L’errore

Titolo: L’errore

Autore: Piernicola Silvis

Editore: SEM

Pepe è un criminologo, lavora per un centro antiviolenza di Ancona, protegge le donne che sono vittime di mariti aggressivi. Flo è sua moglie, una giovane irlandese, vorrebbe fare la giornalista e la scrittrice, ma per ora i risultati non sono brillanti. Pepe lavora molto, ha sempre tanti pensieri per la testa, è un marito distratto, ama sua moglie ma troppo spesso non le rivolge tutte le attenzioni che dovrebbe. I due conducono una vita tranquilla, senza problemi economici, per Pepe il divertimento non è una priorità e la vita della coppia non è molto brillante. Ad un certo punto, improvvisamente, Flo sparisce, senza lasciare traccia. Pepe la cercherà dappertutto, chiederà aiuto alla Polizia, ma sarà tutto inutile.

Un libro scritto in modo impeccabile, dalla trama allo stile, efficace e diretto, senza inutili giri di parole. Un libro che racconta la storia di una donna resa fragile dalle sue insicurezze, con un marito incapace di percepire i pur flebili segnali di infelicità che la moglie gli inviava. Ma viviamo in una società spietata, che pretende molto dalle persone, in termini di tempo e di impegno mentale, che non lascia spazio a molto altro oltre il lavoro. Ma la stessa società non è in grado di cogliere le difficoltà di molte persone e non ha strumenti per intervenire quando necessario. La debolezza umana si può manifestare in molti modi ed anche chi apparentemente non ha problemi insormontabili, vive grandi difficoltà che possono dare luogo a condizioni di grande insoddisfazione. Pur di alleviare le sofferenze, le persone sono disposte a tutto ma spesso la disperazione porta a commettere errori e in certe condizioni, basta poco per compromettere tutto. Un ottimo libro che mostra un quadro inquietante della società attuale, per il dilagare del crimine, per le difficoltà che hanno anche le famiglie benestanti, per la violenza contro le donne a cui sembra non esserci limite.

Un cuore nero inchiostro

Titolo: Un cuore nero inchiostro

Autore: Robert Galbraith

Editore: Salani

Traduzione: Valentina Daniele, Barbara Ronca, Laura Serra, Loredana Serratore

L’agenzia investigativa di Cormoran Strike e Robin Ellacott non ha mai avuto tanti clienti come in questo momento, al punto da decidere di rifiutare nuovi incarichi. Così Edie Ledwell che chiede di indagare su chi la stesse perseguitando su internet, deve trovarsi una diversa agenzia, nonostante avesse insistito molto per essere assistita da Robin e Strike. Dopo qualche giorno, la donna viene ritrovata in un cimitero, uccisa in circostanze misteriose. Edie Ledwell era coautrice di una serie horror nata su Youtube che stava per fare il grande salto su Netflix. La serie è anche di ispirazione di una fan fiction e di una chat in cui domina Anomia, un personaggio carismatico quanto sconosciuto. Strike e Cormoran vengono coinvolti nelle indagini per la ricerca del colpevole dell’assassino di Edie e si trovano a doversi immergere nella realtà dei social media e del mondo misterioso ed effimero delle chat. Le indagini saranno lunghe e dispendiose e prenderanno tante strade diverse con molti sospettati.

Il libro tratta del potere dei social media, dell’odio che troppo spesso viene diffuso in rete tramite le chat, luoghi senza controllo dove ognuno può dire quello che vuole senza correre alcun rischio.

Le indagini on line si mescolano con le vicende delle vite private di Strike e Robin, senza che la loro relazione evolva nell’unica direzione ormai possibile.  Sullo sfondo del romanzo la situazione sociale, economica e politica inglese, con gruppi estremisti che si esprimono a furia di attentati esplosivi, creando caos e insicurezza.

Il libro è scritto con il consueto stile molto chiaro, fluido, ricco di dettagli, dove tutto è descritto con dovizia di particolari quasi maniacale, anche quando si tratta di cose apparentemente di scarso interesse. Una storia intrigante, sia per la trama che per i temi trattati, attuali e di grande interesse, ma soprattutto per l’empatia dei due protagonisti, Strike e Robin. Eccessive le quasi 1200 pagine, bastavano la metà.

