Nero come la morte – Tullio Avoledo

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Titolo: Nero come la notte

Autore: Tullio Avoledo

Editore: Marsilio

“Le Zattere” è un edificio residenziale per gente facoltosa che è stato abbandonato prima che fosse finito che si trova in una città del nord est non meglio definita. Ora è occupato da una comunità di emarginati provenienti da ogni zona da cui ci sia una ragione per scappare. Sergio Stoker in passato era un bravo poliziotto, ma aveva avuto qualche problema con la droga e con la violenza con cui firmava le sue indagini. Un giorno si risveglia nell’ospedale precario delle Zattere. Non ricorda molto della sua vita precedente, non sa perché si trova lì. Rimane tra la vita e la morte per un tempo indefinito. Quando è guarito, il Consiglio della Comunità Le Zattere gli affida il compito di indagare sulla morte di tre ragazze della comunità. Sergio Stokar inizia una indagine che si rivelerà molto pericolosa anche per uno come lui abituato da sempre a vivere pericolosamente. Stokar indaga e ricostruisce sé stesso, il suo passato e la memoria di quello che è stato ed ora non è più. Il suo corpo è malmesso, ci sono evidenti cicatrici che sono il lascito del suo passato. La sua mente è condizionata dai suoi ricordi, che sono quelli di un razzista e feroce poliziotto che applica la legge con metodi tutti suoi, di un ex marito che è stato abbandonato dalla moglie a causa dei suoi problemi.

In questo romanzo le ambientazioni sono quelle di un degrado totale, sociale e urbano, dove il male è ovunque anche se a volte rivestito da una facciata esteriore di appartenenza alla società normale. La scoperta della verità sulle morti delle ragazze costringerà Stokar ad un percorso tra i vari inferni delle nostre città, tra i capi della malavita organizzata e alcuni esponenti della finanza, sette segrete ed ogni forma di depravazione sociale. Le Zattere sono viste dalla gente comune come la prova del degrado della nostra società che invece è ovunque, senza possibilità di poter sperare in un miglioramento. Una storia molto “noir”, raccontata in modo efficace, intrecciando le vicende del romanzo con riferimenti alla economia e la politica dei giorni nostri. Per tutto il libro si ha l’impressione che nulla possa cambiare un mondo così degradato che non ha alcuna possibilità di cambiamento tranne che nel finale quando di intravede una speranza.

Piu’ della spada – Jeffrey Archer

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Titolo: Più della spada

Autore: Jeffrey Archer

Editore: HarperCollins

Traduzione: Seba Pezzani

La Saga arriva a metà degli anni 60. La compagnia Barrington celebra il primo viaggio del “Buckingham”, la grande nave che copre la tratta per New York, ma c’è poco da festeggiare per via di un attentato dell’IRA che rischia di vanificare l’investimento e di distruggere la compagnia navale. Harry Clifton prosegue la sua carriera di scrittore e diventa anche paladino di una battaglia per salvare un dissidente russo che è stato imprigionato per aver scritto un libro contro il regime.

Giles Barrington diventa ministro ma durante un viaggio a Berlino Est commette un errore imperdonabile che rovina il matrimonio e mette in crisi la sua carriera politica. I destini delle due famiglie sono appesi ad un filo ed è Sebastian Cliftor, il figlio di Harry ed Emma che crescendo è diventato uno scaltro e navigato manager bancario, ad essere il vero punto di riferimento della famiglia.

Prosegue tra colpi di scena di tutti i tipi la lotta per la sopravvivenza delle famiglie Clifton e Barrington, il cui elenco di amici fidati comincia ad assottigliarsi mentre l’elenco dei nemici vecchi e nuovi trova sempre nuovi adepti pronti ad investire soldi per favorire vecchie e nuove vendette.

La fine di questo quinto capitolo arriva proprio quando la corte sta per emettere la sentenza del processo per diffamazione che vede Emma Barrington contro la ex moglie di Giles, Virginia Fenwick, capace di radunare attorno a se tutti i potenziali nemici e avversari dei Clifton e Barrington, in una guerra senza fine. L’esito del processo avrà grande importanza per il futuro di Emma e della compagnia di navigazione. Ma per scoprire cosa accadrà bisogna aspettare l’uscita del sesto volume che è prevista, nella edizione italiana, per il prossimo giugno.

