Un animale selvaggio

Titolo: Un animale selvaggio

Autore: Joel Dicker

Editore: La nave di Teseo

Traduzione: Milena Zemira Ciccimarra

Arpad e Sophie sono una coppia baciata dalla fortuna, belli, ricchi, vivono in una villa da sogno, hanno due figli adorabili, anche loro belli e intelligenti. Greg e la moglie sono loro vicini di casa, pochi soldi, due figli senza talenti, poco interessati a tutto. I due sono amici di Arpad e Sophie, soprattutto Greg prova molta invidia per Arpad, per la ricchezza ma soprattutto per la moglie, la bellissima Sophie di cui è segretamente innamorato e che col tempo è diventata una vera e propria ossessione. La vicenda è ambientata principalmente a Ginevra, ma anche Sanremo e Saint-Tropez, che sono le frequentazioni esclusive e da ricchi di Arpad e Sophie. Le due coppie sono unite da una amicizia apparentemente sincera e disinteressata, ma niente è come sembra. La trama è costruita attorno ad una serie di inganni che quasi ad ogni pagina rendono la realtà diversa, senza offrire al lettore certezze, ma ponendolo di fronte ad una serie infinita di inganni e di illusioni. Un libro che è difficile da catalogare in un solo genere, dato che è un giallo, un thriller, una storia d’amore che entra nelle dinamiche del funzionamento delle coppie, del timore di perdere la ricchezza acquisita, lo sconforto di chi non riesce a raggiungere il benessere sognato. Quello che sorprende maggiormente del libro sono i capovolgimenti della realtà, i fatti del passato che ci mostrano i personaggi in modo totalmente diverso rispetto a quello che sono stati fino a quel momento, la realtà che cambia completamente a seconda di come viene raccontata. Il lettore è totalmente in balia della fantasia dell’autore che porta a spasso il lettore a suo piacimento. I personaggi di questo romanzo non sono indimenticabili, come pure i dialoghi, ma è un grande piacere lasciarsi trasportare da Dicker che ancora una volta sorprende e diverte in modo originale e inconsueto.

Mezzanotte

Titolo: Mezzanotte

Autore: Rosanna Rubino

Editore: Castelvecchi

Rosanna Rubino, architetto prestato al marketing internazionale, scrittrice per passione. Una mente creativa, scrittura facile e duttile, fantasia esplosiva, grande viaggiatrice.

Il titolo non ha nulla a che vedere con la notte. E’ il cognome del protagonista, Mauro Mezzanotte, quarant’anni, pilota di aerei da quando era ventenne, un uomo affascinante, di buona cultura, passa la sua vita alla guida di aerei di linea oppure nelle stanze di albergo tra un volo e l’altro, spesso in compagnia di donne che come lui sono alla ricerca di qualche ora di svago. Abita a Milano e lavora per la compagnia aerea Argento, di cui è presidente il suo amico Mauro Argento.

Mezzanotte ci descrive la vita impegnativa del pilota di linea, tra ore di sonno mancate e lo stress di vivere sempre fuori casa, costretto ad essere perfetto quando è alla guida del suo aereo, seguendo norme e procedure, lasciando a terra tristezze e dispiaceri, per fare un lavoro in cui non sono ammessi errori. Mauro ha una specie di compagna, Alex, una donna sensibile, tormentata dai cambiamenti climatici ed ambientali, preoccupata per il futuro a cui stiamo condannando il nostro pianeta. Lavora per una società finanziaria, sempre alla ricerca di qualche società green da finanziare, una donna votata all’ambientalismo.

Un giorno Mezzanotte si trova di fronte ad un imprevisto, una avaria grave del suo aereo lo costringe ad un atterraggio di fortuna, esegue una manovra eccezionale per bravura e coraggio, ma anche molto rischiosa e senza margini di errori. Riesce a portare in salvo l’aereo con tutti i passeggeri, diventa un eroe per tutti, ma c’è chi vuole vederci chiaro. E qui inizia una nuova storia. Torna un passato doloroso, difficile da dimenticare. Un romanzo che ci racconta, con le storie dei protagonisti, le difficoltà del vivere, come certi episodi influenzano le nostre menti per anni, senza possibilità di dimenticare, lasciandoci prigionieri dei propri tormenti per sempre. Un libro intenso, che diverte e fa pensare, con un finale imprevedibile.