Le notti della peste

Titolo: Le notti della peste

Autore: Orhan Pamuk

Editore: Einaudi

Traduzione: Barbara La Rosa Salim

Le notti della peste è l’ultima opera di Orhan Pamuk. La storia si svolge a partire dal 1901 sull’isola immaginaria di Minger, che l’autore ha posizionato tra Creda e Rodi. L’impero ottomano era ormai al suo tramonto e sull’isola scoppiò una epidemia di peste. Il sultano dell’epoca inviò sull’isola di Minger un suo fiduciario, il farmacista Bonkowki Pasha, con il compito di verificare la gravità della situazione. Il farmacista venne ucciso dopo pochi giorni in circostanze misteriose. Fu omicidio o suicidio? La situazione politica cambiò improvvisamente così come quella sanitaria con la peste che dilagò inarrestabile. Fu l’inizio di una lunga battaglia contro la pandemia che risvegliò negli abitanti di Minger nazionalismi mai sopiti e rivendicazioni indipendentiste.

Il libro è un misto tra una ricostruzione storica ed un romanzo, con l’autore che tratta temi per lui importanti come l’amore, il ruolo politico dell’Islam, il confronto tra le diverse classi sociali. Il libro usa la ricostruzione storica del passato come metafora dei tempi moderni, con le similitudini tra la peste del 1901 e quella recente, con le immancabili polemiche sociali e politiche come reazione alle misure di contenimento della malattia, ritenute ora come allora troppo restrittive e liberticide, oltre che inutili dal punto di vista medico. La storia viene usata come monito contro i rischi delle politiche nazionalistiche.

La scrittura di Pamuk è accurata, dettagliata, gli eventi sono raccontati con dovizia di particolari, senza nessuna fretta, senza preoccuparsi del ritmo lento del racconto, per dire tutto quello che ritiene importante. Per questo libro Orahn Pamuk è stato denunciato e la Procura della repubblica di Izmir ha aperto una inchiesta contro di lui per i presunti riferimenti critici all’operato del fondatore della Patria turca. Per il momento non si hanno notizie di provvedimenti contro lo scrittore.

La mala erba

Titolo: La mala erba

Autore: Antonio Manzini

Editore: Sellerio

Colle San Martino è un paesello tra i boschi, pochi abitanti che vivono a stretto contatto senza condividere nulla, uno contro l’altro, nessuna forma di aggregazione. Samantha ha solo diciassette anni, sogna la vita in città, vorrebbe andare all’università, fuggire dalla vita a cui sembra condannata. Il padre è disoccupato, pochi soldi in casa, difficoltà sempre più grandi, poca voglia di studiare, tante speranze disilluse ed un destino avverso. Come se non bastasse, rimane incinta di un ragazzo che non ama e che si confermerà inetto ed immaturo. La vita di Colle San Martino è dominata da Cicci Bellé, proprietario di tutte le case e dei negozi, tiene al guinzaglio tutti gli abitanti, tutti devono dei soldi a Cicci. Padre Graziano è il prete di Colle San Martino, grande avversario di Cicci Bellè, si odiano e si combattono con ogni mezzo. Samantha, Cicci Bellè e padre Graziano, con i rispettivi familiari ed il resto del paese, danno vita ad una storia terribile, senza speranza, senza futuro, non c’è salvezza per nessuno. Gli abitanti sono colpiti dalla maledizione di Colle San Martino, dove la vita si ripete da secoli, dove tutti prima o poi sono condannati a dare il peggio di sé, per la mancanza di opportunità, per la povertà, per l’incapacità di allontanarsi da quel posto senza speranza per tentare di raggiungere la felicità, da qualsiasi parte essa sia.

Un libro molto diverso da quelli a cui ci ha abituato Manzini. Siamo lontani dalla empatica ruvidezza di Rocco Schiavone, Aosta risulta calda ed accogliente paragonata al gelo umano di Colle San Martino. Questo libro senza speranza è un monito per tutti. Attenzione a quello che possiamo diventare ad essere troppo chiusi, egoisti, a pensare solo a sé stessi, a combattere gli altri credendo di difendere i propri interesse, senza renderci conto che invece tutto questo ci si ritorcerà contro. Un libro che fa pensare e che ci costringe a riflessioni amare.