I commenti positivi delle recensioni dei volumi precedenti valgono anche per questo quinto volume che continua a raccontare una storia sempre avvincente e con nuovi spunti di interesse.

 

Attento a quel che desideri – Jeffrey Archer

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Titolo: Attento a quel che desideri

Autore: Jeffrey Archer

Editore: HarperCollins

Traduzione: Seba Pezzani

“Attento a quel che desideri” è il quarto volume della Saga dei Clifton. Le manovre attorno alla compagnia Barrington diventano sempre più frequenti e ambiziose. Personaggi inquietanti entrano in campo per mettere fine alla dinastia che controlla la potente compagnia. Emma decide di sconfiggere i pregiudizi e le difficoltà diventando presidente della compagnia di famiglia. E’ il momento della figlia adottiva Jessica, la bambina che si trovava nella stanza con il padre di Emma quando fu ucciso. La ragazza ha un enorme talento per l’arte, è una pittrice fantastica con un sicuro avvenire tra le stelle dell’arte mondiale. Ma i fatti prenderanno strade diverse e dolorose per la ragazza e la famiglia Clifton. La Compagnia Barrington decide di costruire un grande Transatlantico per coprire la rotta Londra New York e contrastare l’avvento delle compagnie aeree. Una grande sfida commerciale che per essere realizzata ha bisogno di ingenti capitali che metteranno a rischio il futuro della compagnia oltre che offrire occasioni per i nemici dei Clifton di sferrare i loro attacchi.

La saga continua con l’autore che riesce a tenere il lettore sempre in tensione ed apprensione, in attesa dell’evento successivo che si rivela sempre qualcosa di imprevisto. Il centro della storia è la compagnia Barrington, che nonostante sia saldamente guidata da Emma Barrington, è al centro di imprevedibili lotte di potere e intrighi. La storia diventa più moderna, con speculazioni in borsa, cronache di consigli di amministrazione e avversari della famiglia pronti a tutto pur di danneggiare la famiglia Clifton – Barrington, che però procede sempre unita e compatta nonostante le difficoltà. Il libro continua ad essere un formidabile viaggio nell’epoca descritta, con ottime ricostruzioni dei principali eventi accaduti nelle epoche in cui si svolgono i fatti raccontati nel romanzo. Anche lo stile di scrittura sembra andarsi ammodernando man mano che la storia si avvicina alla contemporaneità.

Un segreto ben custodito – Jeffrey Archer

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Titolo: Un segreto ben custodito

Autore: Jeffrey Archer

Editore: HarperCollins

Traduzione: Seba Pezzani

L’azione ritorna a Londra, siano ormai nel 1945. La disputa per l’eredità della famiglia Barrington è arrivata fino alla camera dei Lord, dove il Lord Cancelliere prenderà la decisione definitiva che le due famiglie aspettano ormai da troppo tempo. Harry è diventato uno scrittore affermato, conosciuto in patria come negli Stati Uniti, dove si trova il suo editore,  mentre la carriera politica di Giles prosegue con successo, anche se non mancano i problemi e gli imprevisti. Entra in scena il figlio di Harry, Sebastian Clifton, che riesce a vincere una borsa di studio per Cambridge. Tutto sembra facile per lui ma in realtà stanno per arrivare molti imprevisti che complicheranno non poco la sua vita. Emma decide di ritrovare la bambina che si trovava nell’ufficio del padre quando fu ucciso. La storia della due famiglie Clifton e Barrington prosegue raccontando avventure, disgrazie, successi e imprevisti di una famiglia forte ed unita, determinana ed ambiziosa, con amicizie fedeli e potenti e nemici agguerriti e vogliosi di vederli in rovina, per invidia o solo per entrare in possesso della fonte della loro ricchezza, ossia la proprietà dei cantieri navli Barrington. Fanno da sfondo alle vicende familiari avvenimenti storici come la fine della Seconda Guerra Mondiale e gli anni del dopoguerra, con le innovazioni sociali e tecnologiche che determinaranno il cammino dell’umanità verso il futuro. Il romanzo prosegue senza perdere di energia confermando i punti di forza dei volumi precedenti. Nuove generazioni avanzano mantenendo l’impronta delle generazioni precedenti. I nuovi personaggi sostituiscono quelli che per motivi anagrafici o per vicende avverse non ci sono più, senza per questo far diminuire l’interesse per una storia che resta appassionante e intrigante.

