La strana morte di Alessandro Cellini

Titolo: La strana morte di Alessandro Cellini

Autore: Riccardo Landini

Editore: Newton Compton Editori

La vita di Astore Rossi non è stata facile, ma mai come ora tutto sembra andare storto. Il suo amico Oscar, amico e collaboratore della bottega di restauro, è morto, lasciandolo solo e triste. La donna con cui aveva avuto una relazione tumultuosa e che gli aveva donato un figlio, Jacopo, ha deciso di trasferirsi a Zurigo. Al ritorno dal funerale di Oscar, Astore trova sul muro di fronte alla sua bottega, una scritta che dice “So cosa hai fatto” e sotto la firma “MS”.

Durante la notte un mattone colpisce la sua finestra e lui vede una figura che scappa vestita da suora. Il vestito da suora e le iniziali MS gli fanno tornare in mente gli eventi tragici che lo legano ad un incendio di una villa in cui trovò la morte Matilde Spada, sua presunta nemica. Il passato torna a perseguitarlo e il povero Astore non sa cosa fare. Prova a trovare conforto nella moglie, raggiunta telefonicamente, ma non riesce ad affrontare in modo costruttivo l’argomento e il contatto finisce con una grande litigata. Astore si sente precipitare in un abisso senza fine, ma al peggio non c’è mai fine. Un suo vecchio amico, Alessandro Cellini, viene ucciso in modo violento. Sotto il corpo del Cellini viene ritrovato un biglietto da visita di Astore. Impossibile per gli inquirenti non collegare la morte del Cellini al passato di Astore.

Riccardo Landini ha costruito questa trama con continui rimandi al passato di Astore, che si intrecciano con il presente, con una tensione crescente con l’evolversi della storia che diventa sempre più complessa e misteriosa. Il lettore non trova punti di riferimento e può solo continuare la lettura per capire la portata degli eventi che si stanno per scatenare sui protagonisti, trovandosi spesso spiazzato dai vari indizi che lasciano intendere cose diverse da quello che poi si riveleranno essere. I personaggi sono molto approfonditi dal punto di vista psicologico, con la loro complessità che contribuisce in modo determinante alla riuscita del romanzo. Un libro giallo in cui è evidente l’impronta caratteristica dell’autore, dalla trama alle ambientazioni, geografiche e stagionali, con continui colpi di scena per una lettura appassionante.

UFO 78

Titolo: UFO 78

Autore: Wu Ming

Editore: Einaudi

Una storia che inizia il 26 agosto del 1976 con la misteriosa sparizione di due boyscout, Jacopo e Margherita, durante un campeggio in Lunigiana. Le ricerche dei due ragazzi durarono per mesi, nella zona del Monte Quarzerone, nota per antiche storie e leggende, funghi dai poteri magici ed addirittura qualche apparizione di UFO. Le ricerche dei due giovani continuarono senza sosta avvolte nel mistero, senza che mai fosse trovato un indizio o una traccia tale da condurre alla causa della sparizione. Le indagini durarono fino al 1978, quando un famoso scrittore di libri dedicati alle possibili visite di extra terrestri sulla terra in tempi preistorici, Martin Zanka, iniziò ad interessarsi al caso di Jacopo e Margherita ed ai misteri del Monte Quarzerone. Il suo interesse cominciò per via di suo figlio, Vincenzo, che stava disintossicandosi dall’eroina nella comunità Thanur, sita proprio nei pressi del monte Quarzerone. Zanka avrà modo di conoscere molte persone che ruotano attorno a Thanur ed ai misteri legati agli UFO. Alcuni di loro lo affiancheranno nelle ricerche sulla sparizione dei due ragazzi. In quelle stesse settimane, dei 1978, ci fu il rapimento di Aldo Moro e il massacro della sua scorta, oltre alla morte dello stesso Moro, dopo che le Brigate Rosse decisero per la sua esecuzione. In quello stesso periodo usciva il film “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, l’eroina era sempre più diffusa tra le droghe di largo consumo. Il rapimento Moro aveva messo in crisi il sistema politico incapace di trovare una soluzione tra chi era disposto ad aprire una trattativa e chi invece sosteneva che lo Stato non dovesse trattare. Già a quei tempi il vecchio PCI era in crisi, incapace di arginare il calo di consensi, così come si cominciavano ad intravedere le prime avvisaglie di quello che poi divenne il caso Gladio.  

