La casa senza ricordi

Titolo: La casa senza ricordi

Autore: Donato Carrisi

Editore: Longanesi

 

Un ragazzo di dodici anni scompare nelle campagne del Mugello insieme alla madre, senza lasciare tracce. Dopo otto mesi, il ragazzo viene ritrovato solo in un bosco da una allevatrice di cavalli. Il ragazzo è in apparenti buone condizioni, però non parla e sbatte pochissimo le palpebre, segno di una condizione psichica alterata. Ad aiutare gli investigatori viene chiamato Pietro Gerber, noto ipnotizzatore di Firenze, soprannominato “l’addormentatore di bambini”. Pietro sta vivendo un periodo molto duro, si è da poco separato dalla moglie e dal figlio e la sua vita solitaria è riempita solo dal lavoro. Per questo prenderà molto sul serio il caso del ragazzo muto e applicherà tutte le sue conoscenze sull’ipnosi per provare a farlo parlare e scoprire che fine ha fatto sua madre. L’ambientazione della storia è in una Firenze poco accogliente, molto scura e misteriosa, così come le campagne del Mugello appaiono come luoghi avversi, misteriosi, molto “noir”.

La vicenda del ragazzo e del mistero della sua scomparsa e successivo ritrovamento, sono il pretesto per parlare dell’ipnosi e delle nostre menti, di cui conosciamo solo una parte delle potenzialità. In questo romanzo scopriremo dettagli di grande interesse sul potere dell’ipnosi, sulle possibilità legate al suo utilizzo come terapia o come mezzo di indagine. E’ la mente umana la vera protagonista del romanzo, con i suoi misteri e i suoi poteri palesi ed occulti.

Donato Carrisi è un ottimo costruttore di trame, grandi meccanismi complessi dove ogni componente ha una sua funzione precisa e nulla è lasciato al caso. Oltre alla trama, Carrisi cura molto l’ambientazione, per costruire quella attrazione che prova il lettore verso il racconto che è amplificata dalla scrittura, scarna ed essenziale. L’ipnosi è un argomento che sta molto a cuore a Carrisi che sembra aver scoperto una sua personale tecnica di scrittura da usare come chiave per entrare nelle menti dei suoi lettori e catturarli per dare inizio ad una seduta ipnotica che ha termine solo al termine della lettura. Noi lettori siamo cavie inconsapevoli del grande ipnotizzatore Donato Carrisi.

La lunga notte

Titolo: La lunga notte

Autore: Leonardo Gori

Editore: Tea

 

Un giallo ambientato in un periodo storico cruciale per l’Italia, quando si decisero le sorti della nostra nazione che iniziò il cammino verso quel futuro che è ora il nostro presente. Il romanzo è ambientato nel 1943, Badoglio sta governando l’Italia post-ventennio, Mussolini è stato catturato, sono in corso trattative segretissime con gli alleati per arrivare all’armistizio dell’otto settembre. Gli eventi storici sono mescolati con le vicende private del capitano Bruno Arcieri, agente dei servizi segreti militari, che ha il compito di gestire le operazioni di collegamento con gli americani per la presa di Roma e la proclamazione dell’armistizio. Arcieri, oltre al cruciale compito di intelligence che gli è stato affidato, è alle prese con una vicenda personale molto delicata in quanto la sua fidanzata è sospettata dell’omicidio di una persona con cui la donna stava intrattenendo dei rapporti di affari relativi alla vendita di una villa. Gori riesce molto bene nel suo intento di raccontare le vicende legate alle indagini con le vicende storiche, esponendo le sue posizioni politiche e morali senza alcuna ambiguità, tramite la personalità del capitano Bruno Arcieri, una persona dal forte senso della dignità, molto lontano dalla doppiezza e dai trasformismi tipici di quegli anni, quando prendere posizione in modo netto voleva dire avere sempre qualcosa da perdere. Arcieri odiava ogni forma di furbizia tipica degli italiani, di cui anche il primo Ministro Badoglio e addirittura il Re d’Italia Vittorio Emanuele furono illustri interpreti, per come si comportarono con gli alleati, con i tedeschi e con il popolo italiano. Sembra un giallo ma è un libro molto duro e netto contro le guerre, le dittature, i comportamenti ambigui ed ogni forma di doppio gioco, esaltando i valori della libertà di azione e di pensiero.

