie alla natura ed alle tradizioni sarde, i cui particolari e dettagli sono stati abilmente sparsi nel racconto.

Il criminale pallido

IL CRIMINALE PALLIDO

Titolo: Il criminale pallido

Autore: Philip Kerr

Editore: Fazi

Traduttore: Patrizia Bernardini

“Il criminale pallido” è il secondo volume della trilogia che Philip Kerr ha dedicato alla Germania negli anni che precedettero la Seconda Guerra Mondiale. Siamo alla fine degli anni Trenta, il regime nazista ormai controlla tutta la vita dei tedeschi e gli ebrei sono sempre più oggetto di complotti e di campagne di disinformazione per alimentare l’odio contro di loro. Bernhard Gunther è un berlinese ex poliziotto , ora investigatore privato, che ama il bello della sua città ma che odia il suo brutto, temendo i segnali indiscutibili che preannunciano l’imminente tragedia in arrivo. In questo momento buio e pieno di incertezze, Gunther viene ingaggiato da una ricca signora per scoprire chi la sta ricattando. Gunther non immagina che questo suo incarico lo porterà in poco tempo ad indagare su alcuni dei nomi più importanti del nazismo. L’investigatore sarà costretto ad abbandonare la sua attività personale ed a fare ritorno nella polizia, con il grado di commissario, lui che detesta i nazisti ma che li teme, conoscendone il modo con cui reagiscono ai rifiuti.

La trama è quella di un giallo con contorni noir, con ambientazioni cupe e minacciose. Kerr scrive con uno stile secco, deciso e senza fronzoli, con molta tagliente ironia, pur descrivendo alcuni dei momenti più bui della vita tedesca. Gunther, dall’interno dell’apparato, combatte la sua guerra contro il nemico nazista, oltre alla sua missione principale che è quella di trovare chi sta assassinando in modo brutale alcune ragazzine, tutte belle, tutte bionde, tutte molto “ariane”. Il romanzo vede tra i protagonisti alcuni nomi divenuti tristemente famosi del regime nazista tra cui spicca Otto Rahn, un ufficiale delle SS che molti appassionati del nazismo magico e delle sue presunte origini occulte conosceranno come autore di due libri che ebbero un certo successo ed una certa influenza sui vertici del nazismo, “La crociata contro il Graal” e “La corte di Lucifero”. Otto Rahn partecipò anche alla campagna di scavi che i nazisti organizzarono nel sud della Francia, in Linguadoca, in particolare attorno al Castello Cataro di Montségur. Otto Rahn in questo libro appare come una specie di ciarlatano o di faccendiere, ma in realtà fu una figura ben più complessa, che porta dritti a storie molto intriganti che ruotano attorno alla vicenda moderna legata al Santo Graal ed al presunto mistero di Rennes le Chateaux. Ma questa è una storia tutta diversa. Se la materia Vi interessa, potrebbe essere l’argomento di uno dei prossimi post.

Il segreto del male

IL SEGRETO DEL MALE

Titolo: Il segreto del male

Autore: Craig Russell

Editore: Piemme

Traduzione: Andrea Russo

Siamo negli anni Trenta, in Cecoslovacchia, quando era ancora una nazione indipendente e libera. La Germania nazista stava prendendo forza e la popolazione era divisa tra gli entusiasti sostenitori di Hitler e coloro che invece intuivano l’approssimarsi di una tragedia. In questa atmosfera cupa si sviluppa la storia de “Il segreto del male”. Un giovane psichiatra di nome Viktor Kosarek si trova alla stazione di Praga per salire sul treno per andare al castello di Hrad Orlu, in Boemia, dove è stato assunto nel manicomio criminale con l’incarico di sperimentare le sue idee sulla cura dei malati di mente, utilizzando tecniche rivoluzionarie per l’epoca come l’ipnosi.  Viktor perderà il treno per evitare che un pazzo uccida una donna che aveva preso in ostaggio, riuscendo a convincerlo ad abbandonare il suo piano omicida. Dopo questo imprevisto, Viktor riesce a riprendere il suo viaggio fino al castello di Hrad Orlu, dove c’è il manicomio criminale che ospita i “sei figli del diavolo”, ossia i sei serial killer più crudeli dell’Europa Centrale. Viktor ha l’incarico di studiare le menti dei criminali per trovare il modo di renderli meno pericolosi. Inizia una avventura nelle menti dei criminali, dei medici e dei poliziotti che indagano sui crimini commessi da un misterioso serial killer che sta mietendo vittime a Praga, con il detective Smolák impegnato nelle indagini.