Tutto questo e molto altro in un romanzo che sembra un giallo ma in realtà è una analisi politica, sociale e culturale di quegli anni, scritta in modo originale e creativo, con tanti riferimenti a documenti e romanzi dell’epoca. Una ricostruzione di quel periodo molto veritiera e riuscita, stimolante e che fa riflettere su quello che eravamo e quello che siamo diventati. Sullo sfondo della scrittura, tra Ufo veri e presunti, c’è una folta colonna sonora tratta da quel movimento che è passato alla storia come Krautrock o Kosmische Musik, ossia quel manipolo di gruppi musicali tedeschi che a partire dal primo allunaggio (1969) diedero origine ad un nuovo genere musicale che nacque dalla fusione del rock progressivo con la musica elettronica. Anche Franco Battiato compare nel racconto, per un breve cameo. Wu Ming è un collettivo di scrittori bolognesi che con questo libro hanno dato prova di grande capacità.

Regalo di Natale: la BCE aumenta ancora i tassi

Ho fatto studi scientifici ed ho maturato le mie convinzioni in campo economico in base alle esperienze di vita ed al buon senso. Non mi fido degli economisti e delle massime istituzioni finanziarie dai nomi roboanti, incapaci di prevedere le crisi che periodicamente devastano il sistema finanziario mondiale, senza mai accorgersi in tempo utile delle tempeste in arrivo. Tali organismi pretendono di regolare l’economia mondiale, liberalizzata e senza regole, con i loro provvedimenti, spesso tardivi e quasi mai efficaci, applicando ricette inadeguate a regolare il sistema che vorrebbero far funzionare con le loro correzioni dopo che i fatti sono accaduti, con risultati che dimostrano che il sistema fa quello che vuole, in barba a tutte le teorie previsionali.

Mi ritrovo pienamente nella definizione di economista fornita da Laurence Johnston Peter Un economista è un esperto che saprà domani perché le cose che ha predetto ieri non sono successe oggi.

Una delle istituzioni finanziarie di cui non mi fido in assoluto è la BCE. Sarà per l’aspetto poco rassicurante dei suoi massimi rappresentanti? Sarà per i colpi inferti alla Grecia? Sarà per le ultime decisioni di alzare i tassi di interesse?

L’aumento dei tassi di interesse ha peggiorato repentinamente le condizioni del credito per le famiglie e le aziende, non otterrà alcun effetto sull’inflazione, dato che dipende quasi esclusivamente dall’aumento del costo dell’energia che dipende a sua volta dalla guerra in corso e dagli strani meccanismi di calcolo del prezzo del gas e dell’energia. Di sicuro aumenterà con effetto immediato i ricavi delle banche ai danni di coloro cha hanno preso soldi in prestito.

I cittadini subiscono i rincari energetici pagando bollette con importi due o tre volte superiori a quelle di qualche mese prima, a parità di consumi. Molti negozi ed esercizi privati non riescono più a coprire le spese e stanno chiudendo o chiuderanno nei prossimi mesi. Quelli che cercano di rimanere aperti devono necessariamente aumentare i prezzi, per cercare di coprire i costi energetici. Le istituzioni europee hanno fatto qualcosa per evitare gli aumenti delle bollette energetiche? No. La misura che potevano mettere in piedi era il tetto al prezzo dell’energia ma non l’hanno fatto. Riguardo la crisi dei prezzi dell’energia, i paesi europei sono andati avanti in ordine sparso, ognuno pensando al proprio orticello. Ora il prezzo del gas sta scendendo, ma chissà quando ne vedremo i benefici. Intanto la BCE ha preso la decisione di aumentare ancora il prezzo del denaro per combattere l’inflazione. A cosa servirà questa misura? A nulla, l’inflazione aumenterà o scenderà a seconda del prezzo dell’energia, dato che è causata in gran parte da questi aumenti. Gli aumenti dei prezzi sono una diretta conseguenza dell’aumento delle bollette. I singoli esercizi commerciali sono costretti ad aumentare i prezzi se non vogliono chiudere. L’inflazione continuerà a salire o scendere seguendo l’andamento dei prezzi energetici, con buona pace della BCE. Per i cittadini ci saranno aumenti ingenti delle rate dei mutui e per molte famiglie le difficoltà saranno insormontabili. A chi servirà questa misura? Non certo ai cittadini ed alle imprese, che non sentivano il bisogno di vedersi peggiorare le spese in modo così ingente. Di sicuro le banche aumenteranno i loro profitti in modo esagerato senza avere alcun merito. In fondo la BCE sta facendo il suo lavoro, togliere più soldi possibili dalle tasche dei cittadini e distribuire il bottino ai suoi azionisti. Ma come, risponderebbe piccata la BCE, i nostri azionisti sono le banche centrali dei vari stati europei. Vero, ma gli azionisti delle banche centrali sono le banche private, quindi….

