Il sigillo della Vergine

Titolo: Il sigillo della vergine

Autore: Steve Berry

Editore: Nord

Traduzione: Alessandro Storti

Kelsey è una suora con un talento per il restauro di quadri antichi ed è per questo che è stata inviata a Gand, cittadina delle Fiandre, per lavorare al Polittico dell’Agnello, opera monumentale del maestro fiammingo Jan Van Eyck, conservata nella cattedrale di San Bavone. Nick Lee si trova a Gand per incontrare Kelsey, la donna che nove anni prima avrebbe dovuto sposare, se non avesse deciso di prendere i voti. Nick è un agente del Clio, una sezione speciale dell’Unescu che si occupa del recupero di opere d’arte rubate e della protezione del patrimonio artistico mondiale. Nick entra nella cattedrale e vede che una parte del Polittico sta andando a fuoco mentre una figura scura si sta allontanando con il computer portatile di Kelsey, in cui sono memorizzate le immagini del restauro. Nick si lancia all’inseguimento tra le vie di Gand, ma non riesce ad evitare che la polizia spari al fuggitivo, uccidendolo. Nick scopre che si tratta di una suora e che il computer è sparito. La donna presenta un avvoltoio tatuato su una spalla e porta al collo un ciondolo a forma di giglio. Nick parte da questi due indizi verso una avventura mozzafiato che riguarda un segreto antico quanto pericoloso che risale alle origini del cristianesimo. Un romanzo che mette insieme storie e leggende sulla vita di Maria, la madre di Gesù, la crociata contro i catari e le leggende nate su di loro, le lotte intestine nella chiesa cattolica, ricatti, peccati grandi e piccoli, ferite non rimarginabili, sete di vendetta e molto altro.

Tutto questo in un libro scritto con un ritmo incalzante, ambientazioni straordinarie come il sud della Francia, la Linguadoca e Carcassone, oltre alcune zone ai piedi dei Pirenei. Un thriller pieno di misteri e intrighi, raccontato da uno scrittore capace come pochi di trasformare fatti storici reali, mescolarli con qualche invenzione per creare romanzi di grande interesse.

Un cuore nero inchiostro

Titolo: Un cuore nero inchiostro

Autore: Robert Galbraith

Editore: Salani

Traduzione: Valentina Daniele, Barbara Ronca, Laura Serra, Loredana Serratore

L’agenzia investigativa di Cormoran Strike e Robin Ellacott non ha mai avuto tanti clienti come in questo momento, al punto da decidere di rifiutare nuovi incarichi. Così Edie Ledwell che chiede di indagare su chi la stesse perseguitando su internet, deve trovarsi una diversa agenzia, nonostante avesse insistito molto per essere assistita da Robin e Strike. Dopo qualche giorno, la donna viene ritrovata in un cimitero, uccisa in circostanze misteriose. Edie Ledwell era coautrice di una serie horror nata su Youtube che stava per fare il grande salto su Netflix. La serie è anche di ispirazione di una fan fiction e di una chat in cui domina Anomia, un personaggio carismatico quanto sconosciuto. Strike e Cormoran vengono coinvolti nelle indagini per la ricerca del colpevole dell’assassino di Edie e si trovano a doversi immergere nella realtà dei social media e del mondo misterioso ed effimero delle chat. Le indagini saranno lunghe e dispendiose e prenderanno tante strade diverse con molti sospettati.

Il libro tratta del potere dei social media, dell’odio che troppo spesso viene diffuso in rete tramite le chat, luoghi senza controllo dove ognuno può dire quello che vuole senza correre alcun rischio.

Le indagini on line si mescolano con le vicende delle vite private di Strike e Robin, senza che la loro relazione evolva nell’unica direzione ormai possibile.  Sullo sfondo del romanzo la situazione sociale, economica e politica inglese, con gruppi estremisti che si esprimono a furia di attentati esplosivi, creando caos e insicurezza.

Il libro è scritto con il consueto stile molto chiaro, fluido, ricco di dettagli, dove tutto è descritto con dovizia di particolari quasi maniacale, anche quando si tratta di cose apparentemente di scarso interesse. Una storia intrigante, sia per la trama che per i temi trattati, attuali e di grande interesse, ma soprattutto per l’empatia dei due protagonisti, Strike e Robin. Eccessive le quasi 1200 pagine, bastavano la metà.