Tutto brucia

Titolo: Tutto brucia

Autore: Juan Gomez Jurado

Editore: Fazi

Tutto brucia è la storia di una vendetta organizzata da tre donne sull’orlo del baratro che uniscono le loro forze e capacità per sconfiggere il destino avverso, per fare in modo che a vincere non siano sempre i più forti. Aura Reyes era stata una dirigente del settore finanziario, nessun problema economico, una bella famiglia ed una casa accogliente. Ma il marito fu ucciso e lei fu ferita in una aggressione. L’azienda per cui lavorava la accusa di frode, viene incastrata e denunciata, tutto sembra essere contro di lei ed arriva la condanna, quindi la prigione, dove conosce Pari Paz Celeiro, una tipa dura, ex legionaria, abile nella lotta e pratica di armi. Vive nella sua automobile, beve troppo ed è sempre senza soldi, non ha paura di niente e di nessuno. Il trio è completato da Sere Quijano, una hacker indispensabile per attuare il piano di rivincita. Tre donne disperate e pronte a tutto pur di riprendersi quello che ritengono sia loro. Le probabilità di vincere sono poche ma le tre ci provano comunque, combattendo contro chi le vuole far fuori. Non hanno paura di perdere perché non hanno più nulla. I loro nemici, pur potentissimi, hanno invece molto da perdere.

La scrittura del romanzo è molto diretta, la storia è un susseguirsi di eventi, azioni rocambolesche, imprevisti e di colpi di scena. Sembra che tutto possa precipitare da un momento all’altro, ma il coraggio e la voglia di rivincita sono più forti del destino avverso e dei potentissimi nemici di tre donne senza paura.

M Sul bordo dell’abisso

Titolo: M Sul bordo dell’abisso

Autore: Bernard Minier

Editore: Baldini + Castoldi

Traduzione: Gabriella Patriarca

Un thriller ambientato ad Hong Kong che parla di Intelligenza Artificiale. Un libro uscito nel 2019 che ora più di allora è di grande attualità, dato che proprio in questo periodo si fa un gran parlare di IA e delle sue applicazioni, la cui utilità non è ancora così evidente per segnare un progresso dell’umanità condiviso da tutta la popolazione della Terra piuttosto che solo da coloro che ne spartiscono i profitti.

Hong Kong è una città dove regna il caos, da sempre luogo di traffici leciti ma soprattutto illeciti, gestiti da poche famiglie potentissime in grado di controllare tutto. I suoi grattaceli ospitano migliaia di imprese tecnologiche impegnate nello sviluppo di tecnologie all’avanguardia. Moira Chevalier è una giovane e brillante francese che si è trasferita ad Hong Kong per lavorare nella Ming Incorporated, un colosso dell’high tech impegnato nello sviluppo di una applicazione chiamata DEUS, che dovrebbe diventare l’assistente virtuale più simile all’uomo mai costruito, destinata ad essere venduta a miliardi di persone. Moira si ritrova proiettata in un mondo dorato, ipertecnologico, che la assorbe totalmente, le resta solo il tempo per dormire, molto meno di quello che dovrebbe. Ma tutte le meraviglie che la circondano nascondono una realtà molto diversa e dopo pochi giorni si accorge che c’è un serial killer che sta scegliendo le sue vittime proprio tra i suoi colleghi.

Un thriller adrenalinico, dove nulla è quello che sembra, l’inganno si nasconde ovunque. La tecnologia nasce dalla mente umana che spesso non ha doti etiche adeguate ai compiti che è chiamata a svolgere e di conseguenza anche le invenzioni non potranno avere il livello etico necessario. La questione etica nelle applicazioni di IA è uno dei grandi temi dei giorni nostri, una questione che non può essere elusa. Ma etica e profitto non vanno d’accordo e purtroppo è quasi sempre il profitto a prevalere.