La maschera di marmo

Titolo: La maschera di marmo

Autore: Jean Christophe Grangé 

Editore: Garzanti

Traduzione: Doriana Comerlati e Giuseppe Maugeri

Una storia ambientata nella Berlino del 1939, quando l’invasione della Polonia e l’inizio della Seconda Guerra Mondiale sono alle porte. Berlino era inquieta per la situazione politica e per la continua escalation delle persecuzioni dei cittadini presi di mira da Reich, vittime di soprusi, violenze e privazioni. Le mogli dei vertici del Reich si ritrovano all’Hotel Adlon, per fare quattro chiacchiere e bere qualche coppa di champagne, vivono annoiate la loro quotidianità, protette dal potere dei mariti, dal lusso delle loro vite, incapaci di rendersi conto di quanto grave fosse la situazione generale. Ma un misterioso killer le prende di mira, le uccide dopo averle orribilmente mutilate. Le indagini sono condotte da Franz Beewen, un ufficiale della Gestapo, un uomo violento e spietato, totalmente dedito al Reich. Ma commette qualche errore e si troverà a collaborare con Minna von Hassel, una psichiatra appartenente ad una ricca ed aristocratica dinastia tedesca, oltre che con Simon Kraus, uno psicoanalista abbastanza famoso a Barlino, frequentatore di molte delle dame del Reich, di cui era amante ma anche ricattatore, per trovare il killer e portare a casa la pelle.

Un romanzo pieno di dettagli storici interessanti, con una trama complessa in continua evoluzione, con frequenti colpi di scena che tengono alta l’attenzione del lettore. I fatti e l’ambientazione sono raccontati senza nessun ammiccamento, anzi c’è una critica al regime decisa e netta, senza alcuna ambiguità, spesso servita insieme ad una ironia impertinente. C’è molta sofferenza mescolata agli avvenimenti della trama, le questioni razziali come pure le persecuzioni degli omosessuali, oppure le tecniche scientifiche applicate allo sterminio dei condannati. Tanti morti, tanti cadaveri, l’orrore più terribile considerato inevitabile per salvaguardare la razza, per garantire ai futuri tedeschi gli occhi azzurri ed i capelli biondi.

La mia bottiglia per l’oceano

Titolo: La mia bottiglia per l’oceano

Autore: Michel Bussi

Editore: e/o

Traduzione: Alberto Bracci Testasecca

Ambientazione esotica ed affascinante, l’isola di Hiva Oa è stata il luogo che ispirò il pittore Paul Gauguin ed il cantante Jacques Brel, entrambi sepolti su questa isola della Polinesia Francese.

Su questo piccolo territorio, splendido e sperduto, viene organizzato un laboratorio di scrittura, tenuto dal famoso e acclamato romanziere Pierre Yves François, riservato ai vincitori di una selezione di aspiranti scrittori. Il concorso viene vinto da cinque donne, molto diverse tra loro per età, estrazione sociale, formazione ed attività professionale, ma tutte con un unico sogno, ossia diventare scrittrici. Il corso di scrittura inizia subito con la sparizione del docente, con le aspiranti scrittrici coinvolte nelle ricerche. Subito dopo la partecipante più anziana viene ritrovata uccisa nel suo letto. A questo punto i concorrenti rimasti hanno la certezza che tra di loro c’è un assassino. Il paradiso tropicale piano piano si trasforma in un luogo ostile e misterioso, dove sia gli ospiti che la natura sembrano far parte di un piano tanto diabolico quanto misterioso.

Michel Bussi ci ha abituato a romanzi geniali, in cui è riuscito a sorprendere il lettore con invenzioni imprevedibili, trame complesse frutto di una creatività fuori dal comune.

