L’età fragile

Titolo: L’età fragile

Autore: Donatella Di Pietrantonio

Editore: Einaudi

Amanda parte da Milano per tornare in Abruzzo, per colpa della pandemia, all’epoca del primo lockdown. Torna a casa della madre, Lucia, con cui ha da sempre un rapporto complicato. Il marito di Lucia è lontano, lavora a Torino, le loro vite si sono separate da tempo. Lucia lavora, ha uno studio di fisioterapia, non sempre ha il tempo necessario per le varie vicende familiari. Le vite di Amanda e Lucia si svolgono con molte difficoltà, Amanda parla poco, non racconta nulla della sua esperienza milanese di studentessa universitaria, segnata da un episodio violento che ha lasciato un segno profondo nell’animo della ragazza, che da allora conduce una vita apatica e senza particolari interessi. Come studentessa ha fallito, il suo futuro è incerto. Ma c’è anche una storia di tanti anni fa, quando una amica di Lucia e due ragazze forestiere furono vittime di un violento crimine. Le due ragazze furono uccise mentre l’amica di Lucia si salvò per miracolo.

Un racconto amaro e profondo, di incomprensioni generazionali, di violenza contro le donne, di ferite indelebili. Una rappresentazione della vita rurale, dei paesi dove le vite semplici dei contadini e degli allevatori di bestiame non offrono un futuro che possa essere gradito ai giovani, che desiderano poter cogliere le occasioni che solo le grandi città possono offrire.

La vita in paese presenta varie difficoltà non facili da superare, tradizioni locali e familiari, retaggi del passato che impediscono di cambiare le cose, anche solo per fare qualcosa di buono, per creare qualche posto di lavoro, per favorire lo sviluppo economico. Tutto deve restare come era, nulla deve cambiare. Donatella di Pietrantonio scrive in modo scarno, non c’è una parola di troppo, ma riesce a dire tutto quello che serve, esprimendo i pensieri dei protagonisti con partecipazione ed emozionando il lettore che partecipa alle vicende come se fosse sempre vissuto con i protagonisti.

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