La banda Cimarosa

Titolo: La banda Cimarosa

Autore: Lorenzo Della Fonte

Editore: Elliot

La storia ha inizio nel 1962, quando erano in corso i preparativi per allagare la valle del Mis, nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, dopo la costruzione della diga che avrebbe trasformato la valle in un lago artificiale. Giovanni Bassan è un ex ufficiale dei carabinieri in pensione, ha una moglie disabile che assiste in modo amorevole, abita nella zona ma pensa di lasciare la valle e tornare nelle Marche, dove ha una casa. Una sera viene ritrovato cadavere un tecnico che lavorava per la ditta costruttrice della diga. La morte insospettisce Bassan che ritiene la morte non accidentale, ma provocata volontariamente da un omicida. Molti attribuiscono la morte alla presenza del diavolo nella valle.

La banda “Domenico Cimarosa” di Altavilla, nel Cilento, è soggetta ad una serie di incidenti che sono attribuiti al diavolo, ma c’è qualcosa che non quadra nella gestione del gruppo musicale. Un musicista muore avvelenato dopo aver suonato con la Banda nel Trovatore, famosa opera di Giuseppe Verdi.

Il diavolo è l’elemento ricorrente nelle due storie che si accavallano nel romanzo, richiamato ovunque ci sia qualcosa di misterioso e inspiegabile.

L’autore è un musicista, direttore d’orchestra, compositore, insegnante di musica e scrittore. Numerosi riferimenti musicali nella storia, scritta in modo elegante ed armonico come una partitura, piacevole e coinvolgente sia per le vicende investigative che per le faccende sentimentali di Giovanni, che pur innamoratissimo della moglie, avrà una breve a quasi platonica relazione con l’avvocato Francesca Palladio, una donna intelligente e volitiva, che in quegli anni sta combattendo per conquistare il posto di sostituto procuratore. Francesca deve combattere anche contro il padre, generale dell’esercito, suo primo avversario ed oppositore alle sue ambizioni di carriera in magistratura. Erano altri tempi, le lotte delle donne per le pari opportunità erano agli albori.

Il dubbio

Titolo: Il Dubbio

Autore: Matsumoto Seichō

Editore: Adelphi

Traduzione: Gala Maria Follaco

Un ricco imprenditore muore in un misterioso incidente automobilistico. L’auto in cui si trovava con la moglie cade in mare durante un violento nubifragio. L’uomo muore annegato mentre la moglie riesce miracolosamente a salvarsi. La polizia non crede alla morte accidentale dell’uomo ma è convinta che l’incidente sia un omicidio organizzato con un piano diabolico dalla moglie, Onizuka Kumaku, una donna dal passato turbolento e dalle amicizie poco rispettabili. Gli investigatori sono convinti che la donna abbia architettato la messa in scena dell’incidente d’auto per liberarsi del marito e per incassare una cospicua assicurazione sulla vita di 300 milioni di yen, una cifra di tutto rispetto che potrebbe essere un buon movente per un omicidio. Non ci sono prove evidenti contro Onizuka, solo alcuni indizi e la cattiva fama della donna che deriva dal suo passato. L’opinione pubblica è compatta contro la donna, mentre sono pochi a credere alla sua innocenza. Il libro racconta le vicende che seguirono all’arresto della donna fino all’esito del processo.

Un romanzo breve ma intenso, in cui l’autore tratta in particolare due temi, l’interesse morboso della stampa verso le vicende personali dei sospettati, senza alcuna attenzione nei confronti della verità, oltre che il concetto stesso di giustizia che non dovrebbe essere condizionata dai pregiudizi di alcun tipo. Le due visioni contrastanti sulla sospettata e sulla giustizia sono rappresentate nel libro dal giornalista Akitari e dall’avvocato difensore della sospettata. Per Akitari addirittura il cognome della donna è un indizio di colpevolezza, mentre l’avvocato difensore riesce a fare il suo dovere senza lasciarsi condizionare dal passato della donna, nella convinzione che anche il peggior criminale ha diritto alla miglior difesa. I romanzi di Matsumoto hanno sempre al centro dell’attenzione i temi sociali, così come sono una buona occasione per entrare nel quotidiano della vita giapponese, per conoscere alcuni dettagli di una civiltà molto diversa da quella occidentale.