Anche in questo libro l’autore si diverte a portare fuori strada il lettore, con indizi falsi e con interpretazioni della trama diverse per i vari personaggi.  Ci sono tutti gli ingredienti che hanno portato al successo i libri precedenti, ma questa volta la storia manca di mordente, di quel guizzo che l’avrebbe potuta rendere imperdibile. Non mi aspetto da un creativo come Bussi l’ennesimo tributo ad Agatha Christie, oppure la celebrazione delle ambizioni degli scrittori che vogliono solo il successo. Mi aspetto il genio, la fantasia, l’imprevedibile creatività, che qui non ho trovato come mi sarebbe piaciuto. 

La setta

Titolo: La setta

Autore: Camila Lackberg / Henrik Fexeus

Editore: Marsilio

Traduzione: Laura Cangemi

Prosegue il viaggio nella magia applicata alle indagini con il secondo romanzo scritto da Camila Lackberg con il mentalista Henrick Fexeus, dal titolo “La setta”. Il titolo anticipa il tema principale del libro, ossia il pericolo che le sette rappresentano e della grande facilità con cui riescono a manipolare le menti dei loro adepti.

La storia ha inizio con il rapimento di un bambino da una scuola materna di Stoccolma. Le indagini sono affidate a Mina Dabiri che vuole nella sua squadra Vincent Walder, il famoso mentalista con cui aveva già lavorato. Vincent si accorge subito che la sparizione del bambino ha dei punti in comune con altre sparizioni di bambini. Gli indizi portano a credere che si tratta di un rapimento che segue una specie di rituale il cui epilogo non promette nulla di buono.

Mina e Vincent costituiscono una coppia di investigatori inedita e ben assortita, particolarmente adatta alle trame complesse elaborate dagli autori. Sia Mina che Vincent hanno storie familiari complicate, eventi del passato avvolti nel mistero, sono menti brillanti, capaci di grandi intuizioni, con qualche limite personale ed una certa fragilità caratteriale. Mina con la sua ossessione per la pulizia e l’igiene, Vincent con l’ossessione per la numerologia, che tende ad applicare a qualsiasi cosa gli passi per la testa.

La storia ha trama complessa, ben costruita, in cui c’è spazio per approfondire le personalità dei protagonisti e per raccontare la vita quotidiana in Svezia, dove i dissapori tra coniugi e figli sono molto più frequenti e forti di quanto si possa immaginare, così come per le critiche al comportamento dei politici, pronti a cavalcare i problemi della gente solo per accaparrare voti, senza mai trasformare le promesse in vere iniziative. Un thriller ben costruito e interessante, con riferimenti matematici, al gioco degli scacchi ed anche alla filosofia, per una lettura stimolante.

Angélique

Titolo: Angélique

Autore: Guillaume Musso

Editore: La nave di Teseo

Traduzione: Sergio Arecco

Il libro ha inizio in una sala di ospedale. Mathias Taillefer è ricoverato in ospedale dopo un infarto. Si sveglia ed al suo fianco una ragazza sta suonando il violoncello. Lei si chiama Louise Collange e lavora per una associazione che con la musica prova ad alleviare le sofferenze dei malati. Lui non gradisce la musica e la compagnia, ma la ragazza insiste e non demorde anche se Mathias è molto scortese. La ragazza scopre che Mathias è un ex poliziotto e gli chiede di aiutarla ad indagare sulla morte della madre, una famosa ex ballerina morta in circostanza misteriose. Mathias non ha alcuna intenzione di assecondare la richiesta, ma alla fine si lascia coinvolgere ed accetta la richiesta della ragazza.

Inizia così l’ultimo romanzo di Guillaume Musso, scrittore francese nato ad Antibes nel 1974, autore di libri thriller originali in cui l’autore si diverte ad ingannare il lettore, con uno stile di scrittura molto scorrevole ed empatico.

Un continuo cambio di prospettiva, personaggi che non sono mai quello che sembrano, un poliziotto che non si capisce se è un buono o cosa, la suonatrice di violoncello, la ballerina che sta invecchiando, una infermiera, un artista rampollo di una ricca e potente famiglia italiana. Una storia che mescola vicende e personaggi molto diversi tra loro, uniti da una trama complessa e ben raccontata, dove tutto alla fine troverà una spiegazione. Una lettura incalzante, imprevedibile, piena di misteri e di suspence, gli eventi si susseguono senza un attimo di respiro, mescolando sentimenti, solitudini, ambizioni, voglia di sconfiggere un destino avverso, intrighi familiari, nelle varie sfumature di personaggi molto diversi tra loro. Un buon modo per riempire qualche ora di relax, per gli appassionati del genere.

