Negli occhi di Marianne

Titolo: Negli occhi di Marianne

Autore: Frederic Dard

Editore: Rizzoli

Traduzione: Elena Cappellini

Un romanzo breve, una storia che racconta la imprevedibile ed intensissima storia d’amore tra un pittore di Parigi, Daniel Mermet, in vacanza nella costa catalana, ed una donna misteriosa che si getta tra le ruote della sua automobile.

Daniel scende dall’auto, vede la donna priva di sensi ma senza ferite evidenti. Per paura di possibili problemi con le autorità, decide di non portare la donna all’ospedale, ma di portarla con sé nella pensione dove risiede. Attende che la donna riprenda i sensi e scopre che parla francese e che non ricorda nulla del suo passato. La donna è bellissima, piena di fascino e Daniel prova per lei una attrazione immediata. Decide di farle un ritratto e Daniel resta colpito dal tipo di sguardo che è riuscito a imprimere sul disegno, uno sguardo misterioso e poco rassicurante. Daniel decide di scoprire tutto della donna misteriosa. Non ha idea di cosa sta per scoprire.

Le storie di Frederic Dard sono sempre molto intense e coinvolgenti, esplorano le profondità dell’animo umano, quello che viene tenuto nascosto, che si vorrebbe non avere. Storie paradossali, estreme, scritte con uno stile elegante, tanti segnali ed indizi di quello che potrebbe accadere, ma solo accennati, mai troppo evidenti. Racconti pieni di dettagli, mai inutili o ridondanti, una scrittura secca, diretta, che colpisce per la sua efficacia. Tutto sembra normale, poi all’improvviso qualcosa cambia, e si precipita nell’abisso.

I milanesi si innamorano il sabato

Titolo: I milanesi si innamorano il sabato

Autore: Gino Vignali

Editore: Solferino

La vicenda si svolge sul lago di Como, tra ville meravigliose e scenari da sogno. Il commissario Giovanni Armani vive in una villa con vista lago, ereditata dal nonno. Il magistrato al vertice della Questura di Como è Giacomo Cacciaguerra, marito di una donna affascinante e molto ricca, figlia del titolare di una delle principali aziende tessili del posto. Ed è proprio il magistrato a telefonare al Commissario in quella che sembrava una tranquilla serata come tante altre. In una nota Beauty Farm con vista lago viene ritrovato il cadavere della titolare. E’ stato un cliente a dare l’allarme. Tanti i sospettati da interrogare, tanto il lavoro per il commissario Armani e il procuratore Cacciaguerra, coadiuvati per l’occasione da Costanza Confalonieri Bonnet, la poliziotta più bella ed affascinante d’Italia, prossima alla promozione a questore, già protagonista dei romanzi precedenti dell’autore.

Il titolo del libro è un omaggio al grande Scerbanenco ed è anche una piccola presa in giro per i milanesi, troppo impegnati a lavorare durante tutta la settimana, hanno tempo solo al sabato per le conquiste sentimentali, per riposarsi la domenica ed essere pronti e carichi il lunedì per una nuova settimana lavorativa. Un giallo movimentato, tanti personaggi, tanti tradimenti, ribaltoni, indagini di vario livello ed importanza che si mescolano tra loro in una avventura ben raccontata e molto piacevole. Gino Vignali mescola con sapienza e leggerezza le tensioni delle indagini, un pizzico di erotismo, ironia ben dosata ed una trama incalzante ricca di personaggi molto diversi tra loro, ben assortiti, tutti riusciti e ben distribuiti nelle varie parti del racconto. Il libro è un modo per rappresentare la nostra società, con persone normali, serie e determinate che convivono con cialtroni inguaribili, bugiardi patentati ed alcuni baciati dalla fortuna non sempre meritata.

