I killer non vanno in pensione

Titolo: I killer non vanno in pensione

Autore: Francesco Recami

Editore: Sellerio

La Banda dei Quattro agisce all’interno della sede INPS di Treviso, sono quattro impiegati nullafacenti e corrotti, che sfruttano oltre ogni limite Walter Galati, un uomo tranquillo, mite e laborioso, vessato anche dalla moglie Stefania, insoddisfatta per lo stipendio tropo basso e per le sue poche ambizioni. Ma Walter non è quello che sembra. Il mesto impiegato nasconde un segreto insospettabile, è in realtà un killer che svolge alla perfezione i lucrosi incarichi che gli vengono affidati da una misteriosa Agenzia. Walter sente che la sua carriera di killer sta per concludersi e teme di essere eliminato. Riceve un incarico per eliminare un residente di Procida che a lui sembra proprio una trappola in cui attirarlo e farlo fuori. La trama si infittisce, Walter scopre a casa sua l’amante della moglie ed è costretto ad eliminarlo, nella sede INPS arriva l’ispettore ministeriale Marta Coppo che deve indagare sulle malefatte della banda dei quattro che cominciano ad organizzare i piani per difendersi, una serie di misteriosi delitti e una guerra tra bande di malavitosi insanguina la tranquilla provincia di Treviso, c’è anche in azione un misterioso killer di cani. Il Nord Italia è flagellato dalle piogge, i fiumi sono in piena e il rischio di inondazioni è enorme.

La trama va a comporre una sequenza fittissima di eventi in una specie di giallo che a volte sconfina nel dramma o nella commedia degli equivoci, dove nulla è come sembra. Il romanzo mette alla berlina, con umorismo e sarcasmo inarrivabile, tutti i difetti della provincia italiana, il conformismo, l’ipocrisia, la morale su misura, gli abusi di ogni tipo fatti per agevolare il turismo internazionale, la presenza della criminalità organizzata che gestisce i principali affari nel triveneto. Continui capovolgimenti di fronte, storie che sembrano distanti che invece si incontreranno, tanta geniale ironia contro il malcostume italico ed i suoi principali difetti.

In silenzio si uccide

Titolo: In silenzio si uccide

Autore: Arnaldur Indridason

Editore: Guanda

Traduzione: Alessandro Storti

Noir nordico, ambientato in Islanda, tra Reykjavik e dintorni.  Una ragazza viene ritrovata sulla tomba di Jon Sigurosson, fondatore dell’indipendenza dell’Islanda, eroe nazionale. Della ragazza non si conosce il nome, nessuno ne ha denunciato la scomparsa. L’ispettore Erlendur e il suo assistente Sugurour Oli iniziano le indagini nel mondo dei tossicodipendenti, lo stesso che frequenta la figlia di Erlendur. Qualche indizio porta la coppia di investigatori verso i fiordi dell’Ovest, con la speranza di ricostruire la vita della sfortunata ragazza. Indagando con pazienza con i pochi indizi disponibili, le indagini troveranno la direzione definitiva.

Un noir scritto con abilità da Arnaldur Indridason, uno scrittore capace di costruire trame misteriose e ricche di suspence dosata con misura per attirare l’attenzione del lettore senza stressarlo oltre misura. Il romanzo mostra un volto inedito dell’Islanda di oggi, in cui lontano dalla capitale Reykjavik, città ricca e piena di opportunità, ci sono solo centri piccoli abbandonati in crisi economica, con il sistema della pesca che è stato stravolto con le quote pesca finite in mano ai ricchi monopolisti, lasciando i piccoli pescatori senza lavoro, senza soldi e senza prospettive. Emerge una condizione per i giovani islandesi di emarginazione, incomprensioni con le famiglie, disagi sociali ed economici, con inevitabile consumo di droga e con la prostituzione come mezzo veloce e sicuro per procurarsi i soldi. I padroni del mondo della droga e della prostituzione sono ricchi uomini d’affari, gente senza scrupoli, spietati sfruttatori che non hanno nessun rispetto per la vita degli altri.

In un mondo senza certezze e riferimenti, dove i giovani non conoscono neanche la storia della loro patria e le famiglie non sono un riferimento per i giovani, anche l’amore prende direzioni sbagliate e non riesce a svolgere la sua funzione principale.