La casa delle luci

Titolo: La casa delle luci

Autore: Donato Carrisi

Editore: Longanesi

Terzo romanzo con l’ipnotista dei bambini Pietro Gerber come protagonista. Pietro sta vivendo un momento difficile, la sua reputazione è in declino e lui si sta lasciando andare sempre più. Un giorno Maja Salo, finlandese, che lavora come ragazza alla pari nella villa di una facoltosa famiglia, si presenta nel suo studio chiedendogli di occuparsi di una bambina, Eva, che vive chiusa nella casa dei genitori, senza mai uscire, comunicando quotidianamente con un bambino immaginario, senza volto e senza nome. Pietro all’inizio rifiuta l’incarico, poi capendo che in qualche modo la vicenda di Eva è legata a fatti che riguardano la sua infanzia, accetta di incontrare la bambina, recandosi nella villa. Inizia per Pietro Gerber una nuova avventura, che lo porterà indietro di anni, quando da bambino visse alcune vicende tuttora indimenticate.

Se Pietro Gerber ipnotizza i bambini a scopo terapeutico, Donato Carrisi continua ad ipnotizzare i suoi lettori, coinvolgendoli nelle avventure narrate nei suoi libri, catturando l’attenzione con la sua scrittura magnetica. Questa volta la trama è meno contorta di altri libri, la storia si svolge in modo lineare, su due piani temporali ben distinti, non solo come periodo ma anche come ubicazione dei luoghi. L’infanzia di Pietro, i fatti accaduti e la relazione con il padre, vengono analizzati e rivissuti, per trovare finalmente il modo per chiudere vicende dolorose. Carrisi riesce come pochi a visitare il profondo dell’animo umano, le sue zone più oscure, costruendo trame affascinanti e misteriose, con fatti che apparentemente sono di difficile spiegazione, che portano spesso a credere che stia accadendo qualcosa ai limiti del paranormale, per poi invece trovare una spiegazione razionale e credibile. Una lettura piacevole, forse meno estrema di altri libri dell’autore, ma che vede Pietro Gerber risollevarsi e ritrovarsi proprio grazie alle conseguenze del caso di Eva.

I ragazzi del massacro

Titolo: I ragazzi del massacro

Autore: Giorgio Scerbanenco

Editore: La nave di Teseo

L’insegnante di una scuola serale frequentata da ragazzi difficili, la giovane Matilde Crescenzaghi, viene seviziata e uccisa dai suoi studenti con una violenza inaudita. La sua classe era composta da ragazzi con età compresa tra 13 e vent’anni. Matilde era una ragazza della piccola borghesia, fragile e gentile, forse inadatta a contenere quella masnada di belve, ma nessuno poteva immaginare un epilogo così agghiacciante. I ragazzi della classe vengono subito arrestati e condotti al commissariato. Gli studenti cominciano ad accusarsi a vicenda, senza che nessuno fornisca elementi utili per le indagini. Il commissario Duca Lamberti dovrà sforzarsi per non lasciarsi andare contro quel gruppo di giovani, per niente pentiti, preoccupati solo di non passare per spie. Messa da parte la repulsione che provava per quei disperati, Lamberti riuscirà a risolvere il caso grazie al suo metodo investigativo basato sull’umanità e sullo studio delle personalità dei sospettati.

I ragazzi del massacro è un romanzo in cui la scrittura di Scerbanenco risulta più efficace che mai, raccontando fatti violenti e crudeli con la solita misura, lasciando che le parole facciano immaginare al lettore quello che non è stato scritto. Un libro che racconta la violenza che nasce dalla povertà, materiale e di sentimenti, di persone che non hanno speranza di vivere un futuro migliore, per una specie di tara che li condanna, sia per la nascita sfortunata, che per la mancanza di ideali e di obiettivi. L’assenza di speranza caratterizza questo romanzo, ambientato a Milano, città che mostra il suo fascino delle zone centrali ma anche il suo lato oscuro, con le periferie sempre più segnate dal degrado sociale. Un libro che anticipa il futuro, ora diventato il nostro presente, di una società dai forti squilibri sociali, in cui gesti violenti e insensati sono sempre più comuni. Aveva ragione Scerbanenco ad essere pessimista.