La figlia unica

Titolo: La figlia unica

Autore: Abraham B. Yehoshua

Editore: Einaudi

Traduzione: Alessandra Shomroni

 

La storia è ambientata tra il 1999 e il 2000. Protagonista Rachele, ragazzina di 12 anni, brava a scuola, vispa e intelligente, di famiglia facoltosa, padre e nonno avvocati titolari di un avviato studio legale. Rachele sta vivendo un periodo non facile della sua vita.  Non può partecipare alla recita scolastica perché il padre non vuole che lei ebrea sia troppo influenzata dai suoi amici cattolici. Al padre è stato diagnosticato un tumore al cervello e non ha nei confronti della figlia tutte le attenzioni che lei vorrebbe. La madre e i nonni, pur volendole bene, sono distaccati e poco presenti. Rachele si pone domande sulla religione, su come affrontare il dolore della possibile perdita di un genitore, se l’imminente operazione dal padre non dovesse avere successo. Domande impegnative a cui non è facile trovare risposte. Rachele vede il mondo con i suoi occhi e con la sua mente innocente mai maliziosa, le sue domande consentono all’autore di toccare temi importanti come gli affetti familiari, la religione, la guerra, le difficoltà dei ragazzi a sviluppare la propria personalità, i diversi punti di vista tra due culture diverse come quella italiana e quella israeliana, le diverse interpretazioni della storia, dalla distruzione del Tempio di Salomone alla Seconda Guerra Mondiale e la terribile sorte di moltissimi ebrei. Yehoshua rende omaggio al nostro paese, da lui considerato una seconda patria, ambientando l’intera storia nel nord Italia ed alla nostra cultura, considerando il libro “Cuore” come testo di grande importanza per la formazione di Rachele.

L’autore riesce a descrivere alla perfezione i pensieri e le emozioni della ragazza pur mantenendo uno stile diretto, senza troppi orpelli, con grande sensibilità e gentilezza. Un libro sull’importanza degli affetti e dei contatti umani, che devono essere veri e tangibili soprattutto nei momenti di necessità delle persone.

 

C’è un cadavere al Bioparco

Titolo: C’è un cadavere al Bioparco

Autore: Walter Veltroni

Editore: Marsilio

Terzo giallo con protagonista il Commissario Giovanni Buonvino, ambientato nella Roma contemporanea. Il romanzo evidenzia le grandi passioni dell’autore, noto uomo politico, due volte eletto sindaco della sua città natale, grande amante della letteratura, della musica e soprattutto di Roma. L’autore ha voluto rendere un piccolo omaggio ad Agatha Christie scrivendo questo giallo della camera chiusa, con tutti i sospettati nella stessa stanza per l’epilogo della storia.

Teatro principale del giallo è il Bioparco, una ottima occasione per raccontare le meraviglie ambientali di una delle zone più belle e famose di Roma. Lo Zoo è una porzione di Villa Borghese, uno degli spazi verdi più belli di Roma, posizionato sul lato della villa che confina con il quartiere Pinciano, uno dei primi quartieri di Roma, noto per i suoi musei ed edifici di grande pregio. La Capitale con le sue bellezze è la protagonista del romanzo, al pari del commissario Buonvino, una accoppiata che sarà di sicuro protagonista di altri capitoli della serie.

Il morto di cui narra la storia è un uomo trovato nella teca dei serpenti dello Zoo con la testa mozzata. Il povero commissario non sopporta i rettili, per i quali ha una vera fobia, l’indagine per lui è davvero difficile, sia per la mancanza di indizi che per l’inevitabile assidua frequentazione del rettilario alla ricerca di qualche indizio.

I personaggi sono ben assortiti, tutti con qualche problema, la squadra di investigatori, grazie alla guida del Commissario Buonvino, dimentica le fragilità dei singoli e diventa una macchina efficiente dove tutti danno il proprio contributo. I sospettati sono tutti dipendenti del Bioparco, ognuno con la sua storia personale, ma non ci sono indizi, nessuna traccia, l’indagine sembra un rompicapo impossibile da risolvere. Una storia che ha avuto inizio molti anni prima, un dolore difficile da dimenticare, una vendetta preparata con fredda determinazione. Una lettura piacevole, uno stile di scrittura fluido, indizi seminati con parsimonia per tenere alta la tensione narrativa.