Un libro avvincente ed originale, con una ambientazione cupa e piena di mistero, con tanti riferimenti alle leggende popolari boeme ed al particolare periodo storico che sta vivendo la zona. Un viaggio nella pazzia di malati che hanno in comune lo sdoppiamento della personalità e l’ossessione per il diavolo, un romanzo a metà tra l’indagine storia e l’immaginazione fantastica.

L’assassino ci vede benissimo

L'ASSASSINO CI VEDE BENISSIMO

Titolo: L’assassino ci vede benissimo

Autore: Christian Frascella

Editore: Einaudi

Il protagonista è un investigatore privato, chiamato Contrera, ex poliziotto, sempre in bolletta, senza un ufficio, riceve i suoi clienti in una lavanderia a gettoni. Nato e residente a Barriera, un quartiere di Torino abitato per lo più da immigrati, dove regnano povertà degrado e violenza. Ha dovuto lasciare la polizia per una storia poco edificante di droga sequestrata e sparita. Ha lasciato la moglie e la figlia, che lo odiano, vive a casa della sorella con il cognato che non vede l’ora di sbatterlo fuori. Una vita tremenda, un disastro dopo l’altro, un continuo tirare avanti sull’orlo del precipizio, una incapacità cronica di risolvere i problemi. Nonostante tutto continua ad affrontare il suo destino con la sua irresistibile sfrontata irriverenza, di chi non ha nulla da perdere. A modo suo è un buon investigatore, cialtrone sì ma affidabile e rispettoso dei suoi clienti, che come lui vivono vite difficili. La storia inizia con un marocchino che si rivolge a lui per difendersi da un commerciante di auto usate che gli ha affibbiato una carretta che si è rotta dopo pochi minuti dall’acquisto. Un doppio omicidio viene commesso in una rivendita di kebab in cui casualmente era presente proprio Contrera, che si salva grazia ad un improvviso quanto fortunato problema allo stomaco. Il principale indiziato dell’omicidio è un amico di Contrera, un extracomunitario, a cui daranno la caccia sia la polizia che la ronda del quartiere, un gruppo di esaltati convinti di ripulire Barriera da spacciatori e malviventi con la violenza e le armi. Contrera si batterà per dimostrare l’innocenza del suo amico e per trovare il vero responsabile del doppio omicidio. L’ambientazione noir e la situazione di degrado del quartiere hanno come contraltare la vita di Contrera, un personaggio che esplora le varie forme di cialtroneria unita ad una ironia ed una leggerezza senza eguali. L’ambientazione è molto realista, con la faccia peggiore di Torino mostrata con realismo, senza esagerazioni, mostrando tutti i limiti della situazione sociale dei quartieri che un tempo erano popolari ed ora vedono i pochi abitanti autoctoni costretti a convivere con extracomunitari di ogni provenienza. A questo sfacelo sociale si uniscono i disastri combinati da Contrera con la sua ex moglie, con la sua nuova compagna, con sua figlia e sua sorella. Solo la piccola nipote lo adora, unica sua relazione familiare che non sia un disastro. Frascella scrive in modo brillante, fluido, allentando la tensione del racconto con un efficace sarcasmo. Contrera è un grottesco fallito, che si accontenta del pochissimo che ha, che non si aspetta nulla dagli altri, che si accontenta della soddisfazione morale che ricava dalla sua attività di investigatore. Forse è questo che lo rende così irresistibile.

Terra Alta

TERRA ALTA

Titolo: Terra Alta

Autore: Javier Cercas

Editore: Guanda

Traduzione: Bruno Arpaia

Terra Alta è una zona della Catalogna, poco sviluppata e attraente, molto lontana dalla bellezza e vivacità incomparabile di Barcellona. In questa zona dove in genere non succede mai nulla, avviene un fatto sconvolgente. I proprietari della principale azienda della zona, i coniugi Adell, vengono brutalmente assassinati nella loro casa, dopo aver subito torture inaudite. Viene uccisa anche una domestica ma su di lei non c’è stato l’accanimento brutale riservato ai due coniugi. Perché tanta violenza? Rapina degenerata, brutale vendetta oppure un omicidio secondo un rituale orribile? Melchor Marin è il poliziotto a cui vengono affidate le indagini. E’ un giovane con un passato difficile pieno di errori, che ha saputo riscattarsi fino ad arruolarsi in polizia. Si trova a Terra Alta per allontanarsi dalla notorietà non voluta conseguenza di un suo comportamento da eroe durante un attentato terroristico. Melchor è un grande lettore di romanzi e grazie a questa passione conosce Olga, la bibliotecaria del paese, di cui si innamora. L’indagine sul massacro degli Adell parte dagli affari e dagli interessi economici che la famiglia aveva nel mondo coinvolgendo anche tutti i membri della famiglia oltre che alcuni manager vicini al capo famiglia.

Il libro parte come thriller ma presto diventa il racconto della difficile e sofferta formazione di Malchor Marin oltre a trattare il tema della guerra civile spagnola, del franchismo e delle ferite ancora aperte e mai guarite che sono presenti nella società civile. I tre filoni narrativi si mescolano, senza un preciso ordine cronologico, con ottimo ritmo che alimenta e tiene vivo l’interesse del lettore verso le vicende narrate. Il romanzo ci racconta del senso della giustizia e della importanza delle scelte da fare nei momenti difficili, della inutilità della vendetta e delle conseguenze senza fine che innesca, dell’importanza degli affetti per trovare nella vita forza ed equilibrio, del fondamentale ruolo che hanno le letture nella formazione delle persone, della violenza sulle donne da parte di uomini che le considerano di loro proprietà. Javier Cercas scrive con uno stile fluido, netto, senza troppi giri di parole, esplora i sentimenti delle persone con sensibilità e tatto, senza moralismi e ipocrisie, andando al nocciolo della questione con grande precisione. Un libro di grande attualità, con molti temi di grande interesse, incentrato sulla vicenda personale del poliziotto Marin, un personaggio imperfetto e contraddittorio, alla ricerca della sua dimensione, sempre in bilico tra l’andare avanti o lasciarsi abbandonare alle conseguenze di un destino per niente generoso. Un libro vibrante ed emozionante tra i migliori del 2020.

Io sono l’abisso

IO SONO L'ABISSO

Titolo: Io sono l’abisso

Autore: Donato Carrisi

Editore: Longanesi

Da un lago emerge un braccio di una donna. Nello stesso lago una ragazzina tenta il suicidio e viene salvata da un uomo sconosciuto che sparisce dopo il salvataggio. Un angelo? No, è l’assassino della donna a cui è stato tagliato il braccio. I personaggi di questo romanzo non hanno un nome. Si chiamano “l’uomo che pulisce”, “la cacciatrice di mosche”, “la ragazza con il ciuffo viola”. Tra i personaggi c’è l’assassino, la vittima e l’investigatrice che cerca di evitare che il male vinca. Sono personaggi che nascondono passati dolorosi, vite difficili, malattie o disturbi gravi. Mistero e terrore, violenza e dolore. Lati oscuri che non devono essere resi noti, ognuno ha qualcosa da nascondere.

Donato Carrisi è un grande autore di thriller, la sua scrittura affascina e attrae il lettore fin dalle prime righe, lo stile lineare e diretto cattura il lettore e lo costringe alla lettura fino alla fine. Le sue storie sono estreme, sono viaggi negli abissi dell’animo umano, capace di violenze inaudite che nascono da lontano, da infanzie e adolescenze piene di problemi, dove solitudine, rifiuti, piccole e grandi difficoltà con il passare del tempo diventano problemi insormontabili, possibili origini di violenze insospettabili.

“Io sono l’abisso” è un thriller classico, con la lotta tra il bene ed il male che vede impegnati personaggi anomali, poco empatici, tutti problematici, tutti funzionali ad una trama che è costruita come una macchina che funziona alla perfezione. L’ambientazione di solito magnifica del lago di Como è resa cupa e poco accogliente, per aumentare l’effetto del romanzo. Carrisi scrive in modo diretto, senza fronzoli, racconta il male e la violenza senza schermi, senza filtri, con una resa formidabile, con uno stile unico ed affascinante. I suoi romanzi dosano in modo perfetto tensione, inganno, giocano con i sentimenti e con le emozioni per ottenere l’unico risultato desiderato da ogni autore, ossia essere letto.