L’educazione delle farfalle

Titolo: L’educazione delle farfalle

Autore: Donato Carrisi

Editore: Longanesi

Serena vive e lavora a Milano, è abituata a frequentare i piani alti, quelli riservati a chi ha i soldi e il potere. Lei è uno squalo della finanza, vive di corsa, tra viaggi, riunioni, serate nei locali alla moda, vacanze nelle isole e nei resort più esclusivi. Lavoro e divertimento, nessuna relazione stabile, non ha tempo per l’amore, il sesso fa parte del divertimento. Qualcosa non va secondo i piani e Serena rimane incinta, lo scopre troppo tardi per abortire ed anche il suo piano di dare in nascituro in adozione fallisce. Diventa madre di Aurora, una bimba dai capelli biondi e ricci, impossibili da pettinare. Serena è una madre anaffettiva ma che non fa mancare nulla alla figlia, grazie ad una squadra di tate, autisti, collaboratori, che permettono alla bimba di fare tutto quello che fanno i bambini delle famiglie benestanti e nello stesso tempo lasciare alla mamma tutto il tempo per lavorare e frequentare i posti alla moda. Durante l’inverno dei suoi sei anni, Aurora viene mandata a Vion, località svizzera, per imparare a sciare, in un esclusivo collegio. L’ultima notte del soggiorno sarà indimenticabile per le bambine, i loro genitori e tutto il personale del collegio. Un incendio brucia completamente la struttura, tutti si salvano tranne Aurora, che risulterà l’unica dispersa. Il trauma della perdita della figlia cambia completamente la vita di Serena che diventa dipendente da alcol e droghe, subendo un crollo fisico ed emotivo devastante. L’azienda dove lavora non sa più cosa farne di una come lei e la licenzia. Un giorno Serena riceve un video messaggio che la porta ad immaginare che l’inimmaginabile potrebbe essere la realtà e che tutto quello che le hanno fatto credere sull’incendio di Vion non è vero. Per Serena ha inizio una avventura alla scoperta della verità dell’incendio del collegio, contro tutto e contro tutti, per trovare una cura al suo dolore insopportabile ed alla mancanza di quella bambina mai desiderata e che ha capito di amare solo dopo averla persa.

Donato Carrisi, con il suo stile preciso e diretto, cattura l’attenzione del lettore dalle prime righe fino all’ultima pagina, costruendo una trama misteriosa e interessante, in cui nulla è come sembra. Un viaggio tra sentimenti dei protagonisti, colpi di scena e fatti imprevedibili. A volte le persone sono diverse da quello che dimostrano di essere ma eventi tragici o il tempo e le abitudini possono provocare cambiamenti inaspettati. A volte non c’è modo di scoprirlo. A volte ci pensa Carrisi.  

Il rumore del ghiaccio

Titolo: Il rumore del ghiaccio

Autore: Peter May

Editore: Einaudi

Traduzione: Alfredo Colitto

Siamo nel 2051. La Terra è stata devastata dai cambiamenti climatici. Le zone tropicali sono ormai invivibili per il troppo caldo, mentre le regioni del Nord sono sconvolte da un freddo insopportabile. I ghiacciai sono quasi scomparsi, i terreni sono brulli e inospitali, nulla è come era solo trent’anni prima. La Scozia è diventato uno stato indipendente dall’Inghilterra, l’intera area è sferzata da bufere di neve, venti fortissimi, freddo e oscurità, che rendono l’ambiente ostile e insidioso

Il detective Cameron Brodie deve indagare sulla morte di un reporter, Charles Younger, il cui corpo è stato ritrovato da una meteorologa, Addie, in un tunnel di ghiaccio. Cameron è malato, non gli resta molto da vivere e Addie è sua figlia con cui non si parla da molti anni, Questa indagine è l’occasione inaspettata per riavvicinare la figlia prima che la malattia renda la cosa impossibile.