Persone per bene

Titolo: Persone per bene

Autore: Daniele Morelli

Editore: Scatole parlanti

 

Una giovane ragazza viene ritrovata a Pescara, uccisa a coltellate. Si chiama Isabella Mancini, studentessa di lettere, tutti la considerano una brava ragazza. Le indagini sono affidate al giovane vicequestore Gabriele Faieta, grande appassionato di musica rock, mancato chitarrista. Anche lui, un bravo ragazzo, la cui vita è stata segnata dall’esecuzione dei genitori per mano di un misterioso killer in circostanze mai chiarite. L’omicidio di Isabella devasterà la vita dei suoi genitori, ma anche altre vite saranno duramente colpite dagli esiti delle indagini che porteranno alla scoperta della mano che ha ucciso Isabella.

Un libro che racconta la vita in provincia, dove i giovani meno intraprendenti rischiano di bruciare le loro aspirazioni ed i loro sogni, per paura di fallire e di essere giudicati, con i genitori incapaci di infondere nei figli la fiducia in sé stessi, troppo impegnati a soddisfare le proprie esigenze. Sorprese e delusioni arrivano proprio dalla famiglia, quando i figli scoprono che i genitori non sono quello che credevano. Come capiterà alla migliore amica di Isabella, Nina, ed allo stesso Gabriele. Un libro che parla di giovani che sperano in un futuro migliore, ma che non sanno come conquistarselo, con un presente che dà loro poche certezze e molte delusioni. Una storia melanconica, di persone sole, che si aprono agli altri con difficoltà, scritta in modo lineare, sentimenti ed emozioni dei protagonisti resi in modo efficace, per una storia che colpisce e fa riflettere.

 

Sangue sul Chianti

Titolo: Sangue sul Chianti

Autore: Michele Giuttari

Editore: Fratelli Frilli Editori

 

Il Chianti è una delle zone d’Italia più belle e conosciute, meta da sempre di viaggiatori provenienti da tutto il mondo oltre che di appassionati gourmet alla ricerca delle prelibatezze gastronomiche locali. Ma in questo libro il Chianti è anche teatro di alcuni misteriosi omicidi. La prima vittima è la bellissima compagna di un facoltoso banchiere, molto noto nella zona. Ci saranno altri cadaveri, apparentemente senza nessun legame reciproco. Le indagini sono dirette dal commissario Michele Ferrara e dai suoi collaboratori. Molto presto le varie morti saranno ricollegabili ad un giro di personaggi insospettabili che siedono ai piani alti del potere capitolino, accumunati da passioni ed interessi non proprio nobili, che li espongono a possibili ricatti e ritorsioni. Ma ci sono persone pagate per coprire i vizi dei potenti, gente senza scrupoli pronta a tutto pur di mantenere i loro lauti guadagni.

L’autore, Michele Giuttari, è stato investigatore della Polizia di Stato, conosce bene il funzionamento delle Forze dell’Ordine e del modo in cui sono condotte le indagini oltre ad avere una grande conoscenza dell’amministrazione della Giustizia e dalla lettura del libro le sue competenze emergono con grande evidenza.

Sangue sul Chianti è un thriller ben riuscito, con una trama intrigante, uno scenario magnifico, uno stile di scrittura diretto ed immediato, senza lunghe spiegazioni, capitoli brevi che tengono alta l’attenzione e la tensione, si ha sempre la sensazione che stia per arrivare qualcosa di forte.

La storia è inquietante sia per i crimini che sono all’origine della storia, che per le implicazioni di personaggi ai vertici di importanti istituzioni, che mostrano tutta la loro inadeguatezza morale. Nello stesso tempo la storia evidenzia come le istituzioni possano contare su persone di grande integrità morale che portano avanti i loro ideali di giustizia che si rivelano più potenti e determinati del male.