 

I peccati del padre – Jeffrey Archer

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Titolo: I peccati del padre

Autore: Jeffrey Archer

Editore: HarperCollins

Traduzione: S.Pezzani

“I peccati del padre” è il secondo volume della saga dei Clifton. L’azione si sposta in America, a New York, nel 1939. Il matrimonio di Harry Clifton ed Emma Barrington non è stato celebrato perché il padre di Emma, Hugo Barrington, ha dichiarato di non poter affermare con certezza di non essere il padre di Harry. L’episodio sconvolge le due famiglie ma non cambia i sentimenti dei due giovani. Harry spera di dimostrare che Hugo non sia suo padre, per poter sposare Emma e non provocare nessun terremoto nella famiglia Barrington. Temporaneamente le vite dei due ragazzi si dividono, c’è la Seconda Guerra Mondiale alle porte, sono momenti di grande incertezza e difficoltà per tutti. Il destino porta Harry a bordo di una nave diretta negli Stati Uniti. Durante il viaggio la nave affonda e Harry riesce a salvarsi miracolosamente, mentre un suo compagno di avventura muore. Harry decide di prendere l’identità del compagno morto, pensando che cambiando nome la sua vita sarebbe stata più semplice. Harry sbarca in America con la falsa identità di Tom Bradshaw ma si ritrova ad essere arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Un famoso avvocato di Manhattan si offre di difenderlo gratuitamente, pagato dalla famiglia del vero Tom, che non vuole che la reputazione del figlio sia infangata da una accusa di omicidio. Sia la famiglia che l’avvocato sanno che Tom è Harry, ma la cosa sembra non interessare. Harry viene scagionato dall’accusa di omicidio ma viene condannato per diserzione e viene condannato a sei anni di reclusione. Il grande avvocato sparisce ed Harry si ritrova a dover scontare l’intera pena in prigione. Harry non sa che la prigione riuscirà a dare alla sua vita una svolta del tutto inaspettata. In Inghilterra Harry viene dato per morto, Ma Emma non si rassegna e parte per l’America per ritrovare Harry. Il romanzo continua a raccontare le avventure della famiglia Clifton e della famiglia Barrington, con i vari protagonisti alle prese con segreti, scandali e vicende di ogni tipo. La trama è ben costruita ed avvincente, scritta con grande ritmo, con stile scorrevole ed intrigante. Il romanzo presenta gli stessi punti di forza del primo volume, con i personaggi che sono cresciuti, le loro personalità si sono evolute, mostrando sempre grande carattere e originalità. Alla piacevolezza della lettura contribuisce sempre l’ambientazione storica, resa in modo eccellente dall’autore. Le vicende sono raccontate con abilità, con una scrittura semplice e lineare, arricchita da una ironia elegante che aumenta il piacere della lettura. Come nel libro precedente ogni capitolo è dedicato ad un protagonista che narra i fatti in prima persona.

Solo il tempo lo dirà – Jeffrey Archer

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Titolo: Solo il tempo lo dirà

Autore: Jeffrey Archer

Editore: HarperCollins

Traduzione: S.Pezzani

“Solo il tempo lo dirà” è il primo romanzo di una serie di sette volumi dedicati alla saga dei Clifton.