La congiura dei suicidi

Titolo: La congiura dei suicidi
Autore: Petros Markaris
Editore: La nave di Teseo
Traduzione: Andrea Di Gregorio
 
Atene soffre per il lockdown, per le limitazioni alle libertà e per le conseguenze economiche, che stanno avendo effetti devastanti su una economia fragile e precaria come quella greca. Per fortuna la criminalità sembra risentire della situazione di crisi generale e non ci sono particolari indagini su cui impegnarsi per il commissario Charitos e la sua squadra investigativa. La calma momentanea viene interrotta da un suicidio di un anziano, che nella lettera di addio fa riferimento ad una “congiura dei suicidi”. La lettera viene subito pubblicata su internet ed ottiene lo scopo voluto ossia l’inizio di una serie di manifestazioni di protesta contro le condizioni di vita imposte dal Governo. Charitos inizia le indagini e su di lui ci sono grandi pressioni da parte dei suoi superiori che vogliono sapere cosa c’è dietro la lettera e cosa ci si deve aspettare nell’immediato futuro. Avvengono altri suicidi tutti inneggianti alla “congiura dei suicidi”, con le lettere sempre pubblicate su internet, senza che la polizia riesca ad evitarlo. A complicare le cose c’è una banda che si fa chiamare “Combattenti del 2021” che inizia boicottare la campagna vaccinale, con azioni violente e imprevedibili. Il commissario Kostas Charitos dovrà usare tutto il suo buon senso e la rete di conoscenti per riuscire a chiudere le indagini con successo.
Un romanzo che racconta la condizione sociale ed economica della società greca, indebolita dalla nota crisi economica e portata allo stremo dalle misure di rigore finanziario imposte dalla Comunità Europea, ma anche scoraggiata e quasi senza speranza per la sfiducia nella classe politica. I pensieri e le riflessioni dei personaggi del romanzo verso i vaccini, le misure per contenere la pandemia e le conseguenze economiche, sono raccontate senza dare spazio ad estremismi o interpretazioni fantascientifiche legate a complotti e altre strane teorie. Si ragiona in termini economici e sociali delle varie decisioni, con molto buon senso e misura. Che è la chiave del successo dei libri di Markaris.

L’ultimo ospite

Titolo: L’ultimo ospite
Autore: Paola Barbato
Editore: Piemme
 
Adalgisa Grisenti è una ricca signora che muore lasciando la grande villa in cui viveva come eredità. Tutti i suoi beni sono racchiusi nella villa e quando gli eredi scoprono che la defunta è morta senza lasciare testamento, pretendono che il notaio faccia un inventario di tutto ciò che si trova all’interno della villa. L’incarico viene accettato dal notaio Flavio Aragona a malincuore dato che si tratta di un lavoro massacrante, da svolgersi in poco tempo, avendo come controparte un gruppo di eredi litigiosi e sospettosi. Il notaio si presenta alla villa con la sua assistente, Letizia Migliavacca, una persona molto valida sul piano professionale, ma dalla personalità molto fragile e complicata. Completa la squadra l’anziano cane di Letizia, a cui anche il notaio è affezionato. La villa è molto grande, tante stanze, armadi, scomparti segreti. Il lavoro del notaio e della sua assistente procede a rilento, per una serie di inconvenienti che rallentano le operazioni, già di per sé lente per la scrupolosità con cui devono essere eseguite. Gli imprevisti aumentano e sembra che la casa sia abitata da fantasmi o da sconosciuti che entrano e lasciano segnali della loro presenza. Il notaio Aragona all’inizio non dà molta importanza a quanto accade nella casa, convinto che si tratta in buona parte delle solite esagerazioni della sua assistente, ma con il passare delle ore comincia a credere anche lui che nella villa ci sia qualcosa di misterioso che si sta opponendo al suo lavoro.
Il libro è un thriller dalla trama costruita con ingegno e grande attenzione a tutti i particolari, con una tensione in continua crescita, con eventi misteriosi che si manifestano senza poterne dare una giustificazione razionale e ritrovamenti che lasciano intendere che qualcosa di terribile sia accaduto nella villa. Il mistero rimane fitto e solo alla fine tutto trova una spiegazione. Un libro ad alta tensione, quasi claustrofobico, dove il mondo razionale e irrazionale sembra scatenarsi contro il notaio e la sua assistente. Paola Barbato si conferma come una delle migliori interpreti del genere thriller italiano.