La trama si dirama in tre diverse direzioni, l’indagine sulla morte di Younger, le vicende private e familiari tra Addie e Brodie, le accuse ai politici ed economisti per le scelte errate che hanno causato i disastri ambientali.

Il futuro raccontato ne “Il rumore del ghiaccio” è pieno di tecnologia, veicoli senza pilota, computer e software potentissimi, ma tutta questa tecnologia avanzatissima non ha contribuito all’evoluzione delle persone, sempre meno capaci di esprimere i sentimenti e di scegliere i rappresentanti politici, lasciando spazi sempre più ampi a corruzione ed incapacità. Il racconto è sostenuto da un ritmo veloce, continui colpi di scena, per una lettura piena di spunti di interesse. Peter May nel 2005 ha scritto il libro “Lockdown” mostrando notevoli capacità di premonizione, dato che ha anticipato di quindici anni il nostro Lockdown dovuto al Covid 19. Spero che la previsione del mondo del 2051 di questo “Il rumore del ghiaccio” sia sbagliata, altrimenti per le future generazioni c’è poco da stare allegri.

Lo scambio

Titolo: Lo scambio

Autore: John Grisham

Editore: Mondadori

Traduzione: Luca Fusari e Sara Prencipe

Mitch e Abbey, due professionisti affermati, lui avvocato del più grande studio legale del mondo, lei editor di libri di cucina, vivono la vita frenetica di Manhattan. Non hanno problemi economici ed i tempi bui del passato sono un ricordo lontano.

Mitch riceve una richiesta di aiuto da parte di un socio italiano dello studio. Un suo cliente turco, una importante impresa di costruzioni, ha un contenzioso con lo stato libico per un contratto per la costruzione di un costosissimo ponte. Le condizioni di salute dell’avvocato italiano sono tali da non consentirgli di lavorare. Mitch parte subito per l’Italia, incontra l’amico e prende subito in carico la difesa dell’impresa turca. E’ l’inizio di una vicenda estremamente complessa, una specie di complotto internazionale, che coinvolgerà in prima persona la figlia dell’avvocato romano, Mitch, Abbey e i loro figli. L’avventura de “Lo scambio” si svolge tra America, Libia, Svizzera, Turchia, Gran Cayman e Marocco. Un intrigo pericoloso con in gioco la vita di una giovane professionista, tanti soldi e un gruppo terroristico determinato quanto sanguinario.

Ghisham esce dai confini americani e ci offre una storia che si svolge in mezzo mondo, con frenetici spostamenti aerei, avvocati e uomini di potere in balia delle richieste di un gruppo di terroristi che non hanno alcun rispetto per la vita altrui. I terroristi non sono gli unici cattivi della storia, i maggiori soci del più grande studio del mondo confermeranno il loro attaccamento ai soldi e la loro piccolezza umana, anche di fronte alla possibilità di salvare la vita della figlia di uno di loro.  Altri avvocati, strano a dirsi, si confermeranno persone generose e coraggiose, almeno nella fiction del bravissimo Grisham. Un ritorno sulla scena dell’avvocato Mitch, protagonista de “Il socio”, il legal thriller che è stato uno dei maggiori successi di Grisham.

Gli eversivi

Titolo: Gli eversivi

Autore: Alessandro Berselli

Editore: Rizzoli

Un giallo ambientato a Bologna. Un padre preoccupato per le frequentazioni della figlia Asia che si rivolge alla più famosa agenzia di investigazioni della città, La Marple, il cui staff è composto da sole donne, coraggiose, inarrestabili, affascinanti. Asia frequenta un certo Omar Giordani, capo di una organizzazione vicina alla destra politica, detta “Il Laboratorio”, che sta avendo un successo inaspettato a Bologna, riuscendo a trovare molti sostenitori. Il padre di Asia è preoccupato per la differenza di età tra la figlia e il Giordani e per le voci di una vicinanza del “Laboratorio” al terrorismo di estrema destra. Ginevra Martino, capo della agenzia di investigazioni, abituata ad agire in prima persona, si introduce all’interno del Laboratorio per scoprire qualcosa di più sul legame tra Asia e Omar Giordani e sulle reali attività dell’organizzazione. Ginevra riuscirà a destare l’interesse di Omar Giordani e nel giro di pochi giorni i due diventeranno più che amici. Ma la relazione avrà un esito imprevedibile e metterà in pericolo la reputazione di Ginevra. Grazie al senso del dovere delle collaboratrici di Ginevra verrà scoperto un piano eversivo organizzato da ministri, politici e personaggi di spicco del potere.