Questo primo volume è ambientato tre il 1920 e il 1940, quindi tra le due guerre mondiali. Il protagonista principale è Harry Clifton,  figlio di uno scaricatore del porto di Bristol. Non ha mai conosciuto il padre ed è cresciuto con la madre ed uno zio. La madre ha raccontato ad Harry che il padre era morto in guerra ma la cosa non può essere vera dato che lui è nato nel 1920. Harry cresce senza particolari ambizioni, crede che il suo destino sia quello di lavorare al porto, nei cantieri Barrington, una volta finita la scuola. Lo stesso destino di suo padre. Fin dalle prime classi Harry si dimostra essere uno studente molto dotato con un talento fuori del comune per il canto. Proprio grazie a questa sua abilità riesce ad ottenere una borsa di studio per un prestigioso collegio. La possibilità di studiare cambierà per sempre il destino di Harry, anche se la sua vita non sarà priva di problemi ed imprevisti. La storia racconta le vicende contemporanee di due famiglie di Bristol che non potevano essere più diverse. La famiglia Barrington, proprietari di un importante cantiere navale, ricchi da sempre, abituati al benessere ed al potere. La famiglia Clifton invece è da sempre povera, nessuna istruzione, abituati da sempre alla vita dura delle classi operaie di Bristol. I destini delle due famiglie sono destinati ad intrecciarsi con vicende varie che ruoteranno attorno ad un mistero sarà il tema principale del libro ossia scoprire di chi è veramente figlio Harry Clifton.

La trama del libro è abbastanza convenzionale, la storia di due famiglie, una ricca ed una povera, un amore difficile tra due ragazzi di estrazioni sociali diverse, nell’Inghilterra di quei tempi, piena di pregiudizi sociali e ipocrisie insopportabili. Potrebbe sembrare un libro scontato ma non è così. La trama è molto ben costruita, ci sono molti cambi di scenario per i vari protagonisti, che si ritrovano a vivere esperienze diverse e imprevedibili. I personaggi hanno tutti personalità molto forti e spiccate, descritte con grande abilità dall’autore. Ogni protagonista ha il suo spazio nel romanzo, infatti ogni capitolo è dedicato ad uno di loro che racconta in prima persona i fatti. Il lettore ha quindi la possibilità di conoscere i fatti raccontati dai differenti punti di vista dei vari protagonisti e questo aumenta l’interesse e la comprensione della storia. Molto belle anche le ambientazioni che offrono uno spaccato dell’Inghilterra dell’epoca molto preciso e dettagliato, raccontando dettagli di costume della vita dell’epoca, oltre a descrivere molto bene la situazione politica, sociale ed economica. “Solo il tempo lo dirà” è un romanzo che offre una lettura piacevole per un viaggio a ritroso nel tempo raccontato in modo avvincente quasi fosse un thriller.

Ah l’amore l’amore – Antonio Manzini

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Titolo: Ah l’amore l’amore

Autore: Antonio Manzini

Editore: Sellerio

Roberto Sirchia muore durante una operazione di asportazione di un rene all’ospedale di Aosta. Una improvvisa emorragia ha reso necessaria una trasfusione ma la sacca è sbagliata, contiene sangue incompatibile con quello del paziente che muore in sala operatoria. La famiglia Sirchia accusa subito l’ospedale di malasanità. In quei giorni il caso ha voluto che nello stesso ospedale fosse ricoverato il vicequestore Rocco Schiavone per subire una operazione identica a quella di Roberto Sirchia, ossia l’asportazione di un rene. Schiavone è stato colpito durante un conflitto a fuoco da un proiettile che gli ha colpito un rene. Rocco è impressionato dal fatto che una persona possa essere morta per un errore incorso per una operazione identica alla sua, quindi parla con Filippo Neri, il chirurgo che ha operato Roberto Sirchia, indaga, fa domande e dalle risposte del chirurgo si convince che la morte non è stata provocata da un errore ma da un gesto volontario. Non si è trattato di un errore in sala operatoria ma di omicidio mascherato da incidente. Rocco pur convalescente e ricoverato in ospedale, inizia le indagini per omicidio, mostrando la consueta irascibilità ed iperattività nonostante le limitazioni nel movimenti dovute ai punti ed alla ferita ancora in corso di rimarginazione.

Il romanzo racconta l’andamento delle indagini ma anche le vicende privare delle persone della sua squadra e sue personali, oltre ai consueti riferimenti alla cronaca ed allo stato della società contemporanea. Schiavone ha ormai quasi cinquant’anni, le sue inquietudini si vanno placando, il suo passato è sempre meno presente nella sua mente ed è sempre meno ingombrante. I cattivi pensieri lasciano spazio a momenti di inedita serenità anche grazie alla relazione sentimentale con Sandra Buccellato, la giornalista che in passato tanto gli era stata ostile.