Londra anni Venti

Titolo: Londra anni Venti
Autore: Marco Varvello
Editore: Bompiani
 
Marco Varvello è il corrispondente dal Regno Unito della Rai, risiede a Londra ed è un osservatore attento ai cambiamenti che stanno avvenendo in questi anni. Gli anni Venti richiamati dal titolo del libro, non sono quelli del Novecento, ma quelli del ventunesimo secolo, contrassegnati da grandi turbolenze e cambiamenti politici e sociali di portata difficile da prevedere. Londra è sempre stata una città cosmopolita, in grado di attrarre persone e capitali da tutto il mondo, da sempre capace di anticipare mode e tendenze. Per descrivere i cambiamenti in corso, Varvello ha scritto una storia d’amore, tra le più improbabili che si possano immaginare. Lui, George, camionista, ex tassista, si ritrova ad essere coinvolto, suo malgrado, nel rapimento di un funzionario della dogana da parte di un gruppo di terroristi irlandesi. Figlio di genitori nordirlandesi immigrati, inseguito da sempre dal conflitto etnico-nazionalista nordirlandese. Lui è inglese, conservatore e sostenitore della Brexit. Lei, si chiama Allegra, è una giornalista del Sunday Times, ha studiato nei college per ricchi, conosce tante persone, segue la Brexit per ragioni professionali, intervistando i politici e le persone del popolo, proprio quelle che hanno votato per la Brexit. I due si incontrano, nasce una relazione resa possibile dalla clandestinità imposta dal Covid, quando non si potevano frequentare altre persone e loro si vedevano a casa di lui, lontano da tutti, in una intimità che consentiva loro di essere sé stessi senza i condizionamenti imposti dal proprio stato sociale. Ma al termine del lock down tutto torna alla normalità e allora le differenze sociali e ambientali impediranno a George ed Allegra di proseguire la loro storia d’amore, le differenze saranno troppo grandi, i condizionamenti del passato e del presente li allontaneranno per sempre.

Si vive bene in due

Titolo: Si vive bene in due
Autore: Giorgio Scerbanenco
Editore: La nave di Teseo
 
“Si vive bene in due” fu pubblicato nel 1943. Non è un giallo e neanche un noir, le atmosfere sono quelle classiche di Scerbanenco, con Milano che ancora deve iniziare il grande cambiamento postbellico e mostra gli evidenti disagi sociali delle classi meno abbienti.
Cesare Vairaghi è un giovane di 24 anni, impulsivo e poco maturo, che ha il sogno di aprire una libreria. Per realizzare il suo sogno ha bisogno di soldi, è convinto che sarà sufficiente fare un viaggio a Roma e chiedere un prestito ad uno zio. Il viaggio a Roma non darà il risultato sperato. La sua fidanzata Benedetta, d’accordo con il padre, gli concede la dote per l’acquisto della libreria per riuscire ad acquistare la tanto desiderata libreria. Cesare è circondato da donne che si interessano a lui. Infatti, oltre alla fidanzata, c’è Candida, una donna ricca, elegante e capricciosa, cliente della libreria, che fa di tutto per avvicinarlo, c’è Cristina, una amica di Benedetta, che lo aiuta in libreria. Pochi giorni prima del matrimonio tra Cesare e Benedetta, un tragico incidente cambia le loro vite per sempre.
Oltre a Cesare, le donne sono le protagoniste del romanzo, con le loro personalità e sensibilità, desideri e delusioni, ambizioni e paure. Candida è ricca e può fare quello che vuole, non ha bisogno di un marito per acquisire un ruolo nella società. Benedetta e Cristina sono giovani, belle, intelligenti, ma solo con un matrimonio potrebbero avere un ruolo sociale rispettabile, anche se subalterno a quello del marito. Altre protagoniste femminili partecipano a questa analisi della condizione della donna, tutte attratte da Cesare e dalla sua immatura irruenza.
Ogni protagonista si porta dietro il suo bagaglio di esperienze, sogni e speranze, ma c’è il destino che è sempre in agguato, per rendere vani gli sforzi fatti per impiegare al meglio la propria vita e per riuscire ad interpretare i propri sentimenti.

