Negli occhi di Marianne

Titolo: Negli occhi di Marianne

Autore: Frederic Dard

Editore: Rizzoli

Traduzione: Elena Cappellini

Un romanzo breve, una storia che racconta la imprevedibile ed intensissima storia d’amore tra un pittore di Parigi, Daniel Mermet, in vacanza nella costa catalana, ed una donna misteriosa che si getta tra le ruote della sua automobile.

Daniel scende dall’auto, vede la donna priva di sensi ma senza ferite evidenti. Per paura di possibili problemi con le autorità, decide di non portare la donna all’ospedale, ma di portarla con sé nella pensione dove risiede. Attende che la donna riprenda i sensi e scopre che parla francese e che non ricorda nulla del suo passato. La donna è bellissima, piena di fascino e Daniel prova per lei una attrazione immediata. Decide di farle un ritratto e Daniel resta colpito dal tipo di sguardo che è riuscito a imprimere sul disegno, uno sguardo misterioso e poco rassicurante. Daniel decide di scoprire tutto della donna misteriosa. Non ha idea di cosa sta per scoprire.

Le storie di Frederic Dard sono sempre molto intense e coinvolgenti, esplorano le profondità dell’animo umano, quello che viene tenuto nascosto, che si vorrebbe non avere. Storie paradossali, estreme, scritte con uno stile elegante, tanti segnali ed indizi di quello che potrebbe accadere, ma solo accennati, mai troppo evidenti. Racconti pieni di dettagli, mai inutili o ridondanti, una scrittura secca, diretta, che colpisce per la sua efficacia. Tutto sembra normale, poi all’improvviso qualcosa cambia, e si precipita nell’abisso.

I milanesi si innamorano il sabato

Titolo: I milanesi si innamorano il sabato

Autore: Gino Vignali

Editore: Solferino

La vicenda si svolge sul lago di Como, tra ville meravigliose e scenari da sogno. Il commissario Giovanni Armani vive in una villa con vista lago, ereditata dal nonno. Il magistrato al vertice della Questura di Como è Giacomo Cacciaguerra, marito di una donna affascinante e molto ricca, figlia del titolare di una delle principali aziende tessili del posto. Ed è proprio il magistrato a telefonare al Commissario in quella che sembrava una tranquilla serata come tante altre. In una nota Beauty Farm con vista lago viene ritrovato il cadavere della titolare. E’ stato un cliente a dare l’allarme. Tanti i sospettati da interrogare, tanto il lavoro per il commissario Armani e il procuratore Cacciaguerra, coadiuvati per l’occasione da Costanza Confalonieri Bonnet, la poliziotta più bella ed affascinante d’Italia, prossima alla promozione a questore, già protagonista dei romanzi precedenti dell’autore.

Il titolo del libro è un omaggio al grande Scerbanenco ed è anche una piccola presa in giro per i milanesi, troppo impegnati a lavorare durante tutta la settimana, hanno tempo solo al sabato per le conquiste sentimentali, per riposarsi la domenica ed essere pronti e carichi il lunedì per una nuova settimana lavorativa. Un giallo movimentato, tanti personaggi, tanti tradimenti, ribaltoni, indagini di vario livello ed importanza che si mescolano tra loro in una avventura ben raccontata e molto piacevole. Gino Vignali mescola con sapienza e leggerezza le tensioni delle indagini, un pizzico di erotismo, ironia ben dosata ed una trama incalzante ricca di personaggi molto diversi tra loro, ben assortiti, tutti riusciti e ben distribuiti nelle varie parti del racconto. Il libro è un modo per rappresentare la nostra società, con persone normali, serie e determinate che convivono con cialtroni inguaribili, bugiardi patentati ed alcuni baciati dalla fortuna non sempre meritata.