Antonio Manzini racconta le vicende di Schiavone e soci con il consueto umorismo e disincanto, con il vicequestore che resta un personaggio scomodo, che vive senza rispettare regole e divieti, con il suo carattere burbero e intrattabile, ma capace di gesti di generosità e di umanità non comuni. Questo “Ah l’amore l’amore” è il nono capitolo della serie dedicata a Rocco Schiavone e ancora non si percepiscono segni di stanchezza, il personaggio è più vivo che mai.

Una donna normale – Roberto Costantini

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Titolo: Una donna normale

Autore: Roberto Costantini

Editore: Longanesi

I Servizi Segreti Italiani vengono a sapere che su uno dei barconi prossimi a partire dalle coste Libiche sarà imbarcato un giovane terrorista che ha intenzione di farsi saltare in aria in una piazza affollata italiana durante una pubblica manifestazione. La notizia arriva ad uno dei migliori agenti dei Servizi, il suo nome in codice è Ice, che ha l’incarico di coordinare gli infiltrati nelle moschee. Ice tiene i rapporti con i vari personaggi che tra Libia e Niger controllano i traffici di esseri umani verso l’Italia. Ice e la sua squadra sono impegnatissimi per scoprire l’identità del terrorista, evitare l’attentato e di conseguenza la strage. Riunioni a tutte le ore, frequenti spostamenti sui Jet privati dell’Agenzia tra Libia e Niger, trattative condotte personalmente con freddezza e capacità. Notti e week end spesi a lavorare, una totale dedizione alla causa, l’interesse nazionale prevale su tutto. Momenti difficili per Ice, la tensione per le faccende libiche si somma alle difficoltà della sua vita familiare. Ice è una donna, madre di due figli adolescenti, moglie di Paolo, un pubblicitario che aspira a diventare scrittore, un cane con qualche problema di salute da accudire. Il suo vero nome è Aba Abate, una donna normale, che organizza la vita della sua famiglia, va al supermercato, ai colloqui con i professori dei ragazzi, porta a passeggio il cane e nello stesso tempo tenta di evitare una strage in Italia. I familiari non sanno nulla del suo vero lavoro, tutti credono che Aba sia una tranquilla impiegata amministrativa del Ministero degli Interni. Nessuno è al corrente del suo incarico nei Servizi Segreti e del suo vero lavoro.

Il romanzo è scritto su tre livelli. La storia dell’attentato e delle indagini, la vita familiare di Aba e la fatica a mantenere segreta l’identità di Ice, poi pensieri e sentimenti di Aba, quella parte della sua personalità che non può mostrare al lavoro e nel privato. Una trama complessa che ruota attorno ad un personaggio duplice, con Aba che ogni tanto mostra il carattere duro ed esigente di Ice e viceversa, a volte Ice mostra la fragilità di Aba. In questo c’è tutta la differenza tra una spia professionista e una madre che adora la sua famiglia. Un libro che spiega come funziona l’attività di Intelligence, le relazioni tra agenti segreti e mercanti di uomini e di altro, del legame tra Liba e Italia, tutti argomenti che Roberto Costantini tratta con competenza e abilità, con una scrittura che cambia stile e si adatta alle vicende che sta raccontando, trovando sempre le parole giuste per intrigare il lettore, sia nel racconto della spy story che nel parlare della vita privata di Abe. “Una donna normale” è il primo romanzo di Roberto Costantini che non vede il Commissario Balistreri come protagonista. Non è facile sostituire un personaggio dalla storia così intensa a travagliata, ma Aba Abate si è presentata ai lettori in modo molto promettente e da quello che è dato di capire ci saranno altri volumi che la vedranno come protagonista e già l’attesa si fa impaziente.