Un thriller che ruota attorno alla politica, ai suoi difetti, alla tendenza tutta italiana di utilizzare il potere politico per truffare, ingannare, appropriarsi delle risorse che dovrebbe amministrare.

Alessandro Berselli scrive in modo efficace, con uno stile scarno ma sufficiente ad attrarre il lettore, grazie agli sviluppi delle indagini ed alle riflessioni che scaturiscono dalla lettura sui pericoli della cattiva politica. Bologna si mostra in tutto il suo fascino e la sua bellezza, risultando una ambientazione ideale per questa storia che rappresenta, sia pure nelle forme estreme del thriller, la “strana” situazione italiana.

Il gioco dell’anima

Titolo: Il gioco dell’anima

Autore: Javier Castillo

Editore: Salani

Traduzione: Elena Rolla

La New York che tutti conosciamo, delle luci sfavillanti, dei teatri, dei negozi e ristoranti meravigliosi non è presente in questo romanzo. La storia si svolge nel Queens, un quartiere di disagio sociale, uno di quei posti da cui è difficile scappare o anche solo allontanarsi, uno dei ghetti moderni a New York, la città simbolo della modernità e dell’evoluzione del costume mondiale. La storia ha come protagonista la giornalista Miren Triggs, una donna coraggiosa che si porta dietro una storia dolorosa che non riesce a dimenticare, da sempre impegnata nella ricerca di persone scomparse. La vicenda ha inizio con il ritrovamento del cadavere di una ragazza, Allison, scomparsa da pochi giorni, uccisa brutalmente secondo modalità che lasciano pensare ad un rituale misterioso. A Miren viene recapitata una busta con una foto di una ragazza scomparsa nel 2002, di nome Gina.  La prime indagini scopriranno che frequentava la stessa scuola di Allison, immediato quindi collegare l’omicidio con la scomparsa di Gina. Miren si butta a capofitto nell’indagine che la porterà a scoprire realtà difficili solo da immaginare, tra disagi sociali, estremismi religiosi e inquietudini adolescenziali. La trama del libro prende forma, diventa una macchina dal funzionamento perfetto, con personaggi e storie diverse che si intrecciano in modo inaspettato e che solo alla fine sarà possibile venire a capo dei fatti raccontati. Javier Castillo ci mostra la moderna società in tutti i suoi difetti e non nutre grosse speranze di salvezza per l’incapacità diffusa di difendersi dal male. La sua speranza è affidata a persone che pensano diversamente, che non riconcorrono il successo e la ricchezza ad ogni costo, ma cercano la verità e cercano di opporsi al male che tende a riempire ogni piccolo varco sociale, diffondendosi soprattutto tra le persone che sembrano normali e che spesso sono quelle più pericolose, capaci di azioni malvagie perpetrate nel tempo.

La vendetta del ragno

Titolo: La vendetta del ragno

Autore: Lars Kepler

Editore: Longanesi

Traduzione: Andrea Berardini

La vendetta del ragno è l’ultimo romanzo di Lars Kepler, lo pseudonimo usato dai coniugi svedesi Alexander Ahndorll e Alexandra Coelho Ahndorll per firmare le loro opere, con protagonisti Saga Bauer, ex commissaria dei servizi segreti, e Joona Kinna, commissario del reparto operativo nazionale della polizia.

