
Titolo: La vita degli animali
Autore: Audur Ava Ólafsdóttir
Editore: Einaudi
Traduzione: Stefano Rosatti
Dyia è una ostetrica, come sua zia Fifa. Senza figli, la sua vita è il suo lavoro, per lei la rinuncia ad una propria vita sentimentale non costituisce una limitazione importante. Il racconto sembra un diario, Dyia racconta quello che le capita, dall’impianto elettrico di casa, ai discorsi con le colleghe in ospedale, le telefonate con la sorella meteorologa e soprattutto i ricordi di sua zia. Dyia vive a casa della zia da quanto è passata a miglior vita. Ha cercato di non toccare nulla della vecchia casa, per rispetto alla sua memoria. Dopo qualche anno, ritrova una scatola con gli scritti di Fifa, un gran numero di pagine con le idee ed i pensieri di una vita, dove parla del parto, della condizione dell’uomo, dalla nascita alla sua crescita, degli animali, della natura, della fisica, dei cambiamenti climatici e molto altro. Dalla lettura delle pagine, Dyia scopre che la zia aveva provato a pubblicare i suoi testi, che erano stati giudicati interessanti da alcuni editori, ma non erano stati presi in considerazione perché gli scritti erano troppo disordinati e senza una struttura portante. Anche lei proverà a riordinare tutte quelle pagine, a darle una struttura migliore, ma non riuscirà nel suo intento nella finzione del libro, in realtà si tratta di questo libro.
Quel presunto caos rappresenta la forma reale della vita, dove tutto avviene in modo imprevedibile e casuale, apparentemente senza logica o coerenza, ma in realtà siamo noi che spesso non siamo in grado di comprendere il disegno della natura. Le parole di Fifa parlano della nascita, della morte, della luce, di come molte specie animali siano più evolute e straordinarie dell’uomo, di come la natura sia imprevedibile e straordinaria.
Un libro pieno di umanità, di gentilezza, di pensieri delicati, che porta a riflettere in modo nuovo sul senso che dobbiamo dare alla nostra avventura terrestre.
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