La notte più lunga – Michael Connelly

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Titolo: La notte più lunga

Autore: Michael Connelly

Editore: Piemme

Traduzione: Alfredo Colitto

Renée Ballard è una detective, lavora ad Hollywood, fa il turno di notte, quello che viene chiamato “l’ultimo spettacolo”. Lavora da sola da quando ha denunciato un suo superiore per aggressione sessuale. Non si fida più di nessuno, ma anche gli altri non hanno più tanta fiducia in lei. Recandosi in ufficio trova l’ex detective Harry Bosch intento a consultare documenti negli schedari dell’ufficio. Il primo incontro tra i due non promette nulla di buono. Renée mette mano alla pistola ed intima a Bosch di fermarsi e di chiarire cosa stesse facendo. Harry è ormai in pensione ma continua a collaborare con il dipartimento per alcune indagini sui vecchi casi. Ha ancora le chiavi dell’ufficio come i poliziotti in servizio e gode della massima fiducia di chi lo conosce. Harry Bosch sta conducendo una indagine su un omicidio rimasto insoluto di una giovane prostituta avvenuto nel lontano 2009, di nome Daisy Clayton. Harry lo ha promesso alla madre di Daisy, conosciuta durante una operazione sotto copertura e Harry mantiene sempre le promesse. Ballard e Bosch indagheranno insieme alla soluzione del caso e dopo l’inizio burrascoso, la loro collaborazione proseguirà in modo leale e proficuo. Harry lavora a modo suo, non sempre rispetta le regole, ma ha un desiderio irrefrenabile di rendere giustizia a chi non la può più chiedere. I due si alleano per trovare la soluzione dell’omicidio di Daisy, sono due solisti ma per lavorare insieme devono mettere da parte alcuni aspetti del proprio carattere e mettersi alla caccia del colpevole.

La trama scorre sicura, i riferimenti alle vie e ai quartieri di Los Angeles sono precisi e dettagliati, i collegamenti a fatti di cronaca che hanno investito il mondo del cinema sono veritieri e ben definiti, per garantire nel tempo la veridicità del racconto. Hollywood oltre che la patria del cinema è anche una parte della città di Los Angeles dove le gang criminali impazzano, la droga scorre a fiumi, prostituzione ed attività illecite rendono la vita difficile e molto impegnativa alla polizia. Le storie personali dei due detective protagonisti hanno un grande peso nella trama narrativa, ma sono distribuiti nel racconto, dove la parte relativa alle indagini resta sempre in primo piano. La collaborazione trai i due detective si prospetta chiaramente come una serie, quindi ci saranno altri volumi con Harry e Renèe protagonisti.

Il richiamo del cuculo – Robert Galbraith

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Titolo: Il richiamo del cuculo

Autore: Robert Galbraith

Editore: Salani

Traduzione: Alessandra Casella e Angela Ragusa

Una famosa modella, Lula Landry, precipita dalla finestra del suo lussuoso appartamento in una delle zone più esclusive di Londra. L’inchiesta archivia il caso come suicidio. Gli investigatori non hanno dubbi, il cadavere non presenta segni di violenza, la porta dell’abitazione non è stata forzata. La donna aveva conquistato molte copertine di giornali, non solo per le campagne pubblicitarie con i principali stilisti del momento, ma anche per i continui eccessi per droga e per una vita privata piuttosto movimentata. A distanza di tre mesi dal tragico volo, il fratello di Lula, John Bristow, si reca da Cormoran Strike, un ex investigatore dell’esercito che ora svolge la professione di investigatore privato. I due si conoscono da quando erano ragazzi e dovendo ingaggiare un investigatore, Bristow non ha dubbi nel rivolgersi a Cormoran. Bristow è convinto che la sorella Lula non si sia suicidata ma sia stata uccisa. Sostiene che le indagini della polizia erano state molto superficiali e che soprattutto non avevano analizzato nel modo giusto alcune immagini riprese dalle telecamere della zona, che avevano inquadrato due uomini sospetti mentre si allontanavano velocemente dal palazzo in cui abitava Lula, proprio nei minuti immediatamente seguenti la caduta. La morte della modella aveva avuto una rilevanza eccezionale sui giornali e sembrava proprio che ogni aspetto della vicenda e della vita della vittima fosse stato analizzato e nessun articolo pubblicato aveva mai adombrato la possibilità che non si trattasse di suicidio. Cormoran è indeciso se accettare l’incarico che sembra essere destinato a confermare l’operato della polizia. Bristow insiste per convincere l’investigatore ad accettare l’incarico. Alla fine offre un ricco onorario al quale Cormoran non può dire di no.

