Acqua di fiume

Titolo: Acqua di fiume

Autore: Stefano Vicario

Editore: La nave di Teseo

Dopo Il Re degli stracci, un nuovo romanzo con protagonista Andrea Massimi, l’avvocato clochard per scelta, che non riesce a tornare alla vita normale, dopo aver perso la moglie e la figlia. Ogni tanto torna in azione, a modo suo, per aiutare qualche suo conoscente appartenente alla cerchia di amicizie della sua nuova vita. Acqua di fiume è un giallo ambientato a Roma, nelle zone lungo il Tevere, in periferia, dove regna il degrado e l’abbandono. Niente a che vedere con i quartieri della capitale più eleganti e famosi. Queste zone, nonostante la scarsa attrattiva, sono adatte a raccontare una storia che ruota attorno al rapimento di un bambino, proveniente da una famiglia di zingari, con un grande talento per suonare il violino. Andrea Massimi dovrà indagare sulla scomparsa del bambino, con l’aiuto di Aldo e Lillo, i due disperati con cui vive in un vagone ferroviario abbandonato nei pressi della Stazione Termini. La storia del rapimento e le vicende dello zingarello, si intrecciano con la vita privata di Andrea, con il suo passato e il sorprendente legame d’amore con un magistrato, Anna Ungaro, che ormai non sopporta più non poter avere una storia alla luce del sole con l’uomo che ama e che insiste per farlo tornare alla vita normale. Ma Andrea non vuole per nessuna ragione tornare ad essere quello che era prima.

Acqua di fiume è un libro che racconta una storia con una trama ben costruita, con personaggi definiti e di grande attrattiva, con una scrittura priva di fronzoli, ma non per questo poco rappresentativa dei sentimenti dei protagonisti e delle loro emozioni. Un libro di difficile catalogazione in un unico genere. Potrebbe essere un giallo, ma è anche una storia d’amore, ma tratta anche temi sociali non di poco conto. Un viaggio tra le zone meno conosciute di Roma, in compagnia di personaggi anomali e pieni di umanità. Una storia originale e controcorrente.