Il sesto comandamento

Titolo: Il sesto comandamento
Autore: Anna Vera Sullam
Editore: SEM
 
Siamo a Venezia, nel 1940, la Seconda Guerra Mondiale è appena iniziata, le leggi razziali sono state introdotte dal regime fascista da due anni. La comunità ebrea è costretta ad una vita emarginata e piena di restrizioni. La Scuola Ebraica Superiore di Venezia si è insediata in un palazzo donatole dalla comunità veneziana, per consentire il libero svolgimento delle attività. Una delle docenti viene trovata cadavere all’interno della scuola, uccisa con un colpo alla testa inferto con un busto di Mussolini. La ricerca del colpevole parte dalla comunità ebraica, l’oggetto usato per uccidere è indice che l’assassino è un anti-mussoliniano, come solo gli ebrei possono esserlo in quel periodo in Italia.  Il vicequestore Gigli, interessato più alla carriera che alla ricerca della verità, individua nel pittore ebreo Elias Riftin, il colpevole ideale, anche grazie alla sua piena confessione. Il maresciallo Russo affianca il vicequestore nelle indagini e non ci vede chiaro nella confessione di Elias e continua le indagini per conto suo, alla ricerca della verità. Sarà merito suo se il vero colpevole sarà assicurato alla giustizia.
Il sesto comandamento è un giallo ben costruito, con una ambientazione affascinante e malinconica, molto adatta alle circostanze del periodo, che pone l’attenzione sul periodo storico e sulle difficoltà della comunità ebraica, molto ben documentate e descritte. Anna Vera Sullam, alla prima prova come giallista, mostra tutto il suo amore per Venezia e per la storia di quel periodo. Con questo libro vuole mantenere viva la memoria dei fatti di quel periodo, per non dimenticare quanto accadde in quegli anni, tra i più difficili per l’umanità.

Il castello di barbablu

Titolo: Il castello di Barbablu
Autore: Javier Cercas
Editore: Guanda
Traduzione: Bruno Arpaia
 
Dopo Terra Alta e Indipendenza, il Castello di Barbablù conclude la trilogia che Javier Cercas ha scritto con Melchor Marin protagonista. Marin è un uomo con un passato complicato, non ha mai conosciuto suo padre, la madre era una prostituta uccisa in circostanze mai chiarite, lui stesso fu arrestato per traffico di droga, scontò una pena in carcere dove conobbe la letteratura ed in particolare I Miserabili, per lui vera e propria guida di vita. Scontata la pena, riesce ad entrare in polizia, dove dimostra di avere un grande intuito come investigatore. Sua moglie viene uccisa per vendetta contro di lui in un incidente simulato.
In questo “Il castello di barbablu”, Marin ha lasciato la polizia per diventare bibliotecario a Gandesa, dove vive con sua figlia Cosette, con cui ha un rapporto complicato.
La ragazza scopre che il padre le ha mentito sulla morte della madre e questo rende la situazione tra i due esplosiva. Cosette approfitta di una vacanza a Maiorca per allontanarsi ancora di più dal padre, ma le cose non vanno bene per la ragazza che rimane coinvolta in una storia di abusi sessuali che coinvolgono un ricco e famoso uomo d’affari dell’isola.
Melchor prova a denunciare le violenze subite dalla figlia alla polizia locale, ma nulla può contro l’immobilismo frutto della corruzione della polizia dell’Isola. Melchor non può stare con le mani in mano e si organizza, indaga, cerca informazioni, fino a scoprire un possibile alleato per un piano che dovrebbe assicurare alla giustizia il colpevole delle violenze sessuali su sua figlia ed altre donne malcapitate.
Un libro che tratta i temi cari all’autore, dalla politica alla condizione sociale, alla incapacità del sistema giudiziario, alla corruzione, alla violenza sulle donne, all’antico dilemma se sia più giusto cercare giustizia o vendetta, scritto con attenzione e passione. Il temperamento del padre si scontra con la sensibilità e la delicatezza della figlia che non è come lui, solo azione e vendetta, che forse è più interessata alla giustizia, anche se questo implica tempi e modi diversi.