Il romanzo racconta le indagini e le beghe familiari di Lula, esplora il mondo delle relazioni tra gli appartenenti ad una famiglia ricca e numerosa come quella di Bristow. Racconta anche gli eccessi e la vita irregolare di una modella ricca e famosa alla ricerca della sua identità familiare. Lula era stata adottata dalla famiglia di John Bristow, ma di nascosto aveva fatto delle ricerche per risalire alla identità dei suoi genitori. Racconta anche le difficoltà esistenziali di Cormoran, un ex soldato che in Afghanistan aveva perso una gamba, la relazione contrastata con la sua ex fidanzata, le tentazioni che suscita la nuova segretaria Robin. La scrittura è piacevole senza particolari punti di forza, descrizioni efficaci e molto dettagliate, a volte forse anche troppo senza una particolare ragione. Se il libro fosse stato scritto da un esordiente si potrebbe definire un inizio promettente. Ma dato che Robert Galbraith è lo pseudonimo di J.K. Rowling, l’autrice della saga di Harry Potter, forse è lecito pretendere qualcosa in più.

India

Il mio lavoro mi porta spesso in India. Visito le industrie che producono auto, camion e motociclette, che sono concentrate in poche città, per vendere gli impianti che produce l’azienda per cui lavoro. Sono appena rientrato dall’ultimo viaggio. Ho visitato Bengaluru (non è un refuso, è la vecchia Bangalore che ora si chiama così), Pune, Delhi e Rudrapur. Frequento l’India dal 2002 e la visito diverse volte l’anno. Negli ultimi due o tre anni ho notato una improvvisa accelerazione del processo di ammodernamento delle città. A Bengaluru la nuova metropolitana ha prodotto significative riduzioni del traffico, che è sempre intenso ma gli ingorghi delle ore di punta sono molto minori che in passato e attraversare la citta in auto è diventato molto più facile. A Pune la costruzione della metro, che per quasi tutto il percorso è all’aperto su linee sopraelevate, ha trasformato la città in un cantiere enorme che provoca caos e ingorghi peggio che nel passato. Ma è il prezzo da pagare per avere un futuro migliore. A Delhi la metropolitana è in funzione da vari anni ma il traffico è sempre impossibile e viaggiare per la città un vero incubo.

L’India sta facendo grossi investimenti nelle infrastrutture. Ormai gli aeroporti delle principali città sono moderni e ben organizzati, al livello dei migliori paesi al mondo. La rete di voli interni copre buona parte degli spostamenti con tariffe molto convenienti, almeno per noi stranieri, ma visto l’affollamento di tutti i voli, evidentemente anche molti indiani possono permettersi di volare. Viaggiare in auto da una città all’altra non è semplice. La velocità media effettiva fuori città, quando va bene, è di 40 / 50 km/h, la condizione delle strade è abbastanza critica e tra buche, lavori in corso, dissuasori di velocità, spericolati motociclisti che passano da tutte le parti, mucche sacre che si fermano dove vogliono, l’imprevisto è sempre in agguato. Riguardo treni ed autobus meglio lasciare perdere, qui ancora non è arrivata la modernità e c’è ancora da fare moltissimo.