Il codice dell’illusionista

 

Titolo: Il codice dell’illusionista

Autore: Camilla Läckberg & Heinrich Fexeus

Editore: Marsilio

Traduzione: Alessandra Albertari e Laura Cangemi

A Stoccolma viene trovata una donna morta. Il cadavere si trova in una cassa di legno ed è trafitto da spade. La scena del crimine è del tutto simile ad un gioco di un illusionista riuscito male. O forse si tratta di un macabro rituale di origine sconosciuta? Le indagini si preannunciano difficili, non c’è un indizio da cui partire per iniziare a scoprire il mistero che si cela dietro il macabro omicidio. La responsabile delle indagini, Mina Dabiri, decide di ingaggiare come consulente un mentalista, famoso per le sue apparizioni televisive, Vincent Walder. La coppia è formata da due persone con qualche problema di relazione con gli altri. Mina è misofoba, ossia ha il terrore di germi e batteri, mentre Vincent ha l’ossessione per i numeri pari e soffre di claustrofobia. Una bella coppia di disadattati in azione per scoprire un killer spietato che sta seminando il panico nella città.

Il libro è stato scritto a 4 mani da Camilla Läckberg & Heinrich Fexeus, noto mentalista di professione, proprio come Vincent Walder. Il risultato finale è un thriller molto intrigante, con personaggi complessi dal punto di vista psicologico ed una storia originale quanto spietata. Le vicende personali dei protagonisti si intrecciano con buona armonia nel racconto delle indagini, con le spiegazioni tecniche di come tante illusioni vengono realizzate sul palcoscenico e di come sia possibile interpretare il linguaggio del corpo per ottenere informazioni dalle persone che abbiamo di fronte senza chiederle.

Una storia che si svolge su piani temporali diversi, con il passato che influisce sul presente e lo rende così cruento. Una storia dagli sviluppi complessi, molto articolata, con tanti riferimenti all’illusionismo, alla numerologia, tante informazioni inedite per la maggior parte dei lettori, inserite nel racconto in modo sempre pertinente e piacevole, per aumentare il piacere della lettura. Un ottimo libro che si legge di un fiato nonostante il non indifferente numero di pagine.

Cartoline dalla fine del mondo

Titolo: Cartoline dalla fine del mondo

Autore: Paolo Roversi

Editore: Marsilio

 

Enrico Radeschi era sparito nel 2009 per sfuggire ad un pericoloso assassino che voleva vendicarsi di lui. Si era nascosto all’estero, sparito da tutti i social, niente email, niente internet. Il suo amico poliziotto Sebastiani è alle prese con un caso difficilissimo, ossia un assassino che uccide le sue vittime con il potentissimo veleno del serpente Mamba Nero. Il caso lo sta mettendo in grande difficoltà e decide di rintracciare il suo amico Radeschi per farlo tornare a Milano e aiutarlo nella ricerca dell’assassino, che sembra avere capacità informatiche di altissimo livello. Un capitolo della eterna lotta del bene contro il male che si svolge in quel campo di battaglia che è internet e il suo lato più oscuro e pericoloso, ossia il deep web, dove regna il peggio del peggio che la nostra società riesce a generare. La storia è raccontata con il solito stile di Roversi, ironico e dissacrante, con personaggi ben caratterizzati ed empatici, con una trama verosimile e geniale, che ci mostra alcuni aspetti delle tecnologie informatiche del tutto ignote alla maggior parte di noi e delle loro possibilità di utilizzo per scopi illegali e molto pericolosi. Una storia che si svolge senza un attimo di respiro, con gli eventi che si susseguono a gran velocità. Il libro parla delle avventure di Enrico Radeschi e del portale Milano Nera, creatura reale di Paolo Roversi, dove si parla di gialli e di noir oltre che di iniziative editoriali in genere. La maggior parte della storia si svolge a Milano, con i suoi luoghi famosi e caratteristici, sempre alla moda, ma anche capaci di mantenere quell’immagine tradizionale che rappresenta Milano.

Léon

Titolo: Léon

Autore: Carlo Lucarelli

Editore: Einaudi

Grazia Negro è una funzionaria di polizia della questura di Bologna. E’ in ospedale per un parto cesareo, sta per dare alla luce due gemelle, non vede l’ora di vederle, abbracciarle. Ma subito dopo il parto accade qualcosa di imprevisto. Le due bambine e la madre sono subito allontanate dall’ospedale e portate in un luogo sicuro sotto la protezione della polizia. Grazia aveva arrestato qualche anno prima un pericoloso omicida, detto l’Iguana, rinchiuso dopo la condanna in una clinica psichiatrica. Da poco è arrivata la notizia della sua fuga ed ora Grazia e le sue bambine sono in pericolo di vita.