Le notti della peste

Titolo: Le notti della peste

Autore: Orhan Pamuk

Editore: Einaudi

Traduzione: Barbara La Rosa Salim

Le notti della peste è l’ultima opera di Orhan Pamuk. La storia si svolge a partire dal 1901 sull’isola immaginaria di Minger, che l’autore ha posizionato tra Creda e Rodi. L’impero ottomano era ormai al suo tramonto e sull’isola scoppiò una epidemia di peste. Il sultano dell’epoca inviò sull’isola di Minger un suo fiduciario, il farmacista Bonkowki Pasha, con il compito di verificare la gravità della situazione. Il farmacista venne ucciso dopo pochi giorni in circostanze misteriose. Fu omicidio o suicidio? La situazione politica cambiò improvvisamente così come quella sanitaria con la peste che dilagò inarrestabile. Fu l’inizio di una lunga battaglia contro la pandemia che risvegliò negli abitanti di Minger nazionalismi mai sopiti e rivendicazioni indipendentiste.

Il libro è un misto tra una ricostruzione storica ed un romanzo, con l’autore che tratta temi per lui importanti come l’amore, il ruolo politico dell’Islam, il confronto tra le diverse classi sociali. Il libro usa la ricostruzione storica del passato come metafora dei tempi moderni, con le similitudini tra la peste del 1901 e quella recente, con le immancabili polemiche sociali e politiche come reazione alle misure di contenimento della malattia, ritenute ora come allora troppo restrittive e liberticide, oltre che inutili dal punto di vista medico. La storia viene usata come monito contro i rischi delle politiche nazionalistiche.

La scrittura di Pamuk è accurata, dettagliata, gli eventi sono raccontati con dovizia di particolari, senza nessuna fretta, senza preoccuparsi del ritmo lento del racconto, per dire tutto quello che ritiene importante. Per questo libro Orahn Pamuk è stato denunciato e la Procura della repubblica di Izmir ha aperto una inchiesta contro di lui per i presunti riferimenti critici all’operato del fondatore della Patria turca. Per il momento non si hanno notizie di provvedimenti contro lo scrittore.

Il male che gli uomini fanno

Titolo: Il male che gli uomini fanno

Autore: Sandrone Dazieri

Editore: HarperCollins

Trent’anni fa, Cremona fu sconvolta da una serie di omicidi di ragazze. Un innocente fu condannato e morì in un incendio sospetto. Il vero colpevole rimase a piede libero e secondo alcune voci fu coperto da persone potenti e intoccabili. La macchina delle indagini fu condizionata nel suo funzionamento da corruzione e ricatti, che all’epoca erano molto diffusi tra poliziotti e giudici.

Ai giorni nostri, una ragazzina, Amala, viene rapita al ritorno da scuola. Non è la sola ragazza scomparsa nella zona. Il timore che il mostro di trent’anni fa sia tornato in azione è enorme, anche se le versioni ufficiali dicono che il vero killer sia morto da tempo. La zia della ragazzina rapita, Francesca, è stata l’avvocato che ha difeso invano trent’anni prima il giovane che fu condannato ingiustamente. Un sedicente turista israeliano piomba in Italia e si aggrega alle indagini di Francesca, con l’intento di liberare la ragazza e di fermare il serial killer, soprannominato “Il Persico”.

Sandrone Dazieri ha costruito questo “Il male che gli uomini fanno” su una trama eccellente, complessa e dal ritmo incalzante, in cui gli eventi si susseguono senza respiro, con l’alternanza dei due piani temporali che aumentano l’incertezza e il senso di mistero, per dare vita ad un racconto adrenalinico, in cui orrore, brutalità ed ingegno si mescolano in un racconto coinvolgente.

Un capitolo dell’eterna guerra tra il bene e il male, con quest’ultimo che prende forme diverse ed imprevedibili, sempre pronto a rinascere con nuove ed accresciute energie, per colpire anime indifese ed innocenti. Personaggi intriganti, ben definiti, a volte di difficile collocazione, ma molto centrati con l’atmosfera del racconto. L’autore usa uno stile diretto e senza fronzoli, riesce a creare alla perfezione atmosfere e pensieri dei protagonisti, con realismo ed efficacia, per una lettura di grande piacere e soddisfazione.