Il Duca

Titolo: Il Duca

Autore: Matteo Melchiorre

Editore: Einaudi

“Il Duca” narra la vicenda dell’ultimo discendente della famiglia dei Cimamonte, che ha deciso di vivere nell’antica villa di famiglia che domina il paese di Vallorgàna, da solo, senza grossi contatti con la popolazione locale. Vive di rendita e non ha bisogno di lavorare, grazie alle ricchezze ereditate. Passa le giornate a studiare vecchie carte, a leggere libri e fare piccoli lavori di manutenzione. Una vita tranquilla, sobria e riservata. Così fino a quando il suo aiutante e uomo di fiducia Nelso, non lo avvisa che in cima al bosco stanno rubando i suoi alberi, sconfinando nelle sue proprietà. Il furto sta avvenendo sotto la regia perfida di Mario Fastréda, un uomo avido che in paese fa un po’ quello che vuole. Il Duca cambia improvvisamente atteggiamento e comincia a far valere i suoi diritti di proprietario terriero oltre a esibire il potere che gli deriva dall’appartenere all’antica famiglia. Inizia una piccola guerra tra compaesani dagli esiti imprevedibili.

Un romanzo che ha una trama ben costruita e sviluppata in modo da coinvolgere e affascinare il lettore, che tocca temi di grande attualità come la vita sociale nelle piccole comunità, la difficoltà di saper decidere quando si è in preda alla furia del potere, la potenza della natura e le sue leggi non scritte, le libertà individuali ed i condizionamenti che derivano dal passato.

Il racconto è scritto in modo incalzante, i fatti si susseguono riservando sempre delle piccole sorprese, si alternano fatti contemporanei della cronaca del paese alle storie del passato. I tormenti del Duca sono quelli di un uomo che vorrebbe essere libero di fare quello che vuole ma che sente l’impegno di mantenere alta la tradizione del casato a cui appartiene. Ma è necessario conoscere tutto il proprio passato per non subirne l’influenza negativa. Il Duca lo scoprirà sulla sua pelle.

Zorba il greco

Titolo: Zorba il greco

Autore: Nikos Kazantzakis

Editore: Crocetti

Traduzione: Nicola Crocetti

Zorba il greco è un romanzo straordinario da cui è stato tratto un film famosissimo con Irene Papas e Anthony Quinn, la cui colonna sonora composta da Mikīs Theodōrakīs contiene il brano Sirtaki, che accompagna nel film Zorba durante la sua famosa danza. Film, colonna sonora e balletto sono diventati più famosi del libro, ma è dal romanzo che tutto è nato.

Il libro racconta le avventure di Basil, uno scrittore inglese che ha ereditato una miniera sull’isola di Creta. Intraprende il viaggio per raggiungere l’isola e conosce per caso Alexis Zorba, un greco esuberante e pieno di energie e di contagioso entusiasmo per la vita. I due diventeranno amici inseparabili ed andranno incontro a successi, disastri, tragedie. I due amici sono quanto di più diverso si possa immaginare, ossia lo scrittore inglese idealista, benestante, alla ricerca delle risposte ai principali interrogativi della vita, Zorba invece è un uomo poco istruito ma di grande saggezza innata, conosce tutte le risposte alle grandi domande, concetti semplici e di immediata comprensione, pillole di saggezza e di esperienza mescolate insieme. Le avventure dei due porteranno l’autore a toccare temi di rilevanza assoluta, dalle relazioni tra uomo e donna a Dio, dalla religione all’esistenza dell’anima, dalla morte al senso della vita. Il romanzo è quasi un trattato di filosofia sotto forma di avventura vissuta da due amici, raccontata con semplicità e immediatezza. La storia è ambientata a Creta, descritta con grande efficacia, con le case candide, il mare azzurro e le notti arricchite da cieli fantastici. Le parole di Zorba sono coinvolgenti e convincenti, leggendo il libro si è trasportati dal suo entusiasmo, dalla sua voglia di vivere e dalla curiosità con cui guarda ogni cosa che gli accade attorno.