Segnali in codice

Titolo: Segnali in codice

Autore: Gabriele Barberis

Editore: SEM

Gabriele Barberis è un giornalista che si occupa da oltre trent’anni di politica italiana. Questo “Segnali in codice” è il suo debutto come romanziere con un thriller fantapolitico, una storia che parte dalle prime esperienze nei gruppi di estrema sinistra di due giovani romani negli anni Settanta, per arrivare fino ai giorni nostri, passando per episodi di lotta armata, politica e giornalismo, con una ricostruzione del rapimento di Aldo Moro, del massacro della sua scorta e dell’epilogo del rapimento, che svela dettagli e retroscena che non sono emersi dalle carte dei procedimenti giudiziari. Gli anni di piombo occupano un posto indelebile nella memoria degli italiani che li hanno vissuti. Era evidente che gli eventi di quegli anni avessero una regia occulta, che parte della verità fosse non raccontabile all’opinione pubblica, per via di legami indicibili tra terroristi, loro fiancheggiatori, giornalisti, servizi segreti, uomini politici e non solo. Il romanzo avvalora la tesi del necessario oblio per molti dei grandi misteri della cosiddetta Prima Repubblica per tutelare quegli interessi superiori che non possono essere svelati ma che hanno determinato i fatti per come si sono svolti. La storia racconta gli eventi attraverso le verità delle carte processuali, che non riescono a spiegare tutto, pur fornendo una versione ufficiale ineccepibile. Un romanzo è un’opera di fantasia in cui l’autore può lavorare di fantasia per mettere insieme tanti elementi, vero o presunti tali, per costruire una trama verosimile, per svelare una sua verità, completa o parziale, utile per non dimenticare, per stimolare la ricerca della verità, per abbattere il muro di omertà che protegge chi si è reso responsabile di scelte discutibili per favorire interessi occulti. Segnali in codice è scritto con stile ineccepibile, ritmo incalzante e apre gli occhi a chi non vuole accontentarsi delle verità ufficiali.

Il ponte dei delitti di Venezia

Titolo: Il ponte dei delitti di Venezia

Autore: Matteo Strukul

Editore: Newton Compton

Un thriller nella Venezia del 1729. Il ponte delle Guglie è il luogo del ritrovamento di un cadavere con due fori in gola ed uno stiletto infilato nel petto che trattiene un foglietto su cui è scritto “Canaletto”. Evidente il riferimento al pittore Giovanni Antonio Canal. Le autorità coinvolgeranno Canaletto nelle indagini, come era già accaduto nel passato. Ci sarà un secondo cadavere, ritrovato sempre sullo stesso ponte, con i due misteriosi fori in gola, sempre con lo stiletto che trattiene il foglio con scritto “Canaletto”. C’è un assassino che sta mettendo in opera un piano criminale tanto terribile quanto misterioso.

Una trama appassionante, uno stile di scrittura brillante e preciso nei molti riferimenti storici ed artistici, una serie incalzante di eventi che trascinano il lettore in una avventura appassionante. La scelta di trasformare Canaletto in investigatore di grande capacità è di sicuro azzeccata, creando un protagonista attraente ed affascinante. Il nemico da combattere ha sembianze spaventose ed uccide secondo modalità sconosciute che riconducono ad antiche leggende dei paesi dell’Est che appaiono talmente terribili da risultare quasi sovrannaturali. La storia è ricca di riferimenti artistici, che spiegano la tecnica pittorica di Canaletto, con cui realizzava le sue magnifiche vedute di Venezia. Ma c’è spazio anche per un’artista come Rosalba Carriera, meno nota rispetto a Canaletto, ma non per questo meno dotata di talento pittorico, dedicato soprattutto ai formidabili ritratti, che hanno caratterizzato la sua opera. Proprio pensando all’abilità di Rosalba nel riprodurre i volti, Canaletto avrà l’idea di farle disegnare quello che potrebbe essere stato il primo identikit della storia delle investigazioni, con oltre 200 anni di anticipo rispetto alla nascita ufficiale della procedura adottata dalle polizie mondiali. Canaletto, talento pittorico ed investigativo.