Nella casa che ospiterà Grazia ci sarà una squadra a sua disposizione per garantire la sua sicurezza e per studiare e anticipare le mosse dell’Iguana. Nella casa ci sarà anche Simone, un ragazzo cieco che era stato compagno di Grazia, non vedente, anche lui possibile obiettivo del killer. La caccia all’Iguana ha inizio, la sua presenza è già stata notata a Bologna.

Un romanzo pieno di suspense, i capitoli brevi accentuano la tensione che è altissima fin dalle prime pagine e rimane in crescendo per tutto il libro. Lucarelli è bravissimo a descrivere le paure dei protagonisti, che si sentono in balia di eventi che non possono prevedere e sono in preda alla paura, descritta con precisione e trasmessa al lettore con efficacia assoluta. Basti pensare a come i pensieri di Simone sono descritti nel romanzo, lui che è cieco ed ha raggiunto una grande sensibilità sensoriale nell’ascoltare i rumori e percepire gli odori. Un libro breve, intenso, scritto con lo stile ormai caratteristico dell’autore, ossia diretto, senza fronzoli, molto efficace.

Sulle orme del brivido

Titolo: Sulle orme del brivido

Autore: Gianluca Arrighi

Editore: Edizioni Mea

 

Sulle orme del brivido è l’ultimo libro di Gianluca Arrighi, una raccolta di sedici racconti, ben assortiti, tutti diversi per ambientazione, personaggi e lunghezza, con lo stile di scrittura che si adatta alle storie, per renderle in ogni caso complete ed accattivanti.

Il tratto comune dei racconti sono i protagonisti, non si tratta di criminali incalliti ma sono persone comuni, che vivono vite normali, il cui racconto è un modo per parlare anche della società contemporanea e di alcuni aspetti molto sentiti e reali, come per esempio i problemi del nostro sistema giudiziario. Arrighi ci mostra la sua abilità di scrittore noir riuscendo a caratterizzare il racconto fin dalle prime frasi, coinvolgendo il lettore con poche parole, che anticipano il potenziale della storia facendola sembrare fin da subito intrigante e meritevole di essere letta. Il prosieguo della lettura conferma le premesse dell’incipit e le sorprese che attendono il lettore sono tali da meritare di essere scoperte. Suspense, tensione, colpi di scena, realtà e follia criminale sono amalgamati tra loro con armonia per dare vita a storie intriganti dall’esito imprevedibile.

La tipologia di reati e le modalità con cui vengono commessi sono il risultato della fantasia dell’autore ben alimentata dalle sue esperienze professionali come avvocato penalista. Arrighi è un profondo conoscitore dell’animo umano che riesce ad entrare nelle menti dei suoi personaggi, raccontandone il lato oscuro e disperato, quando la follia e la perversione trasformano persone comuni in mostri disumani.

Il talento del cappellano

Titolo: Il talento del cappellano

Autore: Cristina Cassar Scalia

Editore: Einaudi

 

Quinta avventura del vicequestore Vanina Guarrasi, palermitana in forze alla squadra mobile di Catania. La storia ha inizio alle pendici dell’Etna, in uno scenario alpino. La sera tra il 26 e il 27 dicembre, sta nevicando, un anziano custode trova il cadavere di una donna all’interno di un edificio in ristrutturazione, il Grand Hotel della Muntagna. Il tempo di avvisare la polizia e di attendere il suo arrivo e il cadavere è sparito dall’interno dell’edificio per riapparire il giorno dopo in un luogo alquanto particolare. Il corpo è di una pediatra e viene ritrovato in un cimitero all’interno della cappella dalla famiglia Murgo, con a fianco il cadavere del Monsignor Murgo, prelato di grande fama ed integerrima reputazione. Un doppio omicidio misterioso la cui soluzione è nelle mani di Vanina e della sua squadra, come al solito affiancata dall’anziano Biagio Patanè, commissario in pensione di 83 anni che non ne vuole sapere di rinunciare ad indagare, nonostante gli acciacchi dovuti all’età.  I protagonisti sono un gruppo di personaggi, ben assortiti che raccolgono varie tipologie di persone che è possibile incontrare nella vita quotidiana.