Londra anni Venti

Titolo: Londra anni Venti
Autore: Marco Varvello
Editore: Bompiani
 
Marco Varvello è il corrispondente dal Regno Unito della Rai, risiede a Londra ed è un osservatore attento ai cambiamenti che stanno avvenendo in questi anni. Gli anni Venti richiamati dal titolo del libro, non sono quelli del Novecento, ma quelli del ventunesimo secolo, contrassegnati da grandi turbolenze e cambiamenti politici e sociali di portata difficile da prevedere. Londra è sempre stata una città cosmopolita, in grado di attrarre persone e capitali da tutto il mondo, da sempre capace di anticipare mode e tendenze. Per descrivere i cambiamenti in corso, Varvello ha scritto una storia d’amore, tra le più improbabili che si possano immaginare. Lui, George, camionista, ex tassista, si ritrova ad essere coinvolto, suo malgrado, nel rapimento di un funzionario della dogana da parte di un gruppo di terroristi irlandesi. Figlio di genitori nordirlandesi immigrati, inseguito da sempre dal conflitto etnico-nazionalista nordirlandese. Lui è inglese, conservatore e sostenitore della Brexit. Lei, si chiama Allegra, è una giornalista del Sunday Times, ha studiato nei college per ricchi, conosce tante persone, segue la Brexit per ragioni professionali, intervistando i politici e le persone del popolo, proprio quelle che hanno votato per la Brexit. I due si incontrano, nasce una relazione resa possibile dalla clandestinità imposta dal Covid, quando non si potevano frequentare altre persone e loro si vedevano a casa di lui, lontano da tutti, in una intimità che consentiva loro di essere sé stessi senza i condizionamenti imposti dal proprio stato sociale. Ma al termine del lock down tutto torna alla normalità e allora le differenze sociali e ambientali impediranno a George ed Allegra di proseguire la loro storia d’amore, le differenze saranno troppo grandi, i condizionamenti del passato e del presente li allontaneranno per sempre.

Si vive bene in due

Titolo: Si vive bene in due
Autore: Giorgio Scerbanenco
Editore: La nave di Teseo
 
“Si vive bene in due” fu pubblicato nel 1943. Non è un giallo e neanche un noir, le atmosfere sono quelle classiche di Scerbanenco, con Milano che ancora deve iniziare il grande cambiamento postbellico e mostra gli evidenti disagi sociali delle classi meno abbienti.
Cesare Vairaghi è un giovane di 24 anni, impulsivo e poco maturo, che ha il sogno di aprire una libreria. Per realizzare il suo sogno ha bisogno di soldi, è convinto che sarà sufficiente fare un viaggio a Roma e chiedere un prestito ad uno zio. Il viaggio a Roma non darà il risultato sperato. La sua fidanzata Benedetta, d’accordo con il padre, gli concede la dote per l’acquisto della libreria per riuscire ad acquistare la tanto desiderata libreria. Cesare è circondato da donne che si interessano a lui. Infatti, oltre alla fidanzata, c’è Candida, una donna ricca, elegante e capricciosa, cliente della libreria, che fa di tutto per avvicinarlo, c’è Cristina, una amica di Benedetta, che lo aiuta in libreria. Pochi giorni prima del matrimonio tra Cesare e Benedetta, un tragico incidente cambia le loro vite per sempre.
Oltre a Cesare, le donne sono le protagoniste del romanzo, con le loro personalità e sensibilità, desideri e delusioni, ambizioni e paure. Candida è ricca e può fare quello che vuole, non ha bisogno di un marito per acquisire un ruolo nella società. Benedetta e Cristina sono giovani, belle, intelligenti, ma solo con un matrimonio potrebbero avere un ruolo sociale rispettabile, anche se subalterno a quello del marito. Altre protagoniste femminili partecipano a questa analisi della condizione della donna, tutte attratte da Cesare e dalla sua immatura irruenza.
Ogni protagonista si porta dietro il suo bagaglio di esperienze, sogni e speranze, ma c’è il destino che è sempre in agguato, per rendere vani gli sforzi fatti per impiegare al meglio la propria vita e per riuscire ad interpretare i propri sentimenti.