Una famiglia perbene

Titolo: Una famiglia per bene

Autore: Massimo Felisatti e Fabio Pittorru

Editore: Rizzoli

“Una famiglia per bene” è un romanzo uscito negli anni Settanta, scritto da una coppia di scrittori e sceneggiatori come Massimo Felisatti e Fabio Pittorru che all’epoca contribuirono a creare il genere poliziesco italiano. Questo titolo fu uno dei libri di maggior successo ed ora, 2023, è stato ripubblicato da Rizzoli.

Il romanzo è ambientato a Roma. Una ragazza di una famiglia benestante, che abita nei quartieri alti, quelli riservati alla gente importante amica di persone importanti, sparisce di casa. I genitori mettono subito in moto le loro conoscenze più influenti e riescono a fare in modo che a seguire le indagini siano i vertici della polizia italiana, costretti ad indagare con determinazione ma anche con tatto e discrezione, per evitare fughe di notizie e dare in pasto alla stampa una vicenda delicata dove la riservatezza è determinante, trattandosi di una ragazzina minorenne. Molti i sospettati in una indagine che è anche una corsa contro il tempo per scongiurare il peggio. Un racconto costruito su una trama incalzante, che racconta i fatti con uno stile diretto e lineare, senza fronzoli, con dialoghi efficaci, che mettono il lettore di fronte ai fatti come se fosse in una sala cinematografica.

La trama è basata sulla contrapposizione sociale tra i quartieri della Roma “bene” e le periferie, tra il lusso e il disagio sociale. La società della Capitale viene descritta con tutti i suoi difetti, molto simili a quelli di oggi, che comprendono, ora come allora, corruzione, vizietti costosi e illegali come droghe e prostituzione minorile.

La storia della ragazzina scomparsa mostre come anche allora la facciata di benessere ed opulenza ostentata da alcune famiglie altolocate, nasconde l’incapacità di educare e seguire i figli, considerati solo un intralcio ed una perdita di tempo, per genitori troppo impegnati a fare soldi o a sprecarli in passatempi effimeri e costosi.

Tra due mondi

Titolo: Tra due mondi

Autore: Olivier Norek

Editore: Rizzoli

Traduzione: Maurizio Ferrara

Olivier Norek mi aveva sorpreso con “Superficie” e “Il pesatore di anime”, due polizieschi dalla trama originale, pieni di colpi di scena, con finali imprevedibili. Non sapevo nulla di questo “Tra due mondi”, ma l’ho visto in libreria e l’ho ho comprato senza esitazioni. Mi aspettavo un “noir” alla sua maniera, invece il tema principale del libro è l’immigrazione clandestina, con tutta la sua drammatica attualità.

Adam deve fuggire dalla Siria e con lui moglie e figlia, che partono qualche giorno prima con un barcone per la traversata del Mar Mediterraneo. La loro destinazione è il campo di Calais, soprannominato “la Giungla”, con oltre diecimila profughi che vivono in condizioni disumane, dove ogni etnia cerca di imporre le proprie regole nella porzione di territorio che occupano e che rivendicano come se fosse loro. La storia di Adam si svolge nella Giungla di Calais, un luogo infernale, dove gli ospiti vivono senza diritti e speranze, mentre soprusi e sofferenze sono l’unica certezza.

Siamo abituati a valutare il problema degli immigrati dalle cronache di Lampedusa e degli altri punti di sbarco nel territorio italiano, consideriamo gli sbarchi dal Nord Africa come un problema tutto italiano o comunque in gran parte italiano. Questo libro ci apre gli occhi su quello che accade in altre parti dell’Europa, forse in scala anche maggiore rispetto alle dimensioni italiane. Sofferenze di migliaia di persone, costrette a fuggire, ad abbandonare la propria patria, a rischiare la vita nella speranza, spesso vana, di trovarne una migliore. Persone che una volta raggiunte destinazioni temporanee, perdono ogni diritto civile, resta solo il marchio di infamia di clandestino. Un costo insopportabile per gli Stati che li accolgono malvolentieri, un problema sociale per le popolazioni costrette ad una convivenza insopportabile. Un libro che apre gli occhi su problemi che molti preferirebbero non dover considerare.