Il corpo del capo della polizia Margot Silverman viene ritrovato disciolto nell’acido nei pressi del maneggio dove andava a cavallo per rilassarsi. E’ il primo di una serie di omicidi anticipati con un messaggio a Saga Bauer da un misterioso serial killer, che promette una strage per vendicarsi di Joona Linna. Ogni omicidio viene annunciato da una cartolina che fornisce un indizio agli investigatori per dare loro la possibilità di salvare la vittima designata, ma che è anche una specie di trappola tesa agli investigatori. Le indagini sono avvolte nel mistero più totale, cosa lega Saga e Joona al misterioso killer? E perché il killer fornisce agli investigatori la possibilità di scoprire la prossima vittima? Vuole per caso essere fermato dagli investigatori?  

Un libro dal ritmo intenso, pieno di eventi, di sangue. Un serial killer misterioso e dalla psicologia complessa, oscura, che opera con fredda e lucida determinazione, che ogni volta stupisce gli investigatori con modi operativi sempre diversi, un ragno che tesse la sua tela attorno alle vittime in modo che sia impossibile scoprirla, se non quando è troppo tardi. L’ambientazione nordica si adatta alla perfezione al tipo di storia. La Svezia viene descritta come un paese tetro, abituato agli omicidi, anche se mostra una società molto avanzata in fatto qualità della vita, di pari opportunità e di diritti delle coppie di qualsiasi orientamento sessuale. Uno stile narrativo diretto e fluido, accurato nei particolari, con dialoghi essenziali, tanti colpi di scena e tanta suspence.

L’imprevedibilità del bene

Titolo: L’imprevedibilità del bene

Autore: Angelo Longoni

Editore: Giunti

Franco Rocchi è un attore famoso come commissario Cardone in una serie televisiva di successo. Daniele Lucci è il regista della serie e migliore amico di Franco. Il padre di Franco viene investito da un pirata della strada. Racconta l’accaduto al figlio, ricorda anche il numero di targa dell’auto. Franco rintraccia il proprietario dell’auto e lo va a trovare, con il suo amico Daniele, in un garage, dove in circostanze rocambolesche entrano in possesso di documenti pericolosi e di una enorme quantità di soldi. Inizia per loro una avventura inverosimile, ingaggiati loro malgrado da una organizzazione misteriosa e potente che combatte la pedofilia internazionale, con ogni mezzo, anche violento, pur di punire i colpevoli e garantire la sopravvivenza dei propri adepti.

Un libro su un tema di grande attualità come la pedofilia, il cui business milionario trova nel dark web il terreno fertile per coltivare il peggiore degli affari illeciti. Le reti di pedofili disposti a pagare qualsiasi cifra per soddisfare le loro perversioni sono presenti in tutti gli stati sociali e in tutte le nazioni del mondo. Per combattere un crimine così orribile ci vogliono metodi forti e gente disposta a tutto, veri e propri eserciti, con mezzi e tecnologie degne dei migliori servizi segreti, con gente addestratissima a compiere qualsiasi tipo di azione per combattere il male. Ma fino a che punto è lecito combattere la violenza con altra violenza?

Un libro adrenalinico, scritto con capitoli brevi, ognuno con un protagonista diverso che racconta in prima persona, continui colpi di scena, cambi di ambientazione, tanta azione. Organizzazioni criminali combattute da organizzazioni paramilitari capaci di tutto e pronte a tutto. Persone normali come Franco, Daniele e le loro famiglie, coinvolte in una guerra, dove tutto sembra perduto, senza che ci possa essere un vincitore. Ma il titolo del libro non è stato scelto a caso.

Labirinti

Titolo: Labirinti

Autore: Franck Thilliez

Editore: Fazi

Traduzione: Federica Angelini

La storia inizia nello studio dello psichiatra Fibonacci, cognome facilmente collegabile a grandi misteri, con lui che, rivolgendosi all’agente di polizia Camille Nijinski, dice che sta per raccontarle una storia misteriosa con protagoniste cinque donne, una giornalista, una psichiatra, una rapita, una scrittrice ed una quinta che è l’unica in grado di risolvere la complicata matassa. Una donna ha perso la memoria ma è riuscita a raccontare a Fibonacci la storia in cui è stata coinvolta, un complesso racconto, una specie di labirinto dove è impossibile trovare la via di uscita. In questo romanzo torna come protagonista lo scrittore Caleb Traskman, un possibile alter ego di Thilliez, un uomo dotato di talento ma capace di ogni tipo di violenza.