Sarti Antonio e l’amico americano

Titolo: Sarti Antonio e l’amico americano

Autore: Loriano Machiavelli

Editore: Einaudi

Questo romanzo fu pubblicato nel 1983. Questa nuova edizione è del 2022 ed ha una prefazione inedita dell’autore.

Il protagonista è Sarti Antonio, un poliziotto spesso in difficoltà nella risoluzione dei casi, con una vita privata quasi inesistente, nessuna fidanzata, una devastante colite di origine nervosa che gli rende ancora più difficili le giornate lavorative. Ha un amico di nome Rosas, un tipo strano e stravagante, che spesso ha intuizioni geniali di grande aiuto per le indagini.

Nel 1982, a Bologna, nel giardino di un lussuoso palazzo, viene ritrovato il cadavere di uno studente americano, che viveva in un appartamento del terzo piano da cui è precipitato. Il cadavere è stato ritrovato dal giardiniere del palazzo, mentre sul posto l’ispettore capo Raimondi Cesare, seguito da Sarti Antonio, dava il via alle indagini. Il ragazzo deceduto era benestante, cambiava spesso automobile, studiava all’università con buon profitto. L’ispettore Raimondi vuole chiudere l’inchiesta e fa pressioni su Sarti Antonio per stendere un verbale che sposi la versione del suicidio. Il verbale di Sarti fa acqua da tutte le parti e sia l’archivista della questura che l’amico Rosas, fanno notare a Sarti che la storia del suicidio non sta in piedi. Sarti comincia ad indagare con maggiore scrupolo, troverà nuovi indizi che gli apriranno le porte di un giro internazionale di truffe totalmente inedito. Un giallo costruito su una trama originale, con fantasia ed ironia, con Sarti poliziotto senza acume, senza alcun talento per la guerra al crimine, che consapevole della sua inettitudine, sopporta le angherie del suo capo, ma ha il senso del dovere e ama la verità, che insegue a costo di qualche attacco di colite in più. Bologna è ancora ferita dall’attentato del 1980 alla Stazione Centrale e l’atmosfera di quel periodo traspare nel racconto. Sono passati 42 anni ed i mandanti ancora sono sconosciuti. Importante non dimenticare.

La mala erba

Titolo: La mala erba

Autore: Antonio Manzini

Editore: Sellerio

Colle San Martino è un paesello tra i boschi, pochi abitanti che vivono a stretto contatto senza condividere nulla, uno contro l’altro, nessuna forma di aggregazione. Samantha ha solo diciassette anni, sogna la vita in città, vorrebbe andare all’università, fuggire dalla vita a cui sembra condannata. Il padre è disoccupato, pochi soldi in casa, difficoltà sempre più grandi, poca voglia di studiare, tante speranze disilluse ed un destino avverso. Come se non bastasse, rimane incinta di un ragazzo che non ama e che si confermerà inetto ed immaturo. La vita di Colle San Martino è dominata da Cicci Bellé, proprietario di tutte le case e dei negozi, tiene al guinzaglio tutti gli abitanti, tutti devono dei soldi a Cicci. Padre Graziano è il prete di Colle San Martino, grande avversario di Cicci Bellè, si odiano e si combattono con ogni mezzo. Samantha, Cicci Bellè e padre Graziano, con i rispettivi familiari ed il resto del paese, danno vita ad una storia terribile, senza speranza, senza futuro, non c’è salvezza per nessuno. Gli abitanti sono colpiti dalla maledizione di Colle San Martino, dove la vita si ripete da secoli, dove tutti prima o poi sono condannati a dare il peggio di sé, per la mancanza di opportunità, per la povertà, per l’incapacità di allontanarsi da quel posto senza speranza per tentare di raggiungere la felicità, da qualsiasi parte essa sia.

Un libro molto diverso da quelli a cui ci ha abituato Manzini. Siamo lontani dalla empatica ruvidezza di Rocco Schiavone, Aosta risulta calda ed accogliente paragonata al gelo umano di Colle San Martino. Questo libro senza speranza è un monito per tutti. Attenzione a quello che possiamo diventare ad essere troppo chiusi, egoisti, a pensare solo a sé stessi, a combattere gli altri credendo di difendere i propri interesse, senza renderci conto che invece tutto questo ci si ritorcerà contro. Un libro che fa pensare e che ci costringe a riflessioni amare.