Formule mortali

Titolo: Formule mortali

Titolo: Formule mortali
Autore: François Morlupi
Editore: Salani

“Formule mortali” è il primo romanzo scritto da François Morlupi, edito nel 2018, ora riproposto in una nuova edizione curata dall’autore dopo il successo dei romanzi successivi. I protagonisti sono sempre gli stessi. La storia è ambientata a Roma, raccontata con passione ed ironia, mostrando pregi e difetti della città con simpatia ma anche con rispetto per la sua bellezza. Il gruppo dei cinque poliziotti di Monteverde ancora deve conoscersi a fondo, la squadra voluta dal commissario Ansaldi è ancora in formazione. Grazie a questa prima avventura si getteranno le basi per trasformare un gruppo eterogeneo in una vera e propria famiglia, unita dal comune intento di giustizia.
Siamo nel pieno dell’estate, a Villa Sciarra viene ritrovato il cadavere di un professore di fisica, orrendamente mutilato, con alcune parti del corpo è stata composta la formula E = mc2. Il giorno dopo altro ritrovamento macabro, questa volta la vittima è una professoressa di matematica. Con il suo sangue è stata scritta a fianco al cadavere la formula a2+b2=C2, ossia l’enunciato del teorema di Pitagora. Un terzo omicidio viene scoperto in Corsica, la vittima è un professore di chimica e la formula è quella di Boyle-Mariotte, PxV=c. Sarà quest’ultimo omicidio a portare i cinque di Monteverde sulla strada giusta per la soluzione di questo strano caso. La trama è solida, i protagonisti sono ben assortiti con pregi e difetti inediti, tutti ben disposti verso i colleghi e pronti a qualsiasi sacrificio per raggiungere l’unico risultato che li interessa, ossia la ricerca della verità. La chiave del successo del libro trovo sia la scrittura di Murlupi, diretta e chiara, abile nelle descrizioni senza eccedere in particolari, efficace nello scandire i ritmi degli eventi, alterna scene drammatiche a situazioni piene di simpatico humor. Morlupi è un francese che ha saputo assorbire lo spirito irriverente di Roma, cosa per niente scontata.

Certe morti non fanno rumore

Titolo: Certe morti non fanno rumore

Autore: Alessandro Curioni

Editore: Chiare Lettere

Dopo “Il giorno del Bianconiglio” torna Leonardo Artico con i suoi collaboratori informatici e la giornalista Teresa, a giorni alterni innamorata di lui, a seconda di come si è svegliato Leonardo. Nella squadra di Artico non può mancare Roberto, amico fedele e braccio operativo di altissimo livello.

Artico viene ingaggiato da una sua ex, Rachele, ora al vertice di una grande azienda americana, con una proposta molto allettante, ossia partecipare ad un progetto di cyber security, detto Da Vinci, che si propone di utilizzare l’intelligenza artificiale per gestire i dati delle principali aziende mondiali, garantendo la sicurezza assoluta. Un progetto ambizioso che promette grandi utili e la concentrazione di un potere enorme nelle mani di una unica azienda. Il progetto Da Vinci ha attirato le attenzioni dei Servizi Segreti Italiani, che a loro volta ingaggiano Artico per essere informati sui progressi dell’azienda guidata da Rachele. Leonardo ha intenzioni e scopi diversi da quelli di Rachele e dei Servizi e condurrà la sua partita in modo inedito e imprevedibile, adattandosi in fretta alle esigenze del business di alto livello, che non prevedono regole certe ed hanno come unico risultato possibile la vittoria.