La caratteristica principale di Frank Thilliez scrittore, è la capacità di costruire trame complesse, spesso simili a rompicapo, una specie di sfida al lettore, che è invitato a trovare la soluzione dell’enigma nascosto nel romanzo. Frank predilige ambientazioni molto “dark” con i protagonisti che spesso hanno problemi psicologici o psichiatrici, i cui disturbi hanno una importanza fondamentale nella trama del romanzo. Il suo stile di scrittura è molto lineare, pur nella complessità della trama, scarno ed essenziale. Non ha bisogno di personaggi complessi e affascinanti, è la storia al centro di tutte le sue attenzioni. I suoi libri devono essere letti di getto, senza interruzioni, perché il lettore si trova anche lui incastrato nella trama che è una specie di rete in cui rimanere impigliato e che solo alla fine della lettura sarà possibile districare. Questo “Labirinti” è un libro sorprendente, per il finale, decisamente imprevedibile, ma anche per tutta la storia, dove nulla è come sembra, una complessa struttura architettonica che capitolo dopo capitolo si arricchisce di nuovi elementi destinati a crollare come fossero di sabbia alla fine del romanzo.

Il mistero del codice di Fibonacci

Titolo: Il mistero del codice di Fibonacci

Autore: Marcello Ciccarelli e Bruno Di Marco

Editore: Newton Compton

Un titolo accattivante. Fibonacci con il suo “Liber abaci” è stato uno dei grandi innovatori della matematica in Occidente. A lui si deve l’introduzione in Italia dei numeri indiani, i simboli che rappresentano le cifre da 0 a 9 oltre all’introduzione del numero e del concetto di zero, prima ignorato. Marcello Ciccarelli e Bruno Di Marco con “Il mistero del codice di Fibonacci” hanno scritto un thriller storico di grande interesse, pieno di azione, avventure, con molti riferimenti alle regole per la costruzione degli edifici sacri, alla matematica, alle Crociate, ai viaggi per mare, alla vita nei conventi, alla filosofia ed alla religione.

La storia ha inizio nell’Abbazia di Fossanova nel 1274, dove un anziano converso, Ventura, si trova al capezzale di Tommaso d’Aquino, con il compito di alleviare le sue sofferenze. Ventura inizia a raccontare la sua vita avventurosa, quando nel 1204 ebbe l’incarico di accompagnare il monaco Giuliano alla ricerca del Liber Abaci di Fibonacci. Un lungo viaggio da Pisa verso la Sardegna, Palermo, la Tunisia, le isole greche ed infine Costantinopoli. Il periodo storico in cui si svolge la storia è di grande fermento, con le Crociate, gli scontri tra Impero e Papato, i commerci da Pisa, Genova e Venezia con il Medio Oriente sempre più importanti, con il Mediterraneo centro del mondo intero. Il libro di Fibonacci, con i suoi rivoluzionari concetti matematici, era mal visto da coloro che non volevano cambiare le consuetudini degli affari ed erano disposti a tutto pur di fermare la diffusione del Liber Abaci. Tra i nemici di Fibonacci c’era anche la Chiesa cattolica che temeva la diffusione del sapere matematico come qualcosa che potesse mettere a rischio la sua sopravvivenza. Un thriller storico appassionante, un ottimo modo per stimolare la mente verso l’approfondimento della conoscenza di un passato meraviglioso e forse sottovalutato della cultura attuale.