Il libro mette insieme la storia dei due omicidi e delle relative indagini con le vicende personali di Vannina, la vita quotidiana siciliana, con le sue prelibatezze gastronomiche sempre in bella evidenza. Gli affetti di Vannina sono stati duramente colpiti dalla mafia, che è presente nella storia ma non è protagonista diretta del fatto criminale che dà origine al romanzo. Non mancano altri temi sociali di attualità, tutto ben raccontato in modo equilibrato e senza eccessi, tutto molto verosimile, dai dialoghi alle ambientazioni, dai colori ai sapori siciliani. Un giallo di persone comuni, che vivono nella normalità, che diventano criminali per caso. Sempre bello e armonico il linguaggio con qualche infiltrazione di vocaboli siciliani, comprensibili e ben inseriti, che danno un maggior senso di appartenenza della storia alla realtà siciliana contemporanea.

Scripta manent

Titolo: Scripta manent

Autore: Paola Barbato

Editore: Pickwick

Un thriller con protagonisti due scrittori che si sfidano a chi vende più libri, accettando di firmare un contratto in diretta TV, di fronte al loro pubblico. La trasmissione parte subito con un colpo di scena, quando uno dei due aggredisce il suo avversario, minacciandolo di morte. Il peggio viene evitato, i duellanti separati, gli animi sembrano calmarsi. I due si allontanano dallo studio televisivo. Dopo la trasmissione uno dei due scrittori scompare. Irreperibile, sparito, volatilizzato. Il principale indagato è il suo avversario, Roberto Palmieri, quello che tutti considerano lo scribacchino, contrapposto al grande letterato, quello scomparso, Corrado De Angelis. Le indagini coinvolgono un ispettore di polizia, il notaio presente in trasmissione per sancire il contratto che avrebbe dovuto regolare la sfida tra i due contendenti, l’assistente dell’autore considerato di prima classe. E’ un grande mistero come una sfida giocosa, una rivalità costruita solo per vendere qualche copia in più, sia diventata una vicenda così misteriosa e dai possibili risvolti tragici. Un thriller che è un grande rompicapo, che parla di libri, di case editrici, di marketing editoriale, di persone disturbate capaci di odiare oltre ogni limite, una storia in cui molti nascondono le loro vere intenzioni, facendo sembrare quello che non è, togliendo certezze al lettore, che viene continuamente depistato. Un intrigo scritto con grande abilità e creatività, una storia che inizia quasi come un gioco per assumere aspetti sempre più inquietanti. Aumentano le persone scomparse, i crimini commessi sono quelli narrati nei thriller di De Angelis, la vicenda diventa sempre più complessa, la verità è qualcosa che sguscia via in continuazione che si allontana quando sembra ormai vicina. Una grande trama, costruita con originalità, una ottima scrittura piena di pathos e tensione.

L’ultima ricamatrice

Titolo: L’ultima ricamatrice

Autore: Elena Pigozzi

Editore: Piemme

 

Eufrasia è rimasta sola, vive nella sua casa ai margini di un bosco, dove per tanti anni ha praticato l’arte di famiglia, come la sua bisnonna, sua nonna e sua madre ossia tessere, cucire e ricamare, attività a cui si sono dedicate con tutta l’energia e la capacità. Alla soglia dei settant’anni, Eufrasia quasi non lavora più, ha le mani deformate dall’artrite, i clienti sono pochi, ormai nessuno ha tempo di aspettare che un corredo sia ricamato a mano o un vestito realizzato su misura. Improvvisamente una giovane si presenta per chiedere un corredo e per imparare l’arte del ricamo, si chiama Filomena, è gentile e premurosa. Eufrasia si presta volentieri per fare ancora una volta, forse l’ultima, quello che in fondo è sempre stato il suo lavoro, ossia interpretare i desideri degli altri e renderli felici con i suoi ricami e le sue opere. Le due donne iniziano una assidua frequentazione, Filomena chiede ad Eufrasia di raccontarle la sua vita e quella della sua famiglia.

Cent’anni di storia e di affetti familiari, di disgrazie, lutti, la dura vita di campagna raccontata dalla voce di Eufrasia, una donna coraggiosa e forte, più forte delle avversità, come lo erano state sua madre e le nonne. Una lezione di vita, per non abbattersi di fronte ai drammi, per trovare la forza per andare avanti, per non rinunciare a fare qualcosa di bello e di grande, anche nelle situazioni più infelici e sfortunate. Un libro scritto con parole esemplari, capaci di raccontare con garbo e gentilezza vite difficili e situazioni drammatiche. Una prosa musicale, armonica e precisa, che accarezza ad ogni pagina la mente del lettore. Il ricamo diventa ragione di vita, dà forza interiore e coraggio, per proseguire, per non farsi sconfiggere dal destino. Andare avanti senza abbattersi, vivere la propria vita dando sempre il meglio. Il libro finisce in modo imprevisto, una chiusura del cerchio insperata, che dà un senso ulteriore alla vita di Eufrasia.