Un cyber thriller senza un attimo di respiro, continui cambi di scenari, tradimenti, doppi giochi. Una storia appassionante e incerta fino all’ultima pagina. L’autore si diverte a mostrare le sue conoscenze informatiche, sfoggia una notevole cultura classica e filosofica, tanti aneddoti ed una capacità di scrittura brillante ed appassionante. Il libro pone in termini estremi ma plausibili i pericoli a cui il mondo intero è esposto dall’utilizzo senza criteri e controlli sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che potrebbe diventare il mezzo con cui persone senza scrupoli potrebbero controllare tutte le attività economiche e non solo, con conseguenze difficilmente prevedibili.

La morte non va in pensione

Titolo: La morte non va in pensione

Autore: Francesco Sapia

Editore: Scatole parlanti

Rocco Amato è un giornalista che si occupa di “nera” per “Il Piccolo del Mezzogiorno”, un giornale locale ben diretto e con un discreto seguito in Calabria. Rocco lavora nella redazione di Corissano Calabro, una cittadina della costa ionica che è un piccolo paradiso, per il magnifico mare, per le bellezze architettoniche e per la gastronomia ricca di piatti e sapori unici. Rocco ha capacità investigative fuori dal comune ed è anche un paladino della verità, che insegue ad ogni costo insieme al suo amico commissario Nicola Abastante ed alla redazione del giornale, con cui costituisce una squadra affiatata e di grande efficacia. Rocco si sta occupando della misteriosa uccisione di un pensionato, ritrovato cadavere nella sua villetta sul mare. Le indagini sull’omicidio ci raccontano una storia di emigrazione da una terra che aveva poco da offrire, una carriera fatta in Germania nelle costruzioni civili, un ritorno in Calabria da vincitore, con una discreta ricchezza accumulata. Ma anche storie di lutti, di amori semi clandestini, di figli non riconosciuti. Ma non c’è solo la Calabria del passato nel romanzo, c’è anche la Calabria di oggi, fatta di persone che hanno ereditato l’educazione ed il senso del dovere dai genitori, di ottimi professionisti che conoscono l’importanza del fare le cose per bene. Quella Calabria piena di voglia di crescere, di legalità, di normalità, di cui Rocco Amato è di sicuro un bel rappresentante, un uomo moderno, dinamico, gran lavoratore, ma anche galantuomo d’altri tempi, capace di corteggiare la sua fidanzata Titti, di professione nutrizionista, con gentilezza rara, sapendo aspettare il momento adatto per far capitolare la sua amata, senza pretendete tutto e subito come troppo di frequente accade oggi. In questo “La morte non va in pensione”, ho percepito una grande voglia di cambiamento, di costruire un futuro nuovo e diverso per la Calabria. Una scrittura piacevole ed equilibrata.

Il peso del coraggio

Titolo: Il peso del coraggio

Autore: Michele Navarra

Editore: Fazi

“Il peso del coraggio” racconta una vicenda giudiziaria complessa, due processi, collegati uno all’altro in modo diretto, condotti in modo impeccabile sia dalle accuse che dalle difese, due sentenze dei giudici corrette in base ai dibattimenti e gli atti, anche se entrambe profondamente sbagliate. Michele Navarra ha saputo costruire una trama avvincente, partendo da un crimine tra i più odiosi, ossia le molestie sessuali su un ragazzino, Diego Loria, ad opera del suo allenatore di calcio, Emanuele Fontana, medico stimato e padre di un figlio compagno di scuola della vittima.

Il romanzo racconta con grande efficacia sia la vicenda processuale che le difficoltà dalla vita familiare di Gordiani, il cui matrimonio sta vivendo un momento difficile.

