Il mio lavoro mi porta spesso in India. Visito le industrie che producono auto, camion e motociclette, che sono concentrate in poche città, per vendere gli impianti che produce l’azienda per cui lavoro. Sono appena rientrato dall’ultimo viaggio. Ho visitato Bengaluru (non è un refuso, è la vecchia Bangalore che ora si chiama così), Pune, Delhi e Rudrapur. Frequento l’India dal 2002 e la visito diverse volte l’anno. Negli ultimi due o tre anni ho notato una improvvisa accelerazione del processo di ammodernamento delle città. A Bengaluru la nuova metropolitana ha prodotto significative riduzioni del traffico, che è sempre intenso ma gli ingorghi delle ore di punta sono molto minori che in passato e attraversare la citta in auto è diventato molto più facile. A Pune la costruzione della metro, che per quasi tutto il percorso è all’aperto su linee sopraelevate, ha trasformato la città in un cantiere enorme che provoca caos e ingorghi peggio che nel passato. Ma è il prezzo da pagare per avere un futuro migliore. A Delhi la metropolitana è in funzione da vari anni ma il traffico è sempre impossibile e viaggiare per la città un vero incubo.
L’India sta facendo grossi investimenti nelle infrastrutture. Ormai gli aeroporti delle principali città sono moderni e ben organizzati, al livello dei migliori paesi al mondo. La rete di voli interni copre buona parte degli spostamenti con tariffe molto convenienti, almeno per noi stranieri, ma visto l’affollamento di tutti i voli, evidentemente anche molti indiani possono permettersi di volare. Viaggiare in auto da una città all’altra non è semplice. La velocità media effettiva fuori città, quando va bene, è di 40 / 50 km/h, la condizione delle strade è abbastanza critica e tra buche, lavori in corso, dissuasori di velocità, spericolati motociclisti che passano da tutte le parti, mucche sacre che si fermano dove vogliono, l’imprevisto è sempre in agguato. Riguardo treni ed autobus meglio lasciare perdere, qui ancora non è arrivata la modernità e c’è ancora da fare moltissimo.
Un dato comune a tutte le principali città è che le vecchie baracchine e i piccoli negozietti senza porte e vetrine con la merce esposta per strada stanno piano piano diventando negozi arredati modernamente, con pareti pulite e vetrine con la merce esposta. Il nuovo e il vecchio convivono ma il cambiamento è in corso e sarà inarrestabile. La tappa del mio viaggio verso Rudrapur, nella regione di Uttarakhand, tra Delhi e il Nepal, mi ha riportato nell’India rurale, quella dove il progresso fatica ad arrivare. La regione è stata negli ultimi anni aiutata dallo stato indiano che ha favorito la costruzione di alcuni grandi stabilimenti industriali che hanno portato lavoro ma lo sviluppo dell’area è ancora molto limitato. Le strade sono in costruzione e molti tratti sono ancora non asfaltati. C’è meno inquinamento e se il tempo è bello è possibile vedere il cielo azzurro, cosa che non è possibile quasi mai a Delhi, dove una coltre di nebbia e smog non abbandona mai il cielo, anche nelle giornate migliori. L’India è terra di grandi contrasti e ingiustizie sociali per chi ci vive e di sentimenti contrastanti per gli stranieri che visitano il paese. Si sta in hotel di lusso, a prezzi abbordabili, dove c’è da mangiare e da bere a volontà, pulizia e personale sempre sorridente che ti chiede se hai bisogno di qualcosa. Se dici di si, quello che chiedi tarda ad arrivare, gli inservienti non sono mai pronti, c’è sempre un imprevisto, l’attesa in genere è lunga e apparentemente ingiustificata. Fuori dell’hotel c’è la povertà più assoluta, persone che non mangiano da giorni, che non hanno mai avuto un lavoro, che non si sono mai preoccupati di nulla non avendo nulla, non potendo aspirare a nulla. Contrasti e ingiustizie, ricchezza e povertà.
Ho scattato tre foto dalla vettura lungo la strada che da Rudrapur porta a Delhi.
La prima immagine mostra un negozio di stoffe, uno dei tanti lungo la stessa strada, ma incredibilmente pieno di persone, mentre gli altri erano vuoti anche se esponevano la stessa merce.
La seconda immagine è un carretto della frutta. L’India è piena di questi carretti, tutti con frutti di vario colore e bellissimi di aspetto, tutto disposto con ordine e regolarità geometrica. La frutta in India è buonissima, i sapori sono intensi e prolungati. Bisogna stare attenti solo all’igiene, un frutto ancora bagnato con l’acqua indiana potrebbe essere letale per il povero stomaco di un turista ignaro della potenza dei batteri indiani.
L’ultima foto mostra un negozietto piccolo e vuoto, che ha in vendita delle galline, esposte in una gabbia. Tra l’uomo anziano che le sorveglia e le galline in gabbia, non è facile capire chi ha lo sguardo più mesto. Guardate la mancanza di asfalto sul bordo della strada. Anche questa è una caratteristica comune di quasi tutta l’India. I bordi delle strade non sono asfaltati e il grande traffico solleva quantità enormi di terra che si diffondono nell’aria e di conseguenza vengono respirate dalle persone con effetti non proprio ideali per la salute, oltre che per l’igene. Mezza giornata per strada e si ritorna in albergo che è obbligatoria una doccia. Pur di fronte a tante contraddizioni, l’India rimane un paese incredibile e affascinante. La sua cultura millenaria è stata la base della cultura umana ma non è stata abbastanza per garantirle uno sviluppo normale ai giorni nostri. Il Paese sta facendo progressi ma la strada da percorrere è ancora lunga.
La cosa migliore dell’India sono le persone. Generalmente colte, empatiche, affabili e disponibili, gentili e simpatiche.
La cosa che mi piace e intenerisce è quando al mattino e all’ora di uscita delle scuole le strade delle città sono piene di studenti. Al solito caos del traffico si aggiunge l’allegra confusione di centinaia di studenti, ragazze e ragazzi, tutti in divisa. Le divise sono uguali per tutti ma basta guardare i piedi per scoprire le differenti condizioni della famiglia. C’è chi ha semplici infradito, altri scarpe logore e consunte, altri scarpe sportive nuove. Arrivano da ogni parte, alcuni di loro camminano per chilometri, sembrano tutti allegri, ridono e scherzano tra loro. Una serenità che forse perderanno da grandi. Anche un grande paese e in progresso come l’India non potrà garantire a tutti benessere e miglioramenti sociali, molti dei giovani non riusciranno a salire la scala sociale. Ma quando si è giovani i brutti pensieri possono stare lontani e vedere tanti ragazzini che sorridono e scherzano riscalda il cuore. Che il loro futuro sia radioso come lo sono i loro sorrisi.
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