Omicidio per principianti

Titolo: Omicidio per principianti
Autore: Christian Frascella
Editore: Einaudi
 
Barriera di Milano è un quartiere della periferia torinese, uno dei tanti luoghi dove il degrado sociale dovuto all’impoverimento degli abitanti e i troppi immigrati che ci abitano, aumenta di giorno in giorno. Una bambina di sei anni viene rapita a scuola, è una compagna di classe della adorata nipotina di Contrera, l’investigatore privato più sfigato d’Italia. Polizia e Carabinieri non sanno da dove cominciare con le ricerche, mentre Contrera conosce bene il quartiere e dà il via alla sua indagine, dopo aver ricevuto l’incarico dalla mamma della bambina scomparsa.
Contrera continua a vivere a modo sua, a casa di sua sorella, con gli adorati nipoti e con il cognato che lo odia sempre di più, che lo vuole fuori di casa. Ma lui non sa dove andare, dopo il divorzio dalla moglie e il benservito come padre dalla figlia, scaricato anche dalla sua amante, dopo aver scoperto che la ex moglie era incinta e lui era il padre del nascituro.
Contrera va avanti, nonostante i fallimenti, i pochi soldi, continua a svolgere la professione di investigatore, sa di essere bravo e che prima o poi qualcosa accadrà, la sua fiducia nel futuro non cede, anzi è tale da dargli la forza di andare avanti. Ha promesso alla nipotina che ritroverà la sua amichetta e lo farà, a tutti i costi.
Il libro è una visita guidata attraverso il degrado della nostra società, stravolta dalla crisi economica e dall’assenza dello stato. Ma ci sono Contrera ed alcuni suoi amici, tutti messi male, che lavorano contro le tante ingiustizie, per difendere quartieri come Barriera, per renderli vivibili e rispettabili. Contrera è il paladino degli sconfitti, di coloro che hanno sbagliato e continuano a sbagliare, per coerenza con sé stessi e con la propria coscienza. Ma questa società, per niente meritocratica, si accanisce contro gli onesti, premiando i ruffiani e gli opportunisti. Per questo per i Contrera non c’è mai spazio per la gioia. Un ottimo Noir sociale.

La quarta profezia

Titolo: La quarta profezia
Autore: Glenn Cooper
Editore: Nord
Traduzione: Barbara Ronca
 
Una nuova avventura per Cal Donovan, il professore di Storia delle Religioni dell’Università di Harvard, amico del Papa Celestino VI, dal titolo “La quarta profezia”. Dieci giorni prima della cerimonia di canonizzazione di Suor Lucia, la pastorella che fu testimone dell’apparizione della Madonna a Fatima, insieme ai suoi due cugini, il Papa riceve una lettera anonima che gli chiede di dimettersi. Il Papa sente che la minaccia è molto concreta e chiama in Vaticano con estrema urgenza il suo amico Cal Donovan. Chi minaccia il Pontefice? Cosa c’entrano i misteri di Fatima e Suor Lucia? Inizia una avventura che vedrà il professore di Harvard girare per l’Europa alla ricerca degli indizi necessari per salvare il Papa e scoprire chi sta tramando contro di lui. Cal dovrà ricostruire gli ultimi anni di Suor Lucia, risalire alle persone che sono state in contatto con lei e scoprire chi ha ricevuto in regalo oggetti a lei appartenuti, per incastrare chi sta tramando un complotto contro Papa Celestino e le forze che si oppongono alla sua politica poco tradizionale e lontana dalle idee più conservatrici che aleggiano nella Curia.
Glenn Cooper ha trovato un personaggio come Cal Donovan, empatico ed affascinante, che ben si presta ad essere protagonista di trame che sono molto congeniali al suo stile di scrittura, quando c’è da mescolare le invenzioni della sua fantasia con fatti storici, su cui dimostra di essere ben documentato. Cooper è abile a trovare spunti di storia della religione cattolica che si prestano alla costruzione di trame misteriose in cui nemici della Chiesa sono all’opera per distruggerla oppure crearle grossi problemi. Cal Donovan è il personaggio perfetto per trasformarsi in una specie di agente segreto speciale al servizio di Sua Santità, affrontando rischi e pericoli per il bene del Pontefice e della Chiesa. E’pura finzione, ma qualche ora di relax è garantita. Per gli amanti del genere.