Il libro è uno dei migliori legal thriller che abbia mai letto, con la vicenda processuale complessa ed emotivamente coinvolgente, raccontata senza troppi tecnicismi legali, mettendo bene in evidenza le difficoltà degli avvocati e dei giudici, del pubblico ministero e degli stessi giurati, chiamati a giudicare ed infliggere condanne, in base ai propri convincimenti, con la grande responsabilità di applicare la giustizia in modo equo e corretto. Le pagine che raccontano gli interventi dell’accusa e quello dell’avvocato Gordiani al termine del secondo processo le ho trovate bellissime, per le grandi capacità oratorie dei due avvocati che parlano dei propri convincimenti senza sminuire il lavoro della contro parte, trovando parole accorate e sentite per convincere la giuria. Gordiani interpreta la professione forense secondo ideali di correttezza e moralità esemplari che invece sono stati troppe volte calpestati dalla realtà dei fatti. E’ anche un appassionato vespista, cosa volere di più? L’ambientazione romana, con le critiche ai suoi difetti, è molto piacevole, come lo sono le descrizioni dell’Argentario, luogo di mare molto caro ai romani.

Il sale sulla ferita

Titolo: Il sale sulla ferita

Autore: Cristina Rava

Editore: Rizzoli

La dottoressa Ardelia Spinola è in crisi. Il suo amico Bartolomeo Rebaudengo e la sua amica pianista Norma Picolit stanno trasformando la loro amicizia in qualcosa di molto simile ad una relazione e la cosa fa ingelosire Ardelia, molto legata a Bartolomeo. Una sera la dottoressa riceve una telefonata dal suo ex fidanzato Arturo che parla rimanendo sul vago, senza spiegare chiaramente il motivo della chiamata. Ardelia ha l’impressione che Arturo non abbia avuto il coraggio di dirle quello che voleva, per qualche motivo sconosciuto. Dopo pochi giorni, Arturo viene ucciso nella villa di Davide Drusi, un suo amico che ha iniziato a frequentare di recente. Il suo cadavere viene ritrovato nella piscina della villa, ucciso da un proiettile. Arturo e Davide si somigliano tantissimo e forse è stata proprio questa somiglianza ad ucciderlo, potendosi trattare di uno scambio di persona. L’omicidio scuote la vita di Ardelia e l’essere stata esonerata dalle indagini la rende ancora più depressa e malinconica. Bartolomeo si prodiga nell’aiutare la sua amica Ardelia, sforzandosi di tenerla lontana dai pericoli delle indagini clandestine e cercando di risollevarle il morale. Ma tenere a bada Ardelia è impossibile e lei non si fermerà fino a quando il colpevole non sarà individuato.

Questo “Il sale sulla ferita” è un romanzo piacevole, scritto con la consueta eleganza e lieve ironia da Cristina Rava. Un giallo che ben racconta il territorio in cui si svolge la storia, evidenziandone i colori, i profumi e la gastronomia locale. Una commedia che racconta le bassezze umane, l’avidità senza limiti che porta al crimine, ma anche una piacevole vicenda sentimentale dove l’amicizia e l’amore sorprendono i protagonisti, curando quelle ferite che sembrano inguaribili, soprattutto quelle che restano dopo i lutti più dolorosi.

Notturno francese

Titolo: Notturno francese

Autore: Fabio Stassi

Editore: Sellerio

Un romanzo delicato e malinconico, una specie di diario di un viaggio nato da un errore che porterà il protagonista alla ricerca delle risposte alle grandi domande irrisolte della sua vita. Un viaggio a tappe a ritroso nella sua vita, attraverso molte località che richiamano importanti romanzi del passato o che sono state luoghi simbolo per molti scrittori. Tutto il romanzo è un richiamo continuo ad altri romanzi, a partire dal titolo che omaggia il grande Antonio Tabucchi. Se la malinconia prevale nel libro e il richiamo del titolo al buio della notte fa pensare ad un finale triste, in realtà la storia è un viaggio verso la luce della conoscenza del proprio passato, mai rinnegato anche se sconosciuto.