La feluca e la fiocina

Titolo: La feluca e la fiocina
Autore: Irene Caltabiano
Editore: Capponi
 
Torre Faro è un paesino posto sulla punta della Sicilia che si protende verso la Calabria. Qui gli uomini sono quasi tutti pescatori, che dedicano la propria vita alla pesca del pesce spada, usando piccole imbarcazioni, agili e veloci, le feluche, armati della fiocina e del proprio coraggio. La vita dei pescatori è dura, tanta fatica e pochi soldi, ma nessuno si lamenta, nessuno abbandona il proprio destino. Salvatore Greco è un ragazzino che non ama il pesce, non gli piace il suo odore, così come non piace la vita in Sicilia. Salvatore vede morire il padre Calogero, ucciso da un pesce spada gigantesco, la cui esistenza nel mare dello Stretto era una leggenda. La morte del padre segna il destino di Salvatore, che scopre il suo talento per la scrittura, lo alimenta e poi decide di lasciare la Sicilia per raggiungere il successo a Roma. Ma nonostante i suoi sforzi, non riesce a dimenticare la Sicilia, che lo richiamerà alle sue origini per sconfiggere i fantasmi che tormentano lui e la sua famiglia.
Una storia toccante e malinconica, il racconto di vite dure e povere, segnate da lutti e grandi dolori, incomprensioni familiari dovute alle diverse aspirazioni di generazioni che non riescono a dialogare. L’amore per il mare e il rispetto che gli uomini gli devono è un tema forte del libro che trova nel mare dello Stretto un grande protagonista, così come lo è il re dei pesci, il pesce spada, simbolo di forza e di coraggio. Così l’imbarcazione da pesca diventa viva, il re dei pesci dello Stretto ha anche una regina con cui divide la propria vita, la natura si mostra in tutta la sua bellezza disarmante ma anche con la sua potenza distruttrice. Irene ha scritto questo “La feluca e la fiocina” da siciliana innamorata delle proprie origini, producendo un romanzo intenso ed emozionante, descrivendo le ambientazioni ed i caratteri dei protagonisti, con grande sensibilità e romantica precisione.

Chiamo i miei fratelli

Titolo: Chiamo i miei fratelli
Autore: Jonas Hassen Khemiri
Editore: Einaudi
Traduzione: Katia De Marco
 
Una esplosione scuote il centro di Stoccolma. Un’auto piena di esplosivo è saltata in aria. Terrorismo, attentatore suicida, radio e TV ripetono queste parole come un mantra. Gli attentati fanno paura, tolgono sicurezza alle persone, TV e Radio alimentano la paura amplificando i fatti, rimandando in continuazione le immagini e le notizie. I sospetti vanno subito verso gli stranieri, gli immigrati, soprattutto se hanno la pelle più scura e un cognome straniero, difficile da pronunciare. Amor sta andando in centro per trovare un ricambio per la cugina, sente gli occhi di tutti addosso, non capisce bene cosa sta accadendo, non è più sicuro delle sue stesse azioni. Difficile distinguere la realtà da quello che la sua immaginazione sta inventando. Lui fa parte di quale parte, dei buoni o dei cattivi?
“Chiamo i miei fratelli” è scritto da un autore svedese dal cognome arabo, è un romanzo breve e coinvolgente, che tratta di un problema molto attuale, non solo nella penisola scandinava, ossia quello dei pregiudizi razziali e della difficoltà di inserimento degli stranieri anche in una società evoluta ed aperta come quella svedese. Racconta come la paura possa svolgere un ruolo determinante per condizionare la mente di una singola persona come Amor ma anche i comportamenti di una intera società. La scrittura è molto diretta, tra dialoghi al telefono e narrato, un mix originale e non privo di una certa attrattiva.

Città in fiamme

Titolo: Città in fiamme
Autore: Don Winslow
Editore: HarperCollins
Traduzione: Alfredo Colitto
 
Don Winslow ha ambientato questo suo ultimo romanzo “Città in fiamme” nel Rhode Island, New England, un luogo pieno di immigrati provenienti dall’Italia e dall’Irlanda, che lui conosce bene perché è qui che è nato e cresciuto. Gli immigrati arrivavano a Providence per trovare un lavoro nelle fabbriche o nei porti. La storia è ambientata negli anni Ottanta e racconta le guerre per il controllo delle attività commerciali, tutte in mano al racket, che insieme ai sindacati assicuravano l’ordine pubblico. Il racket era diviso tra irlandesi, i mangiapatate e gli italiani, i mangia spaghetti. Le nuove generazioni ruppero i taciti accordi che erano stati presi dai vecchi, che non riuscirono più a controllare le ambizioni dei giovani e allora scoppiò la guerra tra i clan. Il racconto celebra in qualche modo i leader capaci di assumere posizioni mediate, per evitare guerre sanguinarie, al contrario dei nuovi capi, giovani ed aggressivi, prepotenti, incuranti delle conseguenze del loro agire. Il romanzo è diviso in tre parti, ognuna introdotta da brani dell’Eneide, un modo per ricordare al lettore il valore di quanto viene narrato, per dare la giusta valenza alle cose del passato che aiutano a costruire il futuro. Winslow ha una scrittura scarna, scorrevole, non si perde in lunghe descrizioni, costruisce trame appassionanti, piene di spunti di interesse. I dialoghi sono diretti, reali, senza fronzoli, cattivi e duri, come si addice al linguaggio dei malavitosi. Non c’è retorica o falso moralismo, si racconta la vita, dura e violenta, di gente che sa che ogni giorno è buono per morire.