L’enigma della vacca intera

Titolo: L’enigma della vacca intera
Autori: Dario Cecchini e Alessandro Mauro Rossi
Editore: Giunti
 
La collaborazione tra il macellaio Dario Cecchini e il giornalista finanziario Alessandro Mauro Rossi prosegue con il secondo giallo ambientato a Panzano in Chianti, dal titolo “L’enigma della vacca intera”. Cecchini e Rossi continuano ad essere autori dei romanzi e protagonisti delle storie, secondo una formula ormai collaudata e di successo, come dimostrano i risultati ottenuti con “Il mistero della finocchiona a pedali”.
Tanti i personaggi, con i loro soprannomi, le abitudini paesane, il modo dissacrante e irriverente di vedere le cose tipico della toscanità più allegra e scanzonata.
La trama gialla inizia con la morte di Ettore, il cantiniere del Castello di Flacciano, trovato cadavere dentro un tino pieno di vino. Pochi giorni prima era morto, per cause naturali, alla soglia dei 100 anni, Arrigo, un vecchietto ospite della casa di riposo locale, grande amico di Ettore. Arrigo faceva parte dell’ordine dei templari e custodiva un segreto, ossia la formula per la preparazione di una specie di pozione magica, capace di garantire una vita lunghissima a coloro che lo bevessero. Il segreto era scritto su una pergamena che nessuno ha idea di dove possa essere custodita.
Le indagini sull’omicidio di Ettore sono affidare al maresciallo Sarra e all’appuntato Scoppelliti, aiutati in via semiclandestina da Cecchini e Rossi, investigatori dilettanti di indubbia efficacia.
La trama gialla è costruita con ingegno e la scrittura è ben calibrata rispetto ai contenuti. La parte divertente consiste nelle battute dei personaggi locali, pieni di umorismo paesano, schietto e spontaneo, oltre che nella naturale propensione, sempre dei locali, per le burle, diverse per ogni occasione ma sempre spassose. La trama comprende le avventure amorose di Ettore, alcune vicende finanziarie che riguardano il proprietario del Castello di Flacciano, le innumerevoli attività del Cecchini, la sua macelleria e i suoi ristoranti dove si mangia la ciccia, vera protagonista del libro insieme con le altre prelibatezze e bellezze ambientali del Chianti.

La casa sul fiume

Titolo: La casa sul fiume
Autore: Gianluca Arrighi
Editore: MEA
 
Agata Rubino aveva un amore grande, suo marito, ma una sera in un ristorante, uno sconosciuto ha aggredito l‘uomo, senza motivo, riducendolo in fin di vita. Agata sta ora spendendo la sua vita alla ricerca dell’aggressore, per mettere in atto la sua vendetta.
Biagio Martini è un affermato avvocato, vive in una villa sontuosa a Brescello, in provincia di Reggio Emilia, il paese famoso per i racconti di Don Camillo e Peppone. L’infanzia di Biagio è stata segnata da un evento tragico in cui sono morti i suoi genitori e lui era presente quando i fatti sono accaduti. Biagio non ha dimenticato la terribile esperienza ed anche ora che è sposato con due figli, con una vita professionale di successo che gli garantisce benessere ed agiatezza, vive una vita instabile, segnata da paure, debolezze e continue cure ed aiuti dai medicinali.  Agata e Biagio non si conoscono ma si incontreranno, non per caso ma per l’ostinato volere di Agata. Ne seguirà una vicenda sconvolgente.
Un grande thriller, una trama originale che cattura fin dalla prima pagina, costruita con ingegno e precisione, una ambientazione efficace e multiforme, dal lusso dei ricevimenti mondani degli amici e colleghi di Biagio Martini, allo squallore della vita quotidiana di Agata Rubino, che si accontenta di quello che trova pur di avvicinare Biagio Martini per portare a compimento il suo piano personale. Gianluca Arrighi riesce a adattare il metodo narrativo alle varie vicende, riuscendo a variare il ritmo della scrittura in modo da tenere sempre alta la tensione del racconto. I capitoli sono brevi, con continui cambiamenti di scena, personaggi descritti con grande cura ed attenzione ai caratteri della personalità ed alle tipologie di disturbi e disagi che manifestano, dai traumi infantili alla incapacità di vivere con gli altri alla immaginazione di realtà inesistenti. Finale imprevedibile ed inquietante.