Il protagonista di questo romanzo è Vince Corso, di professione biblioterapeuta, ossia un curatore di persone che usa i libri come medicina. Vive in un modesto appartamentino in via Merulana, che funge anche da studio per ricevere i suoi pazienti. Corso deve raggiungere la sua fidanzata a Napoli ma sbaglia treno e si ritrova diretto a Milano. Sul treno incontra un uomo misterioso, che lo spinge a continuare il viaggio, anche se non è la sua destinazione. Lo sbaglio forse non è casuale, è il destino che lo vuole portare in direzione di Milano. Vince decide di proseguire il viaggio, arriva a Milano e raggiunge Genova, prosegue per Ventimiglia per arrivare alla fine a Marsiglia. Qui Vince aveva vissuto l’infanzia. La madre lavorava come cameriera nell’hotel Le Negresco ed ebbe una breve avventura con uno sconosciuto che la mise incinta, alla fine del luglio del 1969. Inizia per Vince la scoperta del suo passato, trova l’identità di quel padre che non aveva mai conosciuto, per rivivere alcuni momenti indimenticabili della sua vita. Magnifica la copertina della sempre ottima edizione Sellerio.

Lampedusa, l’isola del diavolo

Titolo: Lampedusa, l’isola del Diavolo

Autore: Fabrizio Prelato

Editore: Scatole Parlanti

Un libro attuale, che tratta un argomento doloroso e delicato come quello degli sbarchi di immigrati provenienti da Paesi lontani, sempre più frequenti sulle nostre coste con esiti spesso drammatici.

“Lampedusa, l’isola del Diavolo” è un libro importante per l’argomento che tratta e perché l’autore, Fabrizio Prelato, è un maresciallo dei Carabinieri, che ha scritto questo romanzo, quindi finzione letteraria, ispirato da fatti veri ed autobiografici, tratti dalla sua esperienza professionale proprio a Lampedusa. Il protagonista è Christopher Bertone, maresciallo dei carabinieri, che si è trasferito a Lampedusa per un tirocinio di tre mesi, necessario per riuscire ad entrare nell’Europol. Dopo l’ennesimo naufragio di una imbarcazione a pochi metri da una spiaggia dell’isola, Bertone inizia una indagine approfondita sui tragici eventi, perché a lui qualcosa non torna. I suoi sospetti sono confermati dai primi risultati delle indagini. Tutte le testimonianze concordano sul fatto che il gommone con gli immigrati è stato affondato volontariamente da qualcuno che si è allontanato in fretta dopo il naufragio. Tra la popolazione dell’isola c’è il convincimento che in tutte le disgrazie c’è di mezzo il Diavolo e c’è anche chi giura di averlo visto.

Un libro sul dramma dei viaggi della speranza dei clandestini in cerca di una vita migliore e la malvagità di coloro che si approfittano di queste persone per guadagnare tanti soldi mettendo a repentaglio le loro vite. Un libro intenso, emozionante, ben scritto, su un argomento che divide la politica italiana e le istituzioni europee, incapaci, dopo tanti anni e tanti morti, di prendere decisioni eque e condivise, per tutelare le vite di coloro che fuggono da persecuzioni e povertà.

Troppi di loro, giunti nel Paese di approdo, non ne possono conoscere l’accoglienza e la solidarietà perché vi trovano la morte. Nessuno può autoassolversi di fronte a questa strage continua.