Il ponte dei delitti di Venezia

Titolo: Il ponte dei delitti di Venezia

Autore: Matteo Strukul

Editore: Newton Compton

Un thriller nella Venezia del 1729. Il ponte delle Guglie è il luogo del ritrovamento di un cadavere con due fori in gola ed uno stiletto infilato nel petto che trattiene un foglietto su cui è scritto “Canaletto”. Evidente il riferimento al pittore Giovanni Antonio Canal. Le autorità coinvolgeranno Canaletto nelle indagini, come era già accaduto nel passato. Ci sarà un secondo cadavere, ritrovato sempre sullo stesso ponte, con i due misteriosi fori in gola, sempre con lo stiletto che trattiene il foglio con scritto “Canaletto”. C’è un assassino che sta mettendo in opera un piano criminale tanto terribile quanto misterioso.

Una trama appassionante, uno stile di scrittura brillante e preciso nei molti riferimenti storici ed artistici, una serie incalzante di eventi che trascinano il lettore in una avventura appassionante. La scelta di trasformare Canaletto in investigatore di grande capacità è di sicuro azzeccata, creando un protagonista attraente ed affascinante. Il nemico da combattere ha sembianze spaventose ed uccide secondo modalità sconosciute che riconducono ad antiche leggende dei paesi dell’Est che appaiono talmente terribili da risultare quasi sovrannaturali. La storia è ricca di riferimenti artistici, che spiegano la tecnica pittorica di Canaletto, con cui realizzava le sue magnifiche vedute di Venezia. Ma c’è spazio anche per un’artista come Rosalba Carriera, meno nota rispetto a Canaletto, ma non per questo meno dotata di talento pittorico, dedicato soprattutto ai formidabili ritratti, che hanno caratterizzato la sua opera. Proprio pensando all’abilità di Rosalba nel riprodurre i volti, Canaletto avrà l’idea di farle disegnare quello che potrebbe essere stato il primo identikit della storia delle investigazioni, con oltre 200 anni di anticipo rispetto alla nascita ufficiale della procedura adottata dalle polizie mondiali. Canaletto, talento pittorico ed investigativo.

Certe morti non fanno rumore

Titolo: Certe morti non fanno rumore

Autore: Alessandro Curioni

Editore: Chiare Lettere

Dopo “Il giorno del Bianconiglio” torna Leonardo Artico con i suoi collaboratori informatici e la giornalista Teresa, a giorni alterni innamorata di lui, a seconda di come si è svegliato Leonardo. Nella squadra di Artico non può mancare Roberto, amico fedele e braccio operativo di altissimo livello.

Artico viene ingaggiato da una sua ex, Rachele, ora al vertice di una grande azienda americana, con una proposta molto allettante, ossia partecipare ad un progetto di cyber security, detto Da Vinci, che si propone di utilizzare l’intelligenza artificiale per gestire i dati delle principali aziende mondiali, garantendo la sicurezza assoluta. Un progetto ambizioso che promette grandi utili e la concentrazione di un potere enorme nelle mani di una unica azienda. Il progetto Da Vinci ha attirato le attenzioni dei Servizi Segreti Italiani, che a loro volta ingaggiano Artico per essere informati sui progressi dell’azienda guidata da Rachele. Leonardo ha intenzioni e scopi diversi da quelli di Rachele e dei Servizi e condurrà la sua partita in modo inedito e imprevedibile, adattandosi in fretta alle esigenze del business di alto livello, che non prevedono regole certe ed hanno come unico risultato possibile la vittoria.

Un cyber thriller senza un attimo di respiro, continui cambi di scenari, tradimenti, doppi giochi. Una storia appassionante e incerta fino all’ultima pagina. L’autore si diverte a mostrare le sue conoscenze informatiche, sfoggia una notevole cultura classica e filosofica, tanti aneddoti ed una capacità di scrittura brillante ed appassionante. Il libro pone in termini estremi ma plausibili i pericoli a cui il mondo intero è esposto dall’utilizzo senza criteri e controlli sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che potrebbe diventare il mezzo con cui persone senza scrupoli potrebbero controllare tutte le attività economiche e non solo, con conseguenze difficilmente prevedibili.