In forma di essere umano

Titolo: In forma di essere umano

Autore: Riccardo Gazzaniga

Editore: Rizzoli

Argentina, 1960. Adolf Eichmann è un ex ufficiale delle SS che ha trovato rifugio in Argentina partendo in nave da Genova. Eichmann ha cambiato identità, vive nella penombra, in modo semplice al limite della povertà, con la costante paura di essere scoperto.

Zvi Aharoni è un agente del Mossad, è alla ricerca di nazisti in fuga, ha Eichmann nel mirino. Non vede l’ora di smascherarlo e di consegnarlo alla giustizia israeliana.

Eichmann è stato un ufficiale delle SS potente e devoto alla causa, ha provocato la morte di milioni di ebrei, elaborando nuovi metodi di eliminazione, per risparmiare tempo, per incrementare giorno dopo giorno il numero di ebrei eliminati, come un manager d’industria, che ottimizza e migliora i processi, per aumentare l’efficienza, a vantaggio degli azionisti. Il libro racconta la sua vita da ufficiale, gli ordini che riceveva, la fredda determinazione con cui li eseguiva, il funzionamento dei campi di concentramento, dove zelanti e ottusi militari commettevano crimini orrendi convinti che fossero solo esecutori di ordini e quindi esenti da colpe.

La vita passata di Eichmann e quella attuale da fuggitivo, sono raccontate con grande efficacia, evidenziando i pensieri, le ambizioni, la fredda cattiveria, la consapevolezza della fine che avrebbe fatto se la giustizia avesse messo le mani su di lui.

Anche Zvi Aharoni viene raccontato con i suoi pensieri, la determinazione con cui dà la caccia ad Eichmann, la grande pressione fatta sui suoi capi per finanziare le ricerche e l’operazione di arresto. Un libro mai indulgente sul passato ed il presente di Eichmann, che pur mostrando nella sua seconda vita argentina alcuni aspetti umani inediti della sua personalità, non ha mai avuto il minimo pentimento per le sue colpe. Il libro racconta l’oscenità del nazismo in modo originale, riuscendo ad esprimerne tutto l’orrore senza giudicare, suscitando nel lettore dubbi e domande.

Il mistero della carrozza n.12

Titolo. Il mistero della carrozza n.12

Autore: Paolo Navi

Editore: Newton Compton

Un romanzo che si presenta come un thriller di tipo tradizionale, con evidenti riferimenti ed omaggi a due opere di Agatha Christie. Il protagonista è Giovanni, un professore universitario di economia, che è di ritorno da Monaco dove ha ritirato un premio prestigioso. Resta bloccato all’aeroporto per una violenta tempesta di neve. I voli sono tutti cancellati, impossibile per gli aerei atterrare e decollare. Giovanni deve tornare a casa a tutti i costi, sua moglie ha organizzato la cena di compleanno a cui lui non può mancare. L’unica possibilità per Giovanni sembra essere prendere un treno che partirà in pochi minuti. Giovanni prenota e acquista il biglietto con il cellulare, si reca alla stazione e sale sul treno. Il viaggio si prospetta scomodo ma date le circostanze c’è poco da lamentarsi. Dopo qualche ora di viaggio, nei pressi di Innsbruck, il treno viene investito da una violenta valanga di neve, tutti i vagoni vengono spazzati via, solo il vagone n.12 si salva. Con Giovanni restano in vita altre sette persone. Per i superstiti inizia una avventura incredibile, dovranno affrontare la neve, il freddo gelido ed un micidiale killer che vuole uccidere tutti i sopravvissuti. Giovanni si trova al centro di un incubo che cambierà la sua vita per sempre, in modo imprevedibile. Paolo Navi scrive in modo netto, senza fronzoli, diretto e molto efficace. La trama è sorprendente, con un avvio lento, poi l’incidente, la lotta per la sopravvivenza, l’attesa per i soccorsi, la sequenza di omicidi. La storia acquista ritmo, gli eventi incalzano, la situazione precipita in un baratro che sembra non finire mai. Nel finale tutto cambia e Giovanni si troverà a fare i conti con sé stesso e con la propria vita, trovando il coraggio per fare quello che non avrebbe mai creduto di essere capace di fare. Un libro che offre molto di più di quello che lascia intendere dalla copertina e dalle note di presentazione.