La ricreazione è finita

Titolo: La ricreazione è finita

Autore: Dario Ferrari

Editore: Sellerio

La ricreazione è finita è un libro con una trama che mette insieme molte storie, con un intreccio complesso, scritto con precisione linguistica e linearità narrativa, per un risultato di grande rilievo. Marcello Gori è un trentenne che si è laureato da poco in lettere, un uomo senza grandi passioni, senza obiettivi di vita e professionali, con l’unica convinzione di non voler proseguire l’attività di famiglia, ossia la gestione di un bar. Ad interrompere la vita pigra e inconcludente di Marcello, accade un evento improbabile quanto imprevedibile, ossia la vittoria di un dottorato di ricerca in lettere. La vittoria del concorso giunge in modo fortuito quanto immeritato, ma così ha deciso il suo destino e non può che iniziare la sua avventura di ricercatore con il professor Sacripanti, grande studioso ed intellettuale di prestigio internazionale. L’argomento del progetto di ricerca di Marcello Gori imposto da Sacripanti è la produzione letteraria di Tito Sella (1953 – 1998), terrorista di sinistra negli anni Settanta, condannato per terrorismo, morto in carcere dove divenne scrittore di buon livello. In quegli anni anche il professor Sacripanti era un rivoluzionario, tutto eskimo e molotov. Le ricerche sul materiale di archivio di Tito Speri porteranno il pigro e poco intraprendente Marcello Gori a trasferirsi per qualche mese a Parigi per svolgere al meglio le sue ricerche. Gli studi dell’archivi personale di Sella coinvolgeranno sempre più Marcello in modo imprevedibile, al punto di cambiargli la vita. Il libro racconta le vicende personali di Marcello, con la sua mediocrità ed incapacità di liberarsi della sua indole di perdente, ma è anche una rappresentazione impietosa del mondo accademico italiano, con i luminari più impegnati in guerre sotterranee di potere che nella didattica e nella ricerca, dove l’importante è accaparrarsi potere e finanziamenti oltre che soddisfare le proprie vanità. Il romanzo tratta in dettaglio le vicende personali di Tito Speri ed inevitabilmente vengono affrontate le vicende del terrorismo degli anni Settanta, i così detti anni di piombo, un periodo drammatico forse ancora non del tutto chiaro, con molti aspetti ancora inspiegabili su cui non si è fatta ancora completa luce.

Un libro scritto in modo impeccabile, distribuendo con giusto equilibrio i vari temi trattati, con personaggi ben definiti e descritti tramite pensieri ed emozioni in modo molto realistico. Una lettura che appassiona e che lascia nel lettore molti spunti di riflessione.

Il trattamento del silenzio

Titolo: Il trattamento del silenzio

Autore: Gian Andrea Cerone

Editore: Guanda

“Il trattamento del silenzio” è un noir ambientato a Milano, città ricca ed opulenta, con un volto nascosto teatro ideale per storie cruente ed oscure. L’Unità di analisi del crimine violento della Questura indaga su un efferato omicidio. La vittima è un uomo ricco e noto in città, studioso di esoterismo, trovato inchiodato alla libreria del suo studio, nella casa in cui viveva da solo, con il corpo orrendamente mutilato. E’ solo l’inizio della storia che si svolge in un arco temporale di 6 giornate. Un nuovo omicidio viene scoperto, un noto avvocato viene ucciso nella sua abitazione. Nei due omicidi sembra esserci la stessa mano omicida. Intanto tra le aule universitarie c’è qualcuno che ingaggia ragazze da coinvolgere in festini a base di droga e sesso ed anche in questo caso non mancano le vittime. La città sembra essere nelle mani di feroci assassini e gli investigatori sono impegnati su più fronti per cercare i colpevoli ed eventuali collegamenti tra i vari omicidi.

La scrittura di Gian Andrea Cerone è brillante ed efficace, i personaggi sono di grande effetto e personalità, con pregi e difetti che li rendono irresistibili. Una storia che mostra come la nostra società sia nelle mani di persone senza scrupoli, pronte a tutto per soldi o per portare a termine piani criminali che partono da lontano, costruiti nel tempo, per una malvagia quanto determinata voglia di vendetta. La trama di questo “Il trattamento del silenzio” si sviluppa tra colpi di scena, inganni, indagini a tutto campo, libri esoterici, figli rinnegati, politici di importanza nazionale e servizi segreti per una lettura avvincente e coinvolgente. Le diverse personalità dei poliziotti danno origine ad una squadra di investigatori originale ed irresistibile, sempre pronti ad intervenire ed a sostenersi reciprocamente, uniti dalla comune fede nella giustizia e dalla determinazione con cui dedicano la loro vita alla ricerca dei colpevoli.