Segnali in codice

Titolo: Segnali in codice

Autore: Gabriele Barberis

Editore: SEM

Gabriele Barberis è un giornalista che si occupa da oltre trent’anni di politica italiana. Questo “Segnali in codice” è il suo debutto come romanziere con un thriller fantapolitico, una storia che parte dalle prime esperienze nei gruppi di estrema sinistra di due giovani romani negli anni Settanta, per arrivare fino ai giorni nostri, passando per episodi di lotta armata, politica e giornalismo, con una ricostruzione del rapimento di Aldo Moro, del massacro della sua scorta e dell’epilogo del rapimento, che svela dettagli e retroscena che non sono emersi dalle carte dei procedimenti giudiziari. Gli anni di piombo occupano un posto indelebile nella memoria degli italiani che li hanno vissuti. Era evidente che gli eventi di quegli anni avessero una regia occulta, che parte della verità fosse non raccontabile all’opinione pubblica, per via di legami indicibili tra terroristi, loro fiancheggiatori, giornalisti, servizi segreti, uomini politici e non solo. Il romanzo avvalora la tesi del necessario oblio per molti dei grandi misteri della cosiddetta Prima Repubblica per tutelare quegli interessi superiori che non possono essere svelati ma che hanno determinato i fatti per come si sono svolti. La storia racconta gli eventi attraverso le verità delle carte processuali, che non riescono a spiegare tutto, pur fornendo una versione ufficiale ineccepibile. Un romanzo è un’opera di fantasia in cui l’autore può lavorare di fantasia per mettere insieme tanti elementi, vero o presunti tali, per costruire una trama verosimile, per svelare una sua verità, completa o parziale, utile per non dimenticare, per stimolare la ricerca della verità, per abbattere il muro di omertà che protegge chi si è reso responsabile di scelte discutibili per favorire interessi occulti. Segnali in codice è scritto con stile ineccepibile, ritmo incalzante e apre gli occhi a chi non vuole accontentarsi delle verità ufficiali.

Il ponte dei delitti di Venezia

Titolo: Il ponte dei delitti di Venezia

Autore: Matteo Strukul

Editore: Newton Compton

Un thriller nella Venezia del 1729. Il ponte delle Guglie è il luogo del ritrovamento di un cadavere con due fori in gola ed uno stiletto infilato nel petto che trattiene un foglietto su cui è scritto “Canaletto”. Evidente il riferimento al pittore Giovanni Antonio Canal. Le autorità coinvolgeranno Canaletto nelle indagini, come era già accaduto nel passato. Ci sarà un secondo cadavere, ritrovato sempre sullo stesso ponte, con i due misteriosi fori in gola, sempre con lo stiletto che trattiene il foglio con scritto “Canaletto”. C’è un assassino che sta mettendo in opera un piano criminale tanto terribile quanto misterioso.

Una trama appassionante, uno stile di scrittura brillante e preciso nei molti riferimenti storici ed artistici, una serie incalzante di eventi che trascinano il lettore in una avventura appassionante. La scelta di trasformare Canaletto in investigatore di grande capacità è di sicuro azzeccata, creando un protagonista attraente ed affascinante. Il nemico da combattere ha sembianze spaventose ed uccide secondo modalità sconosciute che riconducono ad antiche leggende dei paesi dell’Est che appaiono talmente terribili da risultare quasi sovrannaturali. La storia è ricca di riferimenti artistici, che spiegano la tecnica pittorica di Canaletto, con cui realizzava le sue magnifiche vedute di Venezia. Ma c’è spazio anche per un’artista come Rosalba Carriera, meno nota rispetto a Canaletto, ma non per questo meno dotata di talento pittorico, dedicato soprattutto ai formidabili ritratti, che hanno caratterizzato la sua opera. Proprio pensando all’abilità di Rosalba nel riprodurre i volti, Canaletto avrà l’idea di farle disegnare quello che potrebbe essere stato il primo identikit della storia delle investigazioni, con oltre 200 anni di anticipo rispetto alla nascita ufficiale della procedura adottata dalle polizie mondiali. Canaletto, talento pittorico ed investigativo.

Una famiglia perbene

Titolo: Una famiglia per bene

Autore: Massimo Felisatti e Fabio Pittorru

Editore: Rizzoli

“Una famiglia per bene” è un romanzo uscito negli anni Settanta, scritto da una coppia di scrittori e sceneggiatori come Massimo Felisatti e Fabio Pittorru che all’epoca contribuirono a creare il genere poliziesco italiano. Questo titolo fu uno dei libri di maggior successo ed ora, 2023, è stato ripubblicato da Rizzoli.

Il romanzo è ambientato a Roma. Una ragazza di una famiglia benestante, che abita nei quartieri alti, quelli riservati alla gente importante amica di persone importanti, sparisce di casa. I genitori mettono subito in moto le loro conoscenze più influenti e riescono a fare in modo che a seguire le indagini siano i vertici della polizia italiana, costretti ad indagare con determinazione ma anche con tatto e discrezione, per evitare fughe di notizie e dare in pasto alla stampa una vicenda delicata dove la riservatezza è determinante, trattandosi di una ragazzina minorenne. Molti i sospettati in una indagine che è anche una corsa contro il tempo per scongiurare il peggio. Un racconto costruito su una trama incalzante, che racconta i fatti con uno stile diretto e lineare, senza fronzoli, con dialoghi efficaci, che mettono il lettore di fronte ai fatti come se fosse in una sala cinematografica.

La trama è basata sulla contrapposizione sociale tra i quartieri della Roma “bene” e le periferie, tra il lusso e il disagio sociale. La società della Capitale viene descritta con tutti i suoi difetti, molto simili a quelli di oggi, che comprendono, ora come allora, corruzione, vizietti costosi e illegali come droghe e prostituzione minorile.

La storia della ragazzina scomparsa mostre come anche allora la facciata di benessere ed opulenza ostentata da alcune famiglie altolocate, nasconde l’incapacità di educare e seguire i figli, considerati solo un intralcio ed una perdita di tempo, per genitori troppo impegnati a fare soldi o a sprecarli in passatempi effimeri e costosi.

Tra due mondi

Titolo: Tra due mondi

Autore: Olivier Norek

Editore: Rizzoli

Traduzione: Maurizio Ferrara

Olivier Norek mi aveva sorpreso con “Superficie” e “Il pesatore di anime”, due polizieschi dalla trama originale, pieni di colpi di scena, con finali imprevedibili. Non sapevo nulla di questo “Tra due mondi”, ma l’ho visto in libreria e l’ho ho comprato senza esitazioni. Mi aspettavo un “noir” alla sua maniera, invece il tema principale del libro è l’immigrazione clandestina, con tutta la sua drammatica attualità.

Adam deve fuggire dalla Siria e con lui moglie e figlia, che partono qualche giorno prima con un barcone per la traversata del Mar Mediterraneo. La loro destinazione è il campo di Calais, soprannominato “la Giungla”, con oltre diecimila profughi che vivono in condizioni disumane, dove ogni etnia cerca di imporre le proprie regole nella porzione di territorio che occupano e che rivendicano come se fosse loro. La storia di Adam si svolge nella Giungla di Calais, un luogo infernale, dove gli ospiti vivono senza diritti e speranze, mentre soprusi e sofferenze sono l’unica certezza.

Siamo abituati a valutare il problema degli immigrati dalle cronache di Lampedusa e degli altri punti di sbarco nel territorio italiano, consideriamo gli sbarchi dal Nord Africa come un problema tutto italiano o comunque in gran parte italiano. Questo libro ci apre gli occhi su quello che accade in altre parti dell’Europa, forse in scala anche maggiore rispetto alle dimensioni italiane. Sofferenze di migliaia di persone, costrette a fuggire, ad abbandonare la propria patria, a rischiare la vita nella speranza, spesso vana, di trovarne una migliore. Persone che una volta raggiunte destinazioni temporanee, perdono ogni diritto civile, resta solo il marchio di infamia di clandestino. Un costo insopportabile per gli Stati che li accolgono malvolentieri, un problema sociale per le popolazioni costrette ad una convivenza insopportabile. Un libro che apre gli occhi su problemi che molti preferirebbero non dover considerare.

Formule mortali

Titolo: Formule mortali

Titolo: Formule mortali
Autore: François Morlupi
Editore: Salani

“Formule mortali” è il primo romanzo scritto da François Morlupi, edito nel 2018, ora riproposto in una nuova edizione curata dall’autore dopo il successo dei romanzi successivi. I protagonisti sono sempre gli stessi. La storia è ambientata a Roma, raccontata con passione ed ironia, mostrando pregi e difetti della città con simpatia ma anche con rispetto per la sua bellezza. Il gruppo dei cinque poliziotti di Monteverde ancora deve conoscersi a fondo, la squadra voluta dal commissario Ansaldi è ancora in formazione. Grazie a questa prima avventura si getteranno le basi per trasformare un gruppo eterogeneo in una vera e propria famiglia, unita dal comune intento di giustizia.
Siamo nel pieno dell’estate, a Villa Sciarra viene ritrovato il cadavere di un professore di fisica, orrendamente mutilato, con alcune parti del corpo è stata composta la formula E = mc2. Il giorno dopo altro ritrovamento macabro, questa volta la vittima è una professoressa di matematica. Con il suo sangue è stata scritta a fianco al cadavere la formula a2+b2=C2, ossia l’enunciato del teorema di Pitagora. Un terzo omicidio viene scoperto in Corsica, la vittima è un professore di chimica e la formula è quella di Boyle-Mariotte, PxV=c. Sarà quest’ultimo omicidio a portare i cinque di Monteverde sulla strada giusta per la soluzione di questo strano caso. La trama è solida, i protagonisti sono ben assortiti con pregi e difetti inediti, tutti ben disposti verso i colleghi e pronti a qualsiasi sacrificio per raggiungere l’unico risultato che li interessa, ossia la ricerca della verità. La chiave del successo del libro trovo sia la scrittura di Murlupi, diretta e chiara, abile nelle descrizioni senza eccedere in particolari, efficace nello scandire i ritmi degli eventi, alterna scene drammatiche a situazioni piene di simpatico humor. Morlupi è un francese che ha saputo assorbire lo spirito irriverente di Roma, cosa per niente scontata.

Certe morti non fanno rumore

Titolo: Certe morti non fanno rumore

Autore: Alessandro Curioni

Editore: Chiare Lettere

Dopo “Il giorno del Bianconiglio” torna Leonardo Artico con i suoi collaboratori informatici e la giornalista Teresa, a giorni alterni innamorata di lui, a seconda di come si è svegliato Leonardo. Nella squadra di Artico non può mancare Roberto, amico fedele e braccio operativo di altissimo livello.

Artico viene ingaggiato da una sua ex, Rachele, ora al vertice di una grande azienda americana, con una proposta molto allettante, ossia partecipare ad un progetto di cyber security, detto Da Vinci, che si propone di utilizzare l’intelligenza artificiale per gestire i dati delle principali aziende mondiali, garantendo la sicurezza assoluta. Un progetto ambizioso che promette grandi utili e la concentrazione di un potere enorme nelle mani di una unica azienda. Il progetto Da Vinci ha attirato le attenzioni dei Servizi Segreti Italiani, che a loro volta ingaggiano Artico per essere informati sui progressi dell’azienda guidata da Rachele. Leonardo ha intenzioni e scopi diversi da quelli di Rachele e dei Servizi e condurrà la sua partita in modo inedito e imprevedibile, adattandosi in fretta alle esigenze del business di alto livello, che non prevedono regole certe ed hanno come unico risultato possibile la vittoria.

Un cyber thriller senza un attimo di respiro, continui cambi di scenari, tradimenti, doppi giochi. Una storia appassionante e incerta fino all’ultima pagina. L’autore si diverte a mostrare le sue conoscenze informatiche, sfoggia una notevole cultura classica e filosofica, tanti aneddoti ed una capacità di scrittura brillante ed appassionante. Il libro pone in termini estremi ma plausibili i pericoli a cui il mondo intero è esposto dall’utilizzo senza criteri e controlli sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che potrebbe diventare il mezzo con cui persone senza scrupoli potrebbero controllare tutte le attività economiche e non solo, con conseguenze difficilmente prevedibili.

La morte non va in pensione

Titolo: La morte non va in pensione

Autore: Francesco Sapia

Editore: Scatole parlanti

Rocco Amato è un giornalista che si occupa di “nera” per “Il Piccolo del Mezzogiorno”, un giornale locale ben diretto e con un discreto seguito in Calabria. Rocco lavora nella redazione di Corissano Calabro, una cittadina della costa ionica che è un piccolo paradiso, per il magnifico mare, per le bellezze architettoniche e per la gastronomia ricca di piatti e sapori unici. Rocco ha capacità investigative fuori dal comune ed è anche un paladino della verità, che insegue ad ogni costo insieme al suo amico commissario Nicola Abastante ed alla redazione del giornale, con cui costituisce una squadra affiatata e di grande efficacia. Rocco si sta occupando della misteriosa uccisione di un pensionato, ritrovato cadavere nella sua villetta sul mare. Le indagini sull’omicidio ci raccontano una storia di emigrazione da una terra che aveva poco da offrire, una carriera fatta in Germania nelle costruzioni civili, un ritorno in Calabria da vincitore, con una discreta ricchezza accumulata. Ma anche storie di lutti, di amori semi clandestini, di figli non riconosciuti. Ma non c’è solo la Calabria del passato nel romanzo, c’è anche la Calabria di oggi, fatta di persone che hanno ereditato l’educazione ed il senso del dovere dai genitori, di ottimi professionisti che conoscono l’importanza del fare le cose per bene. Quella Calabria piena di voglia di crescere, di legalità, di normalità, di cui Rocco Amato è di sicuro un bel rappresentante, un uomo moderno, dinamico, gran lavoratore, ma anche galantuomo d’altri tempi, capace di corteggiare la sua fidanzata Titti, di professione nutrizionista, con gentilezza rara, sapendo aspettare il momento adatto per far capitolare la sua amata, senza pretendete tutto e subito come troppo di frequente accade oggi. In questo “La morte non va in pensione”, ho percepito una grande voglia di cambiamento, di costruire un futuro nuovo e diverso per la Calabria. Una scrittura piacevole ed equilibrata.