Titolo: Inchiostro simpatico
Autore: Patrick Modiano
Editore: Einaudi
Traduzione: Emanuelle Caillat
Jean Eyben è stato un apprendista detective che per qualche mese ha lavorato presso l’agenzia investigativa Hutte. Si era occupato dell’indagine sulla scomparsa di Noëlle Lefebre, una ragazza che era sparita senza lasciare nessuna traccia. Jean non era riuscito a trovare nessun indizio ma era rimasto affascinato dal caso. Nel suo ultimo giorno di lavoro alla agenzia Hutte portò a casa il fascicolo relativo al caso Noëlle, come ricordo della breve esperienza lavorativa. Negli anni seguenti Jean rimarrà attratto dal caso non risolto e continuerà a ricercare la donna, rimanendone ossessionato, pur non avendola mai vista e conosciuta.
Il libro sembra un poliziesco ma del genere non ha nulla, se non il fatto che la vicenda scaturisce da una indagine su una persona scomparsa. Jean cerca Noëlle o cerca di rivivere il passato al tempo in cui ha scoperto la sua scomparsa? Jean e Noëlle sono due rette parallele, che corrono affiancate senza mai incontrarsi.
Un libro sui ricordi, sulla loro importanza e su come funzionano i processi mentali della memoria, su come i ricordi sono conservati nella nostra mente. Spesso ci dimentichiamo dei ricordi che ritornano nella nostra memoria in modo improvviso, oppure, dopo averli dimenticati, ci ritornano in mente con maggiore chiarezza, dettagli che in passato ci sembravano marginali col tempo appaiono chiarissimi ed acquistano importanza che prima non gli avevamo attribuito. Il romanzo è ambientato tra Parigi, Roma ed Annecy. Ma è soprattutto Parigi la città del romanzo, una città vasta ed opprimente, dove tutto cambia anche se sembra restare uguale, un labirinto dove ci si può solo perdere.
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