Dimmi cosa vedi tu da li

Titolo: Dimmi cosa vedi tu da lì
Autore: Guido Maria Brera
Editore: Solferino
 
Un libro a metà tra romanzo e saggio, scritto da un autore che viene dalla finanza moderna, quella aggressiva e sempre pronta a sbranare le sue vittime, che racconta il suo percorso formativo, dalle aule universitarie della Università la Sapienza di Roma alle attuali attività lavorative. Il percorso personale è affiancato alla storia d’Italia, dal terrorismo alle crisi economiche, dai tanti momenti difficili alle speranze per un futuro migliore che sembra sempre tardare. C’è spazio per una critica pesante alle teorie liberiste, alla globalizzazione, all’incerto futuro legato alla loro applicazione senza correttivi, alla speranza legata alla riscoperta delle teorie di Keynes. C’è anche la figura di Federico Caffè che funge da compagno di avventura, con il mistero della sua scomparsa e l’attualità del suo pensiero economico. Un libro scritto in modo brillante, chiaro e responsabile, in grado di spiegare ai lettori i limiti ed i pericoli che stiamo correndo se non supereremo la fase attuale senza passare ai rimedi. Lo scenario disegnato è quello di una guerra che si sta combattendo, tra chi vuole la massima libertà e chi invece vuole controllare l’economia. Ci sono anche riflessioni sui cambiamenti di orientamento dovuti al Covid 19 che ci ha mostrato l’importanza del welfare, i cui tagli sono così cari ai liberisti, che vedono le spese per il bene comune come la sabbia nelle lenzuola. Il pregio del libro è quello di raccontare un sistema economico che non ha saputo mantenere le promesse e che ha provocato il taglio dei diritti dei lavoratori, in cambio di vantaggi inutili quali prodotti a basso costo di pessima qualità, tutto a discapito dell’ambiente, ridotto a discarica.

Tutto per i bambini


Titolo: Tutto per i bambini
Autore: Delphine De Vigan
Editore: Einaudi
Traduzione: Margherita Botto
 
Mélanie è una ragazza affascinata dalla TV e dai reality show, vorrebbe essere famosa ed acclamata dal pubblico. Prova a partecipare a qualche selezione, viene scelta per un reality ma l’avventura finisce presto, senza nessuna soddisfazione, anzi con tanta delusione. La vita prosegue e Mélanie trova marito, mette al mondo due splendidi bambini, Sammy e Kimmy. La sua voglia di celebrità la porta a fondare un canale su Youtube in cui pubblica i video con protagonisti i suoi bambini, diventando una formidabile macchina da pubblicità. Mélanie diventa famosa insieme ai suoi bambini, hanno milioni di follower, le aziende fanno la fila per pubblicizzare i loro prodotti e la famiglia guadagna milioni di euro, grazie ai follower ed ai loro like. Tutto sembra andare per il meglio per Mélanie e la sua famiglia quando un giorno la piccola Kimmy sparisce mentre era in cortile a giocare con il fratello Sammy. Dopo giorni di incertezza, una busta viene recapitata a Mélanie, con la prova che la bambina è stata rapita e con le istruzioni da seguire per riaverla viva. Clara è la giovane poliziotta che deve indagare sul rapimento, è una donna sensibile ed attenta, a cui non piace mostrarsi in pubblico, l’esatto opposto di Mélanie. Clara sarà costretta a visionare i video di Mélanie e dei suoi bambini, per capire, per trovare un indizio che possa riportare Kimmy a casa. Quel mondo dorato che appariva nei filmati non esiste e verranno allo scoperto i problemi dei bambini, sfruttati e stressati dalla insaziabile voglia di apparire della mamma.
La storia raccontata in Tutto per i bambini, ultimo romanzo di Delphine De Vigan, affronta temi tipici del tempo contemporaneo, dai reality in TV ai social media, alle attività degli influencer alla esposizione dei minori sui social per ottenere dei guadagni.
Delphine De Vigan ha molto a cuore i rapporti familiari e la vita vissuta in famiglia, con i problemi e le tensioni che spesso nascono da situazioni reali e del tutto comuni. In questo caso sono presi di mira i social network e il meccanismo perverso delle visualizzazioni e dei facili guadagni derivanti dagli incassi pubblicitari. Social Media creatori di ricchezze e fama effimera che possono provocare danni incalcolabili e duraturi nel tempo, con i bambini vittime inconsapevoli delle ambizioni dei genitori.