Un dato comune a tutte le principali città è che le vecchie baracchine e i piccoli negozietti senza porte e vetrine con la merce esposta per strada stanno piano piano diventando negozi arredati modernamente, con pareti pulite e vetrine con la merce esposta. Il nuovo e il vecchio convivono ma il cambiamento è in corso e sarà inarrestabile. La tappa del mio viaggio verso Rudrapur, nella regione di Uttarakhand, tra Delhi e il Nepal, mi ha riportato nell’India rurale, quella dove il progresso fatica ad arrivare. La regione è stata negli ultimi anni aiutata dallo stato indiano che ha favorito la costruzione di alcuni grandi stabilimenti industriali che hanno portato lavoro ma lo sviluppo dell’area è ancora molto limitato. Le strade sono in costruzione e molti tratti sono ancora non asfaltati. C’è meno inquinamento e se il tempo è bello è possibile vedere il cielo azzurro, cosa che non è possibile quasi mai a Delhi, dove una coltre di nebbia e smog non abbandona mai il cielo, anche nelle giornate migliori. L’India è terra di grandi contrasti e ingiustizie sociali per chi ci vive e di sentimenti contrastanti per gli stranieri che visitano il paese. Si sta in hotel di lusso, a prezzi abbordabili, dove c’è da mangiare e da bere a volontà, pulizia e personale sempre sorridente che ti chiede se hai bisogno di qualcosa. Se dici di si, quello che chiedi tarda ad arrivare, gli inservienti non sono mai pronti, c’è sempre un imprevisto, l’attesa in genere è lunga e apparentemente ingiustificata. Fuori dell’hotel c’è la povertà più assoluta, persone che non mangiano da giorni, che non hanno mai avuto un lavoro, che non si sono mai preoccupati di nulla non avendo nulla, non potendo aspirare a nulla. Contrasti e ingiustizie, ricchezza e povertà.

Ho scattato tre foto dalla vettura lungo la strada che da Rudrapur porta a Delhi.

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La prima immagine mostra un negozio di stoffe, uno dei tanti lungo la stessa strada, ma incredibilmente pieno di persone, mentre gli altri erano vuoti anche se esponevano la stessa merce.

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La seconda immagine è un carretto della frutta. L’India è piena di questi carretti, tutti con frutti di vario colore e bellissimi di aspetto, tutto disposto con ordine e regolarità geometrica. La frutta in India è buonissima, i sapori sono intensi e prolungati. Bisogna stare attenti solo all’igiene, un frutto ancora bagnato con l’acqua indiana potrebbe essere letale per il povero stomaco di un turista ignaro della potenza dei batteri indiani.

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L’ultima foto mostra un negozietto piccolo e vuoto, che ha in vendita delle galline, esposte in una gabbia. Tra l’uomo anziano che le sorveglia e le galline in gabbia, non è facile capire chi ha lo sguardo più mesto. Guardate la mancanza di asfalto sul bordo della strada. Anche questa è una caratteristica comune di quasi tutta l’India. I bordi delle strade non sono asfaltati e il grande traffico solleva quantità enormi di terra che si diffondono nell’aria e di conseguenza vengono respirate dalle persone con effetti non proprio ideali per la salute, oltre che per l’igene. Mezza giornata per strada e si ritorna in albergo che è obbligatoria una doccia. Pur di fronte a tante  contraddizioni, l’India rimane un paese incredibile e affascinante. La sua cultura millenaria è stata la base della cultura umana ma non è stata abbastanza per garantirle uno sviluppo normale ai giorni nostri. Il Paese sta facendo progressi ma la strada da percorrere è ancora lunga.

La cosa migliore dell’India sono le persone. Generalmente colte, empatiche, affabili e disponibili, gentili e simpatiche.

La cosa che mi piace e intenerisce è quando al mattino e all’ora di uscita delle scuole le strade delle città sono piene di studenti. Al solito caos del traffico si aggiunge l’allegra confusione di centinaia di studenti, ragazze e ragazzi, tutti in divisa. Le divise sono uguali per tutti ma basta guardare i piedi per scoprire le differenti condizioni della famiglia. C’è chi ha semplici infradito, altri scarpe logore e consunte, altri scarpe sportive nuove. Arrivano da ogni parte, alcuni di loro camminano per chilometri, sembrano tutti allegri, ridono e scherzano tra loro. Una serenità che forse perderanno da grandi. Anche un grande paese e in progresso come l’India non potrà garantire a tutti benessere e miglioramenti sociali, molti dei giovani non riusciranno a salire la scala sociale. Ma quando si è giovani i brutti pensieri possono stare lontani e vedere tanti ragazzini che sorridono e scherzano riscalda il cuore. Che il loro futuro sia radioso come lo sono i loro sorrisi.