La svedese

Titolo: La svedese
Autore: Giancarlo De Cataldo
Editore: Einaudi
 
Sharon ha poco più di 20 anni, vive con la madre invalida, è attraente, intelligente, ambiziosa, sogna di uscire dalla povertà in cui vive con poche speranze di miglioramento. Una sera entra nel giro dello spaccio, finisce la consegna che doveva fare il suo ragazzo per un ricco aristocratico, un principe, pieno di soldi e di vizi, di cui diventa amica. Sharon scala i vertici dello spaccio locale, protetta ed aiutata dal principe, diventando sempre più intraprendente e coraggiosa. Si accorgono di lei anche i grandi boss della droga, la rispettano, la cercano. La chiamano la svedese, per il suo aspetto e per la sua freddezza nelle situazioni complicate. Sharon nella sua ascesa criminale non dimentica la madre e continua a voler bene al suo ragazzo di sempre.
Una storia ambientata nella periferia romana, un inferno sociale dove molte attività economiche servono solo come coperture allo spaccio di droga. Sharon avrebbe voluto una vita normale, lontana dal crimine, ma l’incontro con il principe le ha cambiato la vita, mostrandole come potenza e fascino possano convivere con immoralità e perversione e quanto sia facile fare soldi con i vizi dei ricconi. Il principe cercava una come Sharon, un mix di bellezza e personalità, Sharon aveva bisogno di un guru che le insegnasse tutto. Il principe diventa il mentore di Sharo, lei è l’unica fonte di serenità e di felicità, solo interiore, dato che fisicamente il principe non prova nessuna attrazione per il lato femminile della svedese. Una Roma decadente, immorale, periferie abbandonate, un Far West senza regole, con le cosche come unico presidio del territorio. Una società senza controllo e senza futuro, in balia della malavita. Questo è il destino delle periferie delle grandi città. Se la storia del principe e di Sharon ci appassiona e intriga, è il futuro delle periferie che fa paura perché forse è troppo tardi per riportarle nella legalità.

Obscuritas

Titolo: Obscuritas
Autore: David Lagercrantz
Editore: Marsilio
Traduzione: Laura Cangemi
 
Un noto professore di psicologia, grande esperto di tecniche di interrogatorio, Hans Rekke, viene ingaggiato dal capo della polizia di Stoccolma, per indagare sull’uccisione di un arbitro di calcio di origini afghane. Rekke è una persona ricca, di grande cultura, ottimo musicista, ma è anche fragile e dipendente dalle medicine. Lo psicologo dovrà collaborare con Micaela Vargas, una giovane poliziotta di origini e cultura molto diverse, che dovrà dare fondo a tutte le sue energie per collaborare in modo proficuo con il celebre professore.
La storia è ambientata nel 2003, Nello stesso periodo l’America stava invadendo l’Iraq mentre dal 2001 aveva invaso l’Afghanistan dopo l’attacco alle Torri Gemelle di New York. L’omicidio dell’arbitro è avvenuto in circostanze mai chiarite a sufficienza. Responsabile dell’omicidio fu considerato Giuseppe Costa, padre di uno dei giocatori delle squadre in campo, ma lui ha sempre negato di averlo ucciso. L’indagine per l’omicidio dell’arbitro si allargherà verso direzioni inaspettate coinvolgendo la Cia e le operazioni in Afghanistan e i Talebani con la guerra che avevano dichiarato alla musica. Le indagini cambieranno continuamente direzione per scoprire la vera personalità dell’arbitro e le ragioni del suo omicidio.
Un libro interessante che racconta le vicende relative all’ascesa dei Talebani in Afghanistan ed alla loro visione del mondo in modo originale, pieno di dettagli inediti e da un punto di vista molto particolare. La musica e la teoria musicale hanno una grande importanza nella vicenda e la svolta delle indagini sarà consentita proprio dalla grande cultura musicale di Rekke che saprà cogliere dettagli quasi impercettibili ma determinanti per la soluzione del caso. Non c’è molta azione, come l’autore di aveva abituato con i libri della serie Millennium, ma c’è tanta analisi psicologica per una lettura comunque interessante.