Anima cremisi

Titolo: Anima cremisi
Autore: Riccardo Iannaccone
Editore: Kall Edizioni
 
La scrittura dà la possibilità agli autori di esprimere la creatività in tanti modi che Riccardo Iannaccone sta sperimentando con i suoi romanzi, sempre diversi e inediti.
Il mondo dello spettacolo e della TV in particolare seguono regole inderogabili e la legge del tempo non perdona. Matteo Fazio è una star televisiva, la parabola della sua carriera ha superato il  vertice ed ora sta iniziando la fase calante. Un bel giorno la sua vita cambia per sempre, perché accade quello che era inevitabile. Si reca sul set per girare e scopre che non fa più parte del cast, è stato licenziato, così su due piedi, senza preavviso. A neanche quarant’anni si trova ad essere troppo vecchio, scopre che non c’è più posto per lui in quello che credeva fosse il suo mondo. Per Matteo inizia una caduta libera in un baratro senza fine, tra rimorsi, ricordi, occasioni sprecate, poca fiducia nel futuro ed in sé stesso. Per uno come lui abituato a recitare e fingere è anche più difficile che per altri distinguere tra il vero e l’immaginario. Cerca di trovare aiuto e coraggio nell’alcol che si rivela come sempre un amico inseparabile ma dagli effetti devastanti. Il racconto porta a confondere il lettore, tra sogno e realtà, tra finzione e fatti vissuti davvero. Una storia che contiene varie versioni, le diverse interpretazioni che il lettore può scegliere per trovare quella che preferisce.
Copertina e incipit grafico di ogni capitolo di Irene Caltabiano, la poliedrica scrittrice, fumettista e grafica, di cui mi piace ricordare la raccolta di racconti dedicati al mare “Granelli di rabbia”.

IL tuffatore

Titolo: Il tuffatore
Autore: Elena Stancanelli
Editore: La nave di Teseo
 
Il tuffatore è il titolo del libro che Elena Stancanelli ha scritto sulla vita di Raul Gardini. L’immagine di copertina è anche la metafora del suo modo di essere, di vivere, di interpretare la sfida all’imprenditoria italiana dell’epoca. Non è un romanzo, è la cronaca dei fatti ricostruita con grande precisione, arricchita con dettagli personali, gusti, passioni, amicizie e ossessioni di Raul, un grande personaggio che ha avuto una vita fantastica ed avventurosa, che ha riempito le cronache imprenditoriali e mondane dagli anni Settanta al giorno in cui fu ritrovato esanime a casa sua, il 23 luglio del 1993. La vita di Gardini è raccontata in parallelo ai grandi fatti che caratterizzarono la vita italiana, dagli attentati alle elezioni, dalle vicende di mani pulite alle manovre in campo industriale e finanziario.  Gardini era un uomo forte, coraggioso, intrepido, si definiva un contadino, aveva poca dimestichezza con i salotti che allora comandavano nelle banche e nelle industrie. Appassionato di caccia, di mare, di barche, resta indimenticabile la sua avventura con il Moro di Venezia in Coppa America. Fece sognare gli italiani con le imprese sportive delle imbarcazioni di cui era armatore, per i risultati e per i favolosi festeggiamenti, sfarzosi, esagerati, che suscitavano ammirazione e meraviglia. La maggior parte delle persone lo vedevano come un generoso benefattore, capace di combattere e vincere contro i poteri forti dell’epoca, ma in grado di creare migliaia di posti di lavoro e di ridistribuire la ricchezza da lui creata nella amata terra di Romagna. La sua spregiudicatezza e la sua ambizione illimitata gli consentirono di raggiungere risultati immensi, ma tanto grande fu la sua ascesa tanto veloce e tremenda fu la sua caduta, fino al terribile epilogo del 1993. Un libro che coinvolge, emoziona, commuove e che lascia qualche rimpianto per la mancanza ai giorni d’oggi di uno come lui.