Roma giungla

Titolo: Roma giungla

Autore: Saladini & Lucidi

Editore: Marsilio

Roma giungla è un noir ambientato tra Civitavecchia e Roma, dove il grande porto commerciale è la porta di ingresso per le partite di droga provenienti dal Nord Africa e dall’America del Sud, verso il grande mercato dell’area urbana di Roma, una vera e propria giungla, abitata non da animali feroci, ma da belve umane capaci di comportamenti molto più crudeli di qualsiasi animale. Sandro Sparta è un agente della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, ha il compito di controllare il porto di Civitavecchia, centro nevralgico dei traffici di droga verso la Capitale. Un compito difficile, quasi impossibile. La mafia calabrese con la collaborazione di quella nigeriana ha in mano il traffico di droga e della prostituzione della capitale e il controllo del porto di Civitavecchia è di fondamentale importanza. Per assicurarsi tale controllo, le cosche investono molti soldi, garantendo coperture adeguate ai loro collaboratori. Uno scultore di fama mondiale, Henry Boezie, è il capo di un gruppo di criminali appartenenti al gruppo nigeriano dei Black Axe, che gestisce per conto della mafia nigeriana le attività illecite, con la sua compagna, Alaba, maga ed indovina, le cui doti e premonizioni allargano i temi del romanzo anche agli antichi riti ancestrali africani. Tutto ha inizio dal furto di una partita di droga, che finisce in una cruenta guerra per il controllo del territorio, dove i nigeriani non vogliono perdere le posizioni acquisite, anzi combattono per guadagnare posizioni di maggior potere. Malaffare, criminalità, belle donne, personaggi famosi della politica, delle istituzioni e del jet set capitolino, arte e glamour, criminalità e illegalità, diverse angolazioni per poter ammirare lo stesso spettacolo. Un libro scritto a 4 mani, un buon risultato finale, una narrazione cruda e diretta, grande ritmo, con personaggi molto diversi tra loro, pieni di voglia di prevalere sugli altri, per non essere travolti.

Verità occulte

Titolo: Verità occulte

Autore: Kristina Ohlsson

Editore: Salani

Traduzione: Samanta K. Milton Knowles

 

Verità occulte è il secondo romanzo di Kristina Ohlsson con protagonista l’avvocato Martin Brenner. Un bambino di nome Mio è scomparso durante le lezioni alla scuola materna. Brenner è coinvolto nelle ricerche del bimbo ma c’è qualcuno che si diverte a rovinargli la vita e che lo vuole incastrare facendolo sembrare colpevole di una serie di omicidi che non ha commesso. Una storia complessa, ambientata tra la Svezia, la Danimarca e il Texas, un continuo di eventi dal ritmo incalzante, una storia sempre più complessa al punto che ad un certo punto della lettura sembra impossibile poter trovare il bandolo della matassa. Martin Brenner, pur innocente, trova difficoltà sempre maggiori a dimostrare la sua innocenza, gli errori che ha commesso nel passato non lo aiutano. Ma lui è un duro e continua ad indagare e combattere per dimostrare la sua innocenza.

Un romanzo che ha il suo fascino nella complessità della trama e per il racconto originale della realtà odierna della società svedese, con grande attenzione verso la quotidianità ed i temi sociali. La storia viene narrata interponendo delle parti di una intervista che Brenner ha rilasciato a Karen Viking, una giornalista di Stoccolma. Le parti dell’intervista creano maggiore curiosità riguardo le vicende e sono un contributo alla ricostruzione dei fatti, oltre a permettere a Brenner di spiegare il suo punto di vista. La scrittura è essenziale, usa espressioni decise e dirette, non si perde in fronzoli, ed è un bene dato che la storia articolata e complessa non ha bisogno di troppi orpelli. Un romanzo in cui i personaggi hanno un passato da dimenticare, ingombrante, che complica il presente. Ma sistemare il passato è l’unico modo per superare le difficoltà del presente.