
Titolo: L’isola
Autore: Ragnar Jónasson
Editore: Marsilio
Traduzione: Valeria Raimondi
Le amicizie dell’adolescenza sembrano poter durare tutta la vita, ma spesso non è così. Se poi l’amicizia giovanile è segnata da una tragedia, c’è un motivo in più per allontanarsi dagli amici di un tempo, per diluire il ricordo, per allontanare il dolore. Questo è capitato a quattro amici che si erano persi di vista e che arrivati all’età di trent’anni, decidono di trascorrere un fine settimana insieme, per celebrare la tragedia che dieci anni prima li aveva colpiti. Si ritrovano su una isola disabitata, un piccolo paradiso selvaggio, unico come solo in Islanda si possono trovare, in una casa isolata, nascosta alla vista dei pochi visitatori, non lontano da scogliere a picco sul mare. La domenica mattina, al risveglio, una ragazza dei quattro viene ritrovata cadavere su degli scogli, dopo essere precipitata da diverse decine di metri. Tutto lascia pensare che si tratti di un incidente, ma le identità dei ragazzi mettono subito in relazione quanto accaduto con i tragici eventi di dieci anni prima e le indagini si orientano in modo opposto alle ipotesi di partenza. Il caso viene affidato all’ispettore della polizia di Reykjavik Hulda Hermannsdóttir, che nonostante stia attraversando un momento di crisi, sia professionale che personale, accetta l’incarico e si reca verso la lontana isola.
Una storia ben costruita che ruota attorno alle indagini sulla morte della trentenne ed alla vita di Hulda, con il passato che presenta i conti nel presente, mostrando legami indissolubili e nascosti.
Hulda cerca di lasciarsi alle spalle un passato doloroso, cercando di conoscere quel padre che non ha mai conosciuto, facendo di lei un personaggio forte e fragile nello stesso tempo, di indubbia empatia. Un romanzo dalla struttura originale, dove la natura prepotente dell’Islanda è grande protagonista, con i suoi luoghi unici e quasi incontaminati, che affascinano anche quando appaiono ostili e impossibili da dominare.