
Titolo: La ricreazione è finita
Autore: Dario Ferrari
Editore: Sellerio
La ricreazione è finita è un libro con una trama che mette insieme molte storie, con un intreccio complesso, scritto con precisione linguistica e linearità narrativa, per un risultato di grande rilievo. Marcello Gori è un trentenne che si è laureato da poco in lettere, un uomo senza grandi passioni, senza obiettivi di vita e professionali, con l’unica convinzione di non voler proseguire l’attività di famiglia, ossia la gestione di un bar. Ad interrompere la vita pigra e inconcludente di Marcello, accade un evento improbabile quanto imprevedibile, ossia la vittoria di un dottorato di ricerca in lettere. La vittoria del concorso giunge in modo fortuito quanto immeritato, ma così ha deciso il suo destino e non può che iniziare la sua avventura di ricercatore con il professor Sacripanti, grande studioso ed intellettuale di prestigio internazionale. L’argomento del progetto di ricerca di Marcello Gori imposto da Sacripanti è la produzione letteraria di Tito Sella (1953 – 1998), terrorista di sinistra negli anni Settanta, condannato per terrorismo, morto in carcere dove divenne scrittore di buon livello. In quegli anni anche il professor Sacripanti era un rivoluzionario, tutto eskimo e molotov. Le ricerche sul materiale di archivio di Tito Speri porteranno il pigro e poco intraprendente Marcello Gori a trasferirsi per qualche mese a Parigi per svolgere al meglio le sue ricerche. Gli studi dell’archivi personale di Sella coinvolgeranno sempre più Marcello in modo imprevedibile, al punto di cambiargli la vita. Il libro racconta le vicende personali di Marcello, con la sua mediocrità ed incapacità di liberarsi della sua indole di perdente, ma è anche una rappresentazione impietosa del mondo accademico italiano, con i luminari più impegnati in guerre sotterranee di potere che nella didattica e nella ricerca, dove l’importante è accaparrarsi potere e finanziamenti oltre che soddisfare le proprie vanità. Il romanzo tratta in dettaglio le vicende personali di Tito Speri ed inevitabilmente vengono affrontate le vicende del terrorismo degli anni Settanta, i così detti anni di piombo, un periodo drammatico forse ancora non del tutto chiaro, con molti aspetti ancora inspiegabili su cui non si è fatta ancora completa luce.
Un libro scritto in modo impeccabile, distribuendo con giusto equilibrio i vari temi trattati, con personaggi ben definiti e descritti tramite pensieri ed emozioni in modo molto realistico. Una lettura che appassiona e che lascia nel lettore molti spunti di riflessione.
A me è piaciuto tantissimo, lo trovo intrigante, ironico con un po’ di giusto cinismo (sulla vita accademica, soprattutto…), scritto e congegnato in modo fantastico.
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Anche per me è un ottimo libro. Soprattutto per chi ha vissuto gli anni settanta e conosce l’università italiana.
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infatti….
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