Titolo: La strada di casa
Autore: Kent Haruf
Editore: NN
Traduzione: Fabio Cremonesi
Holt è un paese inventato, ma in America di piccoli centri come Holt ne esistono molti. Poche anime, tutti si conoscono, una vita apparentemente idilliaca ma che nasconde molte insidie. Jack Burdette era nato a Holt, era un ragazzo come altri, aveva una moglie, due figli ed un buon lavoro. Decise di sparire, mettendo nei guai sua moglie e lasciando un pessimo ricordo di sé. Sono passati otto anni e Jack si ripresenta ad Holt, alla guida di una vistosa automobile rossa. Nessuno in paese lo vuole rivedere. Il ritorno di Jack riapre molte ferite che sembravano ormai cicatrizzate. La storia viene raccontata da Pat Arbuckle, direttore del quotidiano locale Holt Mercury, vecchio amico di Jack ed ora compagno di Jessie, la signor Burdette.
La storia di un piccolo centro, di un’America che nulla ha da spartire con città come New York o San Francisco. Zone dove il tempo scorre lento ed immutabile, dove le persone lavorano duramente per sopravvivere, in balia del destino che la vita riserva. Gente affezionate al luogo di nascita, che non vorrebbero mai lasciare se non costretti. Un romanzo che tratta dei diversi livelli di giustizia possibili, quello della legge, quello della comunità e quello insito in ogni persona, ma non solo. Il centro del romanzo è Holt, la piccola città inventata dall’autore, descritta con tale meticolosità e dovizia di dettagli che sembra impossibile che non esista. I personaggi sono delineati con assoluta precisione e maestria, anche se non vengono spese molte parole per farlo, così come i dialoghi sono molto concisi. Lo stile dell’autore è limpido, lineare, gli avvenimenti si susseguono senza fretta, la storia viene raccontata con la cadenza naturale degli eventi. Siano ad Holt mica a New York.
Interessante. Grazie della proposta. Buon anno caro Roberto. Isabella
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Grazie. Buon anno anche a te.
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