Titolo: Arrigoni e l’omicidio nel bosco
Autore: Dario Crapanzano
Editore: SEM
Siamo a Milano, nell’ormai lontano 1953. Il commissario Arrigoni e l’agente Di Pasquale sono una coppia affidata di investigatori, che ha ottenuto ottimi risultati nelle varie indagini che hanno affrontato. I comandi della Polizia e dei Carabinieri decidono di dotarsi di una squadra speciale che dovrà affrontare i casi di omicidio nei paesi della provincia. Arrigoni viene scelto per comandare questa nuova unità. Un avanzamento di carriera, un buon aumento di stipendio e qualche settimana di trasferta all’anno sono i cambiamenti nella tranquilla routine lavorativa che il commissario si è ritagliano lavorando per lungo tempo a Porta Venezia. Arrigoni accetta la nuova proposta spinto più dalla moglie e dalla figlia che dalla propria ambizione Dopo solo una settimana la squadra speciale ha la prima occasione per essere messa alla prova. Un uomo è stato ucciso con un colpo alla testa e ritrovato in un bosco nelle vicinanza di un paesino chiamato Arbizzone Varesino. L’uomo è titolare di una impresa edile, è ben conosciuto in paese, sia per la giovane ed avvenente moglie che per le sue attività legate al contrabbando con la vicina Svizzera che per la sua attività di usuraio. Non proprio un gentiluomo, ma chi potrebbe avercela avuta con lui al punto di ucciderlo? Una indagine difficile per il commissario Arrigoni, senza indizi e piste da seguire. Solo con il suo lavoro metodico riuscirà a trovare la soluzione del caso.
Il libro è ambientato nel dopoguerra e scritto oggi come se fosse stato scritto allora. Uno stile d’altri tempi, elegante, colto, pacato. La storia si sviluppa in modo lineare, senza colpi di scena o episodi cruenti. I personaggi appartengono a varie categorie sociali ma sono sempre persone a modo, nessun degrado sociale, nulla di esagerato. Un giallo classico, con poliziotti e carabinieri che collaborano tra loro senza gelosie o colpi bassi, che indagano con i metodi di allora, interrogano, pensano, elaborano teorie, si confrontano e lavorano con pazienza. Siano nel 1953, niente computer, telefonini, internet. Allora si usava la propria esperienza, il proprio sapere ed il buon senso. Le giornate lavorative di Arrigoni e Di Pasquale sono scandite dal ritmo dei pasti. Pranzi e cene del commissario e del suo ottimo assistente sono oggetto di meticolose descrizioni e costituiscono i momenti salienti della giornata, sia per lo svolgimento delle indagini che per la vita sociale della piccola comunità in cui si svolgono i fatti. Il commissario Arrigoni è una buona forchetta, il suo braccio destro è giovane e l’appetito non gli manca, entrambi si abbandonano due volte al giorno ai piaceri della tavola, senza paure per la linea e per la salute. Anche da questo si vede che siamo nel 1953 e non ai giorni nostri.
Questo libro giallo è una bella pausa dopo tanti tanti libri ambientati ai giorni nostri, pieni di violenza e di azioni rocambolesche al limite della credibilità. Si può scrivere una bella storia senza ricorrere a nessuna esagerazione. Un piacevole viaggio nel tempo, quando la vita era più semplice e meno confortevole, ma lasciava più spazio alle persone di vivere secondo la loro indole, senza le